Servizi sociali ancora nel caos, l’urgenza sono i bandi

Servizi sociali ancora nel caos, l’urgenza sono i bandi

Servizi sociali ancora nel caos, l’urgenza sono i bandi

venerdì 06 Marzo 2009 - 09:25

L’assessore Aliberti: «L’unica certezza è che entro venerdì prossimo vanno predisposti». Il parere legale sulla Croce Rossa non sarebbe ancora arrivato. Saglimbeni (Pd): «Il consiglio comunale non è bypassabile»

Regna la confusione, a Palazzo Zanca, sul futuro dei servizi sociali. Le voci si rincorrono, le ipotesi e le smentite pure, ma la certezza è una sola: entro venerdì prossimo vanno predisposti i bandi per l’affidamento degli appalti. E mentre il conto alla rovescia procede inesorabile, l’assessore alle Politiche sociali Pinella Aliberti (nella foto) non può far altro che allargare le braccia: «Ho chiesto ai dirigenti di redigere i bandi, questa è l’unica cosa da fare, di altre soluzioni o di eventuali pareri legali su altre ipotesi non so nulla».

Del parere legale “fantasma” non ha notizie nemmeno il segretario generale Filippo Ribaudo, che sembra perplesso di fronte alla possibilità di un bando unico da 15 milioni, perplessità che pare condivisa anche dall’assessore Aliberti. E se forti sono i dubbi su una gara pubblica unica, figuriamoci su un affidamento diretto di questa portata. L’impressione è che nessuno, a questo punto, sembra avere le idee chiare sull’argomento e che il giorno dopo l’abolizione dell’Istituzione per i Servizi sociali l’amministrazione si sia ritrovata tra le mani una patata bollente che avrebbe volentieri lasciato nella pentola. Ma come, si dirà, non è stato il sindaco a chiedere la soppressione dell’ente? Sì, il programma dice questo, ma i fatti lasciano pensare a tutt’altro.

«L’affidamento diretto alla Croce Rossa o a società ad essa collegate – sentenziano Paolo Saglimbeni e Marcello Greco, consiglieri comunali del Pd, area Letta – è vietato dalla legge che impone gare pubbliche per selezionare imprese sociali in grado di coniugare qualità dei servizi e livelli occupazionali». Secondo i due esponenti del centrosinistra la soluzione Croce Rossa «non gode del consenso politico nemmeno nella maggioranza, troverebbe l’opposizione di quasi tutto il sindacato, vista l’inevitabile perdita di posti di lavoro, la avversano le associazioni degli utenti, non è funzionale all’obiettivo sbandierato di riduzione dei costi». Affidamento diretto no, gara pubblica sì. «Tutto questo – aggiungono – non impedirebbe ovviamente né alla Croce Rossa né a chicchessia di concorrere alle gare pubbliche, a condizione che abbiano i requisiti e garantiscano il rispetto degli standard qualitativi». Nuovi bandi, dunque, «con cadenza almeno triennale».

«Non ci si può esimere dal rammentare al sindaco Buzzanca – concludono Saglimbeni e Greco – che il cambio di gestione è sempre di competenza del consiglio comunale non bypassabile da delibere di giunta e dell’avvertire che l’ipotesi di gestione diretta è una posizione personale di Genovese, non definita dal Pd a nessun livello». I due consiglieri prendono le distanze da una «cinica strumentalizzazione dei bisogni dei lavoratori, beffati da un ex sindaco che non aveva sciolto l’istituzione disattendendo un impegno elettorale ed ora ha la sfacciataggine di avanzare una proposta assolutamente irrealizzabile a fini elettoralistici».

Il rischio, in tutto questo, è che ancora una volta si discuta troppo sul “chi” dovrebbe gestire il servizio ma non sul “come”, che è il problema reale. La qualità dei servizi sociali a Messina è sotto gli occhi di tutti, così come la quantità della spesa pro-capite (62 euro ad assistito). Se investimento maggiore dovrà esserci, questo non potrà servire ad arricchire chicchessia ma solo ed esclusivamente a migliorare i servizi. Di scelte dal sapore clientelare e speculativo la città, i lavoratori e i messinesi meno fortunati, ovvero gli assistiti, ne hanno francamente le tasche piene. Il tempo delle chiacchiere sta per finire, è tempo, invece, di fare scelte chiare e di buon senso.

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