Rada San Francesco e Tremestieri: cosa prevede il Piano regolatore del Porto

Rada San Francesco e Tremestieri: cosa prevede il Piano regolatore del Porto

Redazione

Rada San Francesco e Tremestieri: cosa prevede il Piano regolatore del Porto

sabato 06 Settembre 2008 - 08:07

Ecco gli interventi che l'Autorità portuale ha in agenda secondo il piano redatto dall'amministrazione Garofalo: gli interventi a Tremestieri condizionano il trasferimento del traghettamento dalla Rada S. Francesco

E’ stato citato più volte, in questi giorni, come strumento principale per la riqualificazione del waterfront cittadino, ma ancora pochi lo conoscono a fondo. Parliamo del Piano regolatore del porto, documento dalla storia travagliata e che solo negli ultimi mesi ha accelerato il proprio iter verso la definitiva attuazione. Un ruolo importante, in questo caso, l’ha giocato il decisionismo che ha contraddistinto il mandato di Gaspare Sinatra, l’ex commissario straordinario del Comune di Messina, che il 16 novembre scorso, con un semplice colpo di penna, ha approvato quel Piano che un consiglio comunale democraticamente eletto avrebbe senz’altro tenuto in aula come minimo diverse settimane. Non a caso quel provvedimento fu salutato con favore da una parte (in primis dall’ex presidente dell’Authority Vincenzo Garofalo) e polemicamente dall’altra, in particolare dal centrosinistra.

L’altro passo decisivo si è verificato il 27 marzo scorso, quando il Comitato portuale presieduto dall’attuale presidente dell’Autorità portuale Guido Lo Bosco, e al quale hanno partecipato le principali istituzioni e associazioni cittadine, ha approvato il Prp, facendogli di fatto spiccare il volo verso i piani alti dell’iter di attuazione, che prevedono ulteriori passaggi alla Regione e a Roma.

I due argomenti principe di cui si parla tanto in questi giorni sono l’approdo di Tremestieri e la Rada San Francesco. La sentenza del Cga che ha dichiarato illegittima la concessione della Rada al gruppo Franza ha, in pratica, anticipato di qualche mese la naturale scandenza della concessione stessa, fissata per il febbraio del 2009. Allora da due fonti autorevoli, l’on. Garofalo e il segretario provinciale della Cisl Tonino Genovese, è giunta la proposta: perché rinnovare la concessione e istituire un nuovo bando e non trasferire da subito il traffico destinato al traghettamento a sud? Lo Bosco non ha chiuso le porte con un interlocutorio «sono aperto a qualsiasi soluzione», ma ha dichiarato di attendere lumi dai propri tecnici.

Eppure la risposta a questo quesito sembra essere già scritta in maniera piuttosto chiara proprio nel Piano regolatore del Porto. «Non vi è dubbio – si legge – che le opere previste a Tremestieri abbiano carattere di assoluta priorità, considerato anche che per esse, in misura maggiore rispetto ad altri interventi, è necessario approntare progetti complessi, sostenuti da indagini locali e studi che richiederanno tempo. La realizzazione degli interventi a Tremestieri condiziona infatti la possibilità di trasferirvi le attività di traghettamento ancora in atto nella rada di San Francesco, di riqualificare l’intera rada, di eliminare il traffico di auto della viabilità urbana». Questa frase, in particolare, sembra rendere chiaro un concetto: senza il completamento degli approdi di Tremestieri, non si può trasferire l’intero flusso destinato al traghettamento a sud.

Ecco gli interventi previsti nello specifico. «L’articolazione della attività, con alcune possibili sovrapposizioni tra le diverse fasi, comporta i seguenti passi principali:

– esecuzione degli interventi nella darsena esistente (realizzazione del terzo accosto) operando in maniera da consentire il regolare esercizio del traghettamento dei mezzi commerciali;

– costruzione integrale della nuova darsena, della viabilità e di almeno buona parte dei piazzali sud;

– trasferimento dalla darsena esistente nella nuova darsena del traghettamento di automezzi pesanti;

– trasferimento dei cantieri dalla rada di San Francesco nella parte nord della darsena esistente;

– realizzazione degli interventi sulla viabilità urbana, esterni all’ambito portuale e necessari al miglior raccordo tra Tremestieri ed il porto storico;

– trasferimento dalla rada di San Francesco a Tremestieri del traghettamento di automobili, attivazione nella nuova darsena di Tremestieri del servizio di “autostrade del mare-;

– smantellamento degli approdi nella rada di San Francesco e completamento della riqualificazione della rada prevista dal Piano. Parte degli interventi di PRP, nella parte nord della rada, possono essere avviati da subito purché non ostacolino il regolare esercizio del traghettamento».

Il Piano regolatore del Porto è molto chiaro anche sul futuro della Rada San Francesco: «La soluzione che è apparsa preferibile, orientata alla riorganizzazione complessiva dell’area, alla realizzazione di una passeggiata lungomare ampia e continua, ad arricchire la dotazione della città di approdi e di ormeggi per la nautica da diporto (di tipologia, destinazione e costo per gli utenti quanto più differenziati, tale da corrispondere alla vasta gamma delle diverse esigenze) è caratterizzata dalle seguenti componenti principali, procedendo da nord a sud:

– un approdo turistico, destinato all’ormeggio stanziale di imbarcazioni medio-piccole, protetto da un’opera di difesa;

– una banchina attrezzata, da adibire all’ormeggio transitorio di grandi imbarcazioni e maxiyachts in transito;

– un “porto a secco- per il rimessaggio all’aperto di piccole imbarcazioni, dotato di scali e sistemi per il varo e l’alaggio delle barche».

Infine, ecco cosa prevede, in sintesi, il Prp riguardo la cittadella fieristica, oggetto dell’Accordo di Programma siglato all’inizio di questa settimana a Palazzo dei Leoni tra Autorità portuale, Provincia, Comune e Camera di Commercio: «L’area della Fiera di Messina è storicamente di grande rilevanza per alcuni edifici, risalenti ai primi decenni del secolo scorso, di elevata qualità architettonica; la Fiera è destinata a spostarsi altrove, in spazi più ampi, ed il Piano prevede che gli edifici meritevoli di conservazione vengano restaurati e destinati ad attività culturali (auditorium, musei, sale di esposizione, etc.) per consolidarvi un sistema a rete insieme all’importante e poco distante Museo Regionale. L’eliminazione della recinzione della ex-Fiera, la formazione di un giardino pubblico sulle ampie terrazze a mare, la sistemazione della riva con banchinamenti ed affacci panoramici (ove sarà consentita l’installazione di pontili per l’ormeggio provvisorio di imbarcazioni in transito), restituiranno all’uso pubblico la linea di costa antistante il centro della città e daranno continuità all’intero waterfront urbano, dalla foce dell’Annunziata fino alla piazza del Palazzo Reale».

Sebastiano Caspanello

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