Caso Genovese, la sentenza a fine gennaio. L'ex segretaria Cannavo' testimonia commossa

Caso Genovese, la sentenza a fine gennaio. L’ex segretaria Cannavo’ testimonia commossa

Alessandra Serio

Caso Genovese, la sentenza a fine gennaio. L’ex segretaria Cannavo’ testimonia commossa

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lunedì 19 Dicembre 2016 - 18:54

Aggiornato al 23 gennaio il processo a Francantonio Genovese e il suo entourage attivo nella formazione professionale. Dopo le ultime battute, già quel giorno i giudici potrebbero chiudersi in camera di consiglio per scrivere la sentenza.

Sembrava potersi concludere entro pochi giorni, il processo Corsi d'Oro 2 sulle presunte truffe ai danni di Ue e Regione da parte degli enti di formazione professionale facenti capo all'entourage dell'onorevole Francantonio Genovese. Invece l'udienza di stamani è servita a dare modo ad alcuni degli imputati di rendere dichiarazioni spontanee, poi tutto è stato aggiornato al 23 gennaio. Quel giorno la Procura ha chiesto di poter controreplicare ai molti interventi difensivi che si sono susseguiti in queste ultime settimane. Dopo di che, quindi potrebbe essere quello stesso giorno, la Corte presieduta dalla dottoressa Grasso dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio per scrivere la sentenza. Il verdetto non sarà immediato, la Presidente lo ha fatto capire oggi: "sarà una camera di consiglio abbastanza lunga"; potrà quindi richiedere qualche giorno.

Non è stata però una semplice udienza di passaggio, quella di stamattina: uno dei principali imputati, ossia l'ex consigliere comunale e manager del settore formazione Elio Sauta ha affidato ad una quarantina di pagine, corredate da numerosi allegati, le sue "memorie", ossia quelle che dovevano essere le sue dichiarazioni spontanee, che non ha potuto rendere direttamente perché assente per motivi di salute. Memoria scritta anche per Natale Lo Presti, mentre altri imputati che hanno chiesto di prendere la parola lo hanno fatto direttamente in aula, al microfono.

Tra questi, l'ex segretaria di Genovese, Concetta Cannavò. La factotum della famiglia dell'onorevole, nonché tesoriera del Pd, ha letto un paio di pagine per ripercorrere la propria vicenda, e a tratti si è commossa, irrompendo in pianto. Come già fatto durante l'esame – la Cannavò è stata una dei pochi imputati che non si è sottratta alle domande dell'accusa né a quelle dei difensori – la Cannavò ha sostanzialmente preso le distanze dai suoi ex datori di lavoro, che pure ha ringraziato, oggi, e per i quali ha avuto parole di stima e affetto.

Ai giudici la Cannavò ha spiegato di non aver mai approfittato, di aver sempre lavorato sodo, nella propria vita, di non essere mai stata attaccata al denaro e di aver rifiutato tante occasioni "compresa quella, offertami recentemente, di un aiuto per la mia difesa, che ho invece preferito scegliere autonomamente per essere ancora più libera".

Tutte queste memorie, poiché il dibattimento è stato chiuso mesi fa e la Procura si è opposta all'acquisizione, entrano a far parte del fascicolo niente altro che come memorie, tecnicamente non sono cioè utilizzabili dai giudici per la formazione del loro verdetto, ma potranno comunque prenderne visione ove le ritenessero utili.

Appuntamento a fine gennaio, quindi, per conoscere la decisione della Corte su uno dei processi più rappresentativi per la storia giudiziaria messinese.

Leggi anche: le richieste dell'Accusa

Alessandra Serio

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