Il capogruppo al Senato dell’Udc presenta una mozione: «La dismissione di Rfi è una catastrofe per la società e l’economia siciliana, il governo intervenga»
Dopo i sindacati, che da anni portano avanti vertenze e battaglie, e dopo il sindaco Giuseppe Buzzanca, che ha richiesto ufficialmente al ministero dei Trasporti e all’amministratore delegato di Rfi l’apertura di un tavolo sulla inesorabile dismissione che le Ferrovie stanno attuando sullo Stretto, a lanciare un nuovo grido d’allarme è Gianpiero D’Alia, capogruppo al Senato dell’Udc.
Il senatore messinese ha presentato una mozione nella quale chiede che «Il Governo predisponga un piano generale di mobilità, d’intesa con le regioni interessate e il Gruppo Ferrovie dello Stato, che consenta al trasporto pubblico del Mezzogiorno di recuperare l’ormai atavico gap infrastrutturale col resto dell’Italia». Secondo D’Alia «il piano di dismissione deciso da Rfi nell’area dello Stretto rischia di ridimensionare ulteriormente le ferrovie siciliane e di tagliarle fuori dal sistema nazionale: i flussi di traffico negli ultimi tre anni sono già diminuiti del 30% per i viaggiatori e del 40% per le merci, sono a rischio strutture industriali storiche come le Officine Grandi Riparazioni e le Officine di manutenzione, e solo a Messina sono in bilico 600 posti di lavoro, oltre a quelli nel settore degli appalti».
«Da giugno poi – aggiunge – è presumibile che solo due navi effettueranno la spola tra Messina e la Calabria. Una graduale cancellazione del servizio di attraversamento marittimo sullo Stretto di Messina produrrebbe, oltre a contraccolpi occupazionali e disagi notevoli per gli utenti, anche una catastrofe per la società e l’economia siciliana, con aggravi di costi per le persone anziane, le famiglie e il trasporto merci».
«La rete dei collegamenti ferroviari, marittimi e stradali nel Mezzogiorno – si legge infine nella mozione – sconta da sempre scelte inadeguate da parte delle società locali, nazionali e del governo stesso. I trasporti del sud meritano più attenzione e risorse: mai come oggi Sicilia e Calabria sono a rischio isolamento».
