Uno spiraglio per le 22 case di riposo private colpite dal provvedimento di chiusura

Uno spiraglio per le 22 case di riposo private colpite dal provvedimento di chiusura

Marco Ipsale

Uno spiraglio per le 22 case di riposo private colpite dal provvedimento di chiusura

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lunedì 16 Luglio 2012 - 12:13

A breve, gli avvocati che rappresentano le case di riposo avranno un incontro col dirigente Camaioni che, essendosi insediato da poco, vuole studiare meglio la situazione. Poi la situazione dovrà essere valutata alla Regione, perché si dovrà vedere se e quanto la famigerata circolare sia restrittiva

“Il provvedimento è troppo restrittivo. Potrebbe esserci intanto una proroga, poi bisognerà valutare la modifica della circolare alla Regione”. E’ più ottimista rispetto a poco tempo fa Franco Alessi, gestore della casa di riposo “Anni d’Oro”, una delle 22 colpite dal provvedimento di chiusura per il mancato adeguamento alla circolare regionale 2 del 2003 avente ad oggetto: “autorizzazione per l’esercizio di attività connesse alla gestione di strutture residenziali e standard per strutture private iscritte agli albi comunali” (vedi correlato).

All’incontro odierno di palazzo Zanca, il sindaco Buzzanca e il nuovo dirigente al dipartimento servizi sociali Attilio Camaioni sono apparsi possibilisti sull’allentamento del “pugno di ferro” prospettato fino a pochi giorni fa. Tutti d’accordo, dunque. Adesso c’è solo da vedere come affrontare la questione.

“Messina è forse l’unico Comune siciliano – continua Alessi – che sta attuando alla lettera questa circolare. Altrove, ad esempio a Catania e Palermo, non è stata neppure presa in considerazione. Sono comunque moderatamente soddisfatto perché pare che si vogliano stoppare le inibizioni, si è creato un gruppo di lavoro che ha fatto delle proposte costruttive”.

A breve, gli avvocati che rappresentano le case di riposo avranno un incontro col dirigente Camaioni che, essendosi insediato da poco, vuole studiare meglio la situazione. Poi la situazione dovrà essere valutata alla Regione, perché si dovrà vedere se e quanto la famigerata circolare sia restrittiva.

In gioco c’è il futuro di 22 case di riposo private, 22 famiglie che le gestiscono con un centinaio di operatori e oltre 400 anziani che non hanno nessuna intenzione di andare via. (Marco Ipsale)

4 commenti

  1. IL VECCHIETTO DOVE LO METTO ?
    Sugli anziani e le case ( se dite ospizi qualcuno se ne risente ) di riposo mi sento di pensarla come il grande Modugno..
    << Ha fatto la valigia e se n'è andato perché la nuora non lo vuole più è troppo vecchio troppo malandato con i bambini non ce la fa più. Allora s'è rivolto ad un ospizio ma s'è sentito solo dire: "No, ci spiace tanto amico non c'è spazio già stiamo troppo stretti, non si può". E il vecchietto dove lo metto dove lo metto non si sa mi dispiace ma non c'è posto non c'è posto per carità. E il vecchietto dove lo metto dove lo metto non si sa mi dispiace ma non c'è posto non c'è posto per carità. E' andato dritto dritto all'ospedale chiedendo un posto all'accettazione non ce la faccio più mi sento male mi manca solo ormai l'estrema unzione. Ma il medico di turno si è scusato guardandolo con un sorriso fesso: "Lei non si rende conto in quale stato, abbiamo gente pure dentro al cesso". E il vecchietto dove lo metto dove lo metto non si sa mi dispiace ma non c'è posto non c'è posto per carità. E il vecchietto dove lo metto dove lo metto non si sa mi dispiace ma non c'è posto non c'è posto per carità. Allora non sapendo cosa fare ha fatto quello che può fare un pazzo con una corda al collo in fondo al mare ha fatto finta d'essere un merluzzo. Al cimitero grande del Verano appena sceso giù dal furgoncino s'è incavolato subito il guardiano mettendosi a parlare col becchino: "Sto vecchietto dove lo metto dove lo metto nun se sa me dispiace ma nun c'è posto nun c'è posto per carità". Sto vecchietto dove lo metto dove lo metto non si sa mi dispiace ma non c'è posto non c'è posto per carità. Il vecchietto dove lo metto dove lo metto non si sa va a finire che non c'è posto forse neppure nell'Aldilà. Il vecchietto dove lo metto dove lo metto non si sa va a finire che non c'è posto forse neppure nell'Aldilà.>>

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  2. fiorenzo crespantini 16 Luglio 2012 17:45

    CHIUDERE LE CASE DI RIPOSO PUO’ SEMBRARE ECCESSIVO, MA VERIFICARE CHE NELLE STESSE VIGE LA PULIZIA, ORDINE, SANITà E SOPRATUTTO RISPETTO PER LE PERSONE ANZIANE E’ FONDAMENTALE. MI AUSPICO CHE CAMAIONI PRIMA DI DARE PARERE FAVOREVOLE ALLA RIAPERTURA, FACCIA VERIFICARE SE ESISTONO LE COSE SUDETTE, ALTRIMENTI SI CHIUDE E BASTA

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  3. fiorenzo crespantini 16 Luglio 2012 17:48

    Invece di fare marcire questi poveri vecchi in fatiscenti appatarmenti con un lucro crescente e rispetto latente da parte dei gestori, i figli, i nipoti, i parenti fino al 3° grado dovrebbero partecipare a tenere vicino queste persone e farle sentire come persona umana importante e non come cosa vecchia di cui sbarazzarsene nel più breve tempo possibile.

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  4. Ma agli operatori chi ci pensa?
    Quanto percepiscono di stipendio? ogni quanto lo percepiscono?
    Quante ore settimanili effettuano? di quanti giorni di riposo usufruiscono? le ferie vengono pagate?
    ed i contributi?quanti mesi avananano?
    Mentre i titolari si arricchiscono gli operatori soffrono non percependo stipendi da mesi e credo che questo influisca notevolmente anche sulla qualita’ dell’assistenza.
    Questo vale per tutte le case di riposo di Messina comprese le RSA.
    Questo devono controllare gli organi competenti,di questo deve occuparsi la magistratura e l’ufficio del lavoro.
    Gli operatori per la maggior parte sono delle povere persone che si accontentano di poco perche’ non sanno dove andare a lavorare e vengono sfruttati e spremuti come limoni,questo e’ evidente a tutti ma in una citta’ come questa tutto tace.
    VERGOGNA.

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