Ponte sullo Stretto. Il Ministro Matteoli accellera, a Messina si riorganizzano le forze del -No-

Ponte sullo Stretto. Il Ministro Matteoli accellera, a Messina si riorganizzano le forze del -No-

Redazione

Ponte sullo Stretto. Il Ministro Matteoli accellera, a Messina si riorganizzano le forze del -No-

sabato 24 Maggio 2008 - 10:36

Il rappresentante del Governo e Pietro Ciucci (Anas-Stretto di Messina): prima pietra nel 2010. Cafeo (Rete No Ponte):-La nostra risposta sarà la piazza-. Vendola (Pres. Regione Puglia): -Non unirà due coste,ma due cosche"

Accellerata del Governo sulla realizzazione del Ponte tra Messina e Villa San Giovanni. Il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha scritto al presidente della società Stretto di Messina Spa Pietro Ciucci, ribadendo la priorità dell’opera e i tempi da seguire. Obiettivi: prima pietra a metà del 2010, ultimazione lavori 2016. Otto anni dunque, per far transitare i mezzi dalla Sicilia alla Calabria attraverso il collegamento stabile tra le due sponde.

LE SOCIETA’: STRETTO DI MESSINA, IMPREGILO, ANAS

Si dovrebbero rimettere presto in moto dunque, le società che sono state costituite o si sono aggiudicate la gara per la costruzione dell’Infrastruttura: la -Stretto di Messina-, controllata dall’Anas (Ciucci è il presidente di entrambe le società) e partecipata anche da Rfi e dalle due Regioni interessate, che fu salvata nella scorsa legislatura dal rischio scioglimento dall’ex Ministro Di Pietro, che votò con il centrodestra a suo dire per salvare le casse dello Stato dal -rischio penali-; Impregilo, che era invece a capo della cordata che nel 2005 vinse la gara per la realizzazione del Ponte.

Per Pietro Ciucci -sarà necessario un aggiornamento della convenzione che lega la società Stretto di Messina con il concedente, il ministero delle Infrastrutture. Occasione anche per affinare il timing e aggiustare il piano di copertura economico finanziario. L’anno prossimo così, si potrà dare l’ordine di inizio attività al contraente generale Impregilo-.

RIPRENDE LA BATTAGLIA DEL NO AL PONTE

Come già anticipato dal nostro sito qualche giorno fa, le forze contrarie alla grande opera si stanno già rimettendo in moto per scongiurare l’inizio dei lavori. Nella nostra città, la Rete -No Ponte-, che qualche anno fa contribuì a portare in piazza tantissimi messinesi, ha organizzato per mercoledì 4 giugno un’assemblea aperta per discutere sulle ultime novità e programmare nuove manifestazioni. Tonino Cafeo, uno dei rappresentanti del movimento rilancia: -la nostra risposta ufficiale sarà quella della piazza. Abbiamo organizzato un’assemblea aperta per il 4 giugno (ore 17e30, Salone delle bandiere, Palazzo Zanca), alla quale speriamo partecipi più gente possibile, perché a questo punto il problema diventa davvero urgente. Oggi una nostra delegazione sarà a Riace all’assemblea nazionale del “Patto di Mutuo Soccorso- per puntare nuovamente l’indice sul problema-.

Come reagirà la città? Per Cafeo anche i commenti agli articoli sul nostro sito testimoniano l’esigenza di riunire queste forze di opposizione alla costruzione del collegamento stabile. -Rispetto a più di due anni fa – ha aggiunto inoltre – ripartiamo con una serie di elementi che hanno peggiorato la situazione. Dobbiamo ringraziare l’ex Ministro Di Pietro se la società ‘Stretto di Messina’ esiste ancora e se questo governo ha la possibilità di rifinanziarla. Noi puntavamo alla totale cancellazione, ma all’epoca destò sorpresa il suo voto con l’opposizione. Adesso la ripresa della ‘battaglia’ deve essere immediata, perché il rischio è veramente alto-.

Un problema che è ovviamente anche politico, e con le amministrative alle porte Cafeo si rivolge anche ad alcuni candidati alle prossime elezioni spiegando che: -Non sono di facile comprensione le posizioni ambigue e le contorsioni dialettiche con cui certi politici sperano di ingraziarsi il consenso sia dei cittadini contrari, quanto di quelli favorevoli al ponte. Dal nostro punto di vista ribadisco la volontà di avviare subito una campagna di informazione in città e in provincia-.

Ma non è solo in ambito cittadino che si rimuovono i passi per dire no alla costruzione del Ponte. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commenta sarcasticamente: -Unirà due coste? Unirà due cosche: la ‘ndrangheta e Cosa Nostra. Bisogna intendersi su quali siano le opere effettivamente strategiche, se sono le Piramidi per celebrare i faraoni o altre. Io preferisco quelle utili, come il treno ad alta capacità Bari-Napoli, il cui progetto è stato definito dopo avere ascoltato le proteste e le opinioni anche del più piccolo comitato. Le infrastrutture non si possono fare contro i territori-.

Non contrario, ma dell’idea che bisogna ascoltare la -gente del posto-, l’esponente della Lega Nord e Ministro per le Riforme Umberto Bossi, che attraverso Varesenews richiama l’idea del referendum. -Potremmo chiedere ai siciliani per sapere cosa vogliono davvero. A me pare che per loro sia più importante risolvere il problema dell’acqua ad esempio. Comunque la cosa migliore è chiedere al popolo, sapere dalle persone interessate se il Ponte è quello che desiderano-. Stessa linea d’onda per l’ex presidente del Consiglio Comunale di Messina e ora candidato a Sindaco con Risorgimento Messinese Fabio D’Amore, che stamattina ha ribadito di volere proporre la consultazione popolare nell’ambito della sua campagna elettorale, fermo restando che il suo vicesindaco Carmelo Briguglio ha definito l’opera -inutile e dannosa-. Opta per il referendum anche il presidente di Codacons Carlo Rienzi, che a breve potrebbe già lanciare una raccolta firme.

Matteoli e Ciucci intanto sembrano decisi ad andare avanti per la propria strada. Quest’ultimo ha anche spiegato che rispettare i tempi è possibile anche se difficile, grazie a tutto il lavoro svolto in precedenza. Anche in termini finanziari, secondo le fonti governative, il valore totale dell’opera dovrebbe rimanere intorno ai 6,5 miliardi di euro. Il prossimo passo di Berlusconi potrebbe essere la ‘delega al ponte’ ad un sottosegretario alle Infrastrutture. L’indiziato al momento è Giuseppe Reina dell’Mpa, visto che il Movimento per l’Autonomia tiene molto a questa causa e l’ha -utilizzata- abbondantemente nella campagna elettorale. Lo stesso Reina ieri ha voluto puntualizzare che non ci sono problemi sul reperimento dei fondi (che dovrebbero arrivare da aumenti di capitale e project financing), ribadendo anche che 1,5 miliardi dei fondi ex Fintecna, verranno utilizzati per coprire nel 2008 l’abolizione dell’Ici sulla prima casa e la detassazione degli straordinari, senza però interferire con i lavori per il Ponte.

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