Sabato i 99 Posse suoneranno all'ex Casa del Portuale. Oggi uno spettacolo teatrale e domenica un concerto reggae. La stagione estiva non rallenta le attività del Teatro Pinelli.

Curre curre guagliò, questo testo – insieme agli altri della band napoletana 99 Posse – può definirsi un vero e proprio manifesto di lotta per un’intera generazione. Quest’anno ricorre il ventennale della canzone e dell’album omonimo e il gruppo nato in un centro sociale del capoluogo partenopeo, suonerà per il Teatro Pinelli, all’ex casa del Portuale. Ad annunciare l’evento gli stessi attivisti del Pinelli sorridono, commentando che “non sembra ancora vero”. Un vero e proprio concerto con arrangiamenti elettronici, nella formazione a tre Zulù, Jrm, Messina, previsto per sabato 13 luglio alle 22:00. La pagina Facebook dell’evento registra già quasi trecento partecipanti. I 99 Posse erano già passati da Messina l’autunno scorso, quando si erano esibiti al Centro Multiculturale Officina, adesso la loro presenza assume un valore altamente simbolico, visto la natura di posto occupato dell’ex Casa del Portuale. Un legame, quello che lega la band a luoghi simili, imprescindibile fin dalla sua genesi. La storia, infatti, è nota a tutti: “Il 10 maggio 1991 – si legge direttamente nel sito ufficiale – nasce il centro sociale occupato autogestito Officina 99. Il 9 ottobre dello stesso anno nasce la 99 Posse, come diretta espressione del C.S.O.A. e delle nuove culture urbane che trovano nella musica un veicolo potente. Il primo storico singolo della 99, “Rafaniello” e “Salario Garantito”, dà la stura a quell’ onda rap e raggamuffin che segnerà una svolta epocale nella musica popolare italiana”.
Il calendario di eventi del Teatro Pinelli, però, non si ferma a questo. Ieri nei locali dell’ex Casa del Portuale è stato girato un videoclip di Tony Canto insieme ad attivisti e sostenitori. E mentre la continua la costruzione di un vero e proprio palco, andrà in scena oggi lo spettacolo teatrale “Vestire di Bianco. Un opera maieutica” per la regia di Caterina Paolinelli.

“Vestire di bianco” è, come dice lo stesso sottotitolo, un’opera maieutica. Assistiamo qui, all’interno di questo spazio occupato ed estremo, ad un esperimento che, a partire dal mondo visto attraverso la poetica e la sensibilità dell’umanista e grande letterato Danilo Dolci va ad incontrare il quotidiano. Utilizzando le parole, i pensieri e le modalità di approccio all’altro e al reale proprie di Dolci si parla di arte, cultura, politica. Si toccano temi come mafia, multinazionali e rispetto per se stessi come per gli altri. Il pubblico viaggia, naviga su un flusso fatto da domande, pensieri e acqua che va via via depurandosi. Un percorso che si estende attraverso la fruizione e lo scambio tra gli attori e gli spettatori che vedono cadere, come un muro ormai obsoleto, la quarta parete tanto cara ad un teatro che forse non serve più. Domandare. Domandarsi. L’obiettivo è sempre quello di aprire e dialogare, non avere più risposte e certezze, bensì contribuire a creare un circolo virtuoso che porti ad una nuova esplorazione del se e del reale all’interno del quale siamo immersi”.

Un’altro concerto, infine, domenica sera con gli Original Sicilian Style. La loro musica è un ambizioso tentativo di coniugare sound reggae con il genuino stile siciliano. “Il loro – si legge nel comunicato che annuncia l’evento – è un reggae sperimentale dove non si rispetta a pieno la linea tracciata, sulle spiagge jamaicane, dai pionieri del genere, ma ci si può trovar coinvolti nel seguire vibrazioni che sanno tanto di una bella giornata di sole siciliana. Le parole raccontano storie in una chiave che non lascia dubbi sulle loro radici affondate nella nera pietra lavica etnea, ritmo e dialetto. Tra sentimenti speciali d’amore e la maturità verso le problematiche sociali, gli Original si collocano come uno degli esperimenti reggae nostrani più promettenti, in un continuo divenire”.