Partito Democratico...nè partito, nè tantomeno democratico!

Partito Democratico…nè partito, nè tantomeno democratico!

Partito Democratico…nè partito, nè tantomeno democratico!

lunedì 22 Giugno 2009 - 11:05

Riceviamo e pubblichiamo da Benny Calasanzio una riflessione amara sulla situazione del Pd nazionale.

Doveva essere il partito della partecipazione, del coinvolgimento della società civile, si parlava di forze nuove, in realtà è rimasto il partito di D’Alema, Rutelli e company più chiuso, qualora fosse possibile, di un partito vecchio stampo. E i risultati si vedono, il Pd alle ultime elezioni raccoglie molti meno consensi rispetto a quanti ne sommassero i Ds e la Margherita, da entità separate, qualche anno fa. Un partito che, appena nato, divora leadership, da Prodi, suo padre fondatore, a Veltroni e che, nonostante i cambi al vertice continua a restare in difficoltà scivolando sempre più indietro a vantaggio di altre forze di centro-sinistra.

E la sua classe dirigente sembra essere sorda ai richiami dei militanti (o degli ex militanti) che hanno riposto le loro speranze in tutto quello che era stato promesso, la partecipazione, le primarie, le scelte dal basso. Tutto quello che doveva essere la novità di questo partito, quel -quid- che doveva distinguerlo dal resto della politica in realtà è rimasto un sogno. Per non parlare della mancanza di una proposta programmatica che sia chiara per i cittadini e non il risultato di un’eterna mediazione tra le diverse anime che partoriscono proposte poco nette e chiare. Il risultato di tutto questo è sotto gli occhi di tutti perchè esce, inesorabile, delle urne. Chiarissimo a tutti tranne a chi dovrebbe fare qualcosa per cambiare tendenza.

La situazione non è differente, anzi forse è peggio, a Messina dove il PD rimane chiuso in se stesso, sempre con le solite facce che si spartiscono i posti di comando del partito senza aprire un vero confronto con chi avrebbe potuto credere veramente in un progetto diverso di partecipazione politica. I circoli sono solo delle entità su carta e poco presenti sul territorio, a parte qualche eccezione.

Ed è per questo che, tornando al contesto nazionale, la richiesta di candidatura alla segreteria nazionale di un giovane, come Benny Calasanzio, con una storia così importante alle spalle, che credeva in questo nuovo partito è rimasta non solo inaccolta ma addirittura ignorata. Qualcuno potrà pensare, giustamente(?), che la richiesta fosse un pò troppo -esagerata- ma non sarebbe stato più giusto cercare di coinvolgere nel partito questa forza -sana-, da anni testimone di legalità contro la mafia, piuttosto che farla scappare?

Di seguito il testo integrale della lettera di Benny Calasanzio.

Cari amici, mi rivolgo a chi in questi mesi c’ha creduto come me e a chi lo ha fatto molto più di me.

A chi mi ha dato la sua fiducia, a chi sarebbe tornato a votare Pd qualora avessero fatto le elezioni primarie. A chi ha creduto che qualsiasi situazione può essere migliorata, stravolta. A quelli che, seppur facenti parte dei Giovani Democratici, mi hanno espresso sostegno immediatamente e a prescindere, beccandosi ammonimenti più o meno velati. Ho deciso di -levarci mani- come diciamo in Sicilia.

Ritiro la mia candidatura alle primarie del Pd che tanto non ci saranno mai. Non sono un delegato, non voglio diventarlo, nessuno me lo farebbe diventare, non posso partecipare al congressino e nemmeno voglio farlo. Volevo che foste voi a dare una lezione a questa classe dirigente incapace e pericolosa. E invece scopriamo che le primarie si fanno solo quando uno è sicuro di vincerle. Ringrazio chi, come i Giovani Democratici di Desenzano, avevano provato a mettere su un confronto tra me e il Pd locale sulla questione morale: incontro annullato, ordini dall’alto, paura del mio linguaggio -forte- hanno detto dopo aver letto i miei siti.

Ringrazio Antonio Di Persia e Luciana Ciolfi, gli unici miei amici -assistenti- in questa folle corsa che, unici al mondo che c’hanno rimesso soldi per sostenermi, creando siti e quant’altro: noi le cose le facciamo così. Ci sono stati momenti in cui ho creduto davvero di poter aver voce in capitolo, di potere rivolgermi al popolo del Pd e chiedere a loro di legittimare la mia voglia di pulizia invasiva. Mi rincuora che la gente li abbia puniti a scudisciate: oramai il Pd è un mezzo partito al 26% che ha tutti i margini per peggiorare.

Il segretario Franceschini abbiamo scoperto essere un racconta balle: -Non mi ricandiderò-: -Mi ricandiderò-. Ho sempre creduto nelle sfide impossibili, in quelle difficilissime, ma rendere migliore il Pd è da extraterrestri!

Lascio, come spero facciate voi, il Partito Democratico al suo destino. Lo lascio ad Anna Finocchiaro, a Piero Fassino, a Massimo D’Alema, a Francesco Rutelli e a Nicola La Torre, che lo hanno trascinato nel baratro senza che nessun militante li mandasse a lavorare, senza che nessuno li cacciasse a male parole.

Per quanto mi riguarda rimarrò attento osservatore delle dinamiche di questo partito, e farò di tutto per frustrare i suoi dirigenti, nell’ingrato compito di far comprendere loro quanto danno creino solo a metterci la faccia. Spero che Debora Serracchiani possa dare una smossa, ma in cuor mio ne dubito, subito coccolata e mandata in Europa per farla stare tranquilla: speriamo in quello spirito visto all’assemblea dei circoli.

Non so quanti tra quegli alti dirigenti abbiano messo mano in vita loro ad un programma completo e strutturato come il mio, scritto di mio pugno e aperto a collaborazioni importanti dall’esterno, come quelle giuntemi da Bologna. Non andrà perso, e in qualsiasi ambiente cercherò sempre di riproporlo.

Qui finisce la nostra avventura e ne comincia un’altra.

Presto registrerò un video in cui spiegherò queste ed altre motivazioni e in cui taglierò e spedirò al segretario la mia tessera del Partito Democratico, chiedendo un rimborso spese per le speranze mal riposte.

Benny Calasanzio.

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