Corsi d'oro, parla Albert: gli interessi di Genovese e il ruolo di La Macchia

Corsi d’oro, parla Albert: gli interessi di Genovese e il ruolo di La Macchia

Alessandra Serio

Corsi d’oro, parla Albert: gli interessi di Genovese e il ruolo di La Macchia

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venerdì 06 Novembre 2015 - 23:14

L'ex direttore del Dipartimento guidato dall'assessore Mario Centorrino ha testimoniato in aula al processo a Francantonio Genovese e il suo entourage. Mentre l'onorevole si prepara a uscire dai domiciliari "dorati". I giudici hanno detto no alla richiesta della Procura di sospendere i termini cautelari.

E’ stata un’udienza “calda” quella di oggi al processo Corsi d’oro 2 sulla formazione professionale a Messina ed in particolare sugli interessi della famiglia e l’entourage politico dell’onorevole Francantonio Genovese. L’udienza è andata avanti a lungo, è terminata nel tardo pomeriggio ed ha visto sfilare in aula un testimone eccellente, quel Ludovico Albert voluto dall’ex assessore Mario Centorrino alla dirigenza dell’assessorato alla formazione per mettere ordine nel mondo “senza regole” dei corsi professionali.

Albert è ancora formalmente indagato dalla Procura di Messina, che ha chiesto l’archiviazione della sua posizione. Ma il giudice non ha ancora deciso sulla richiesta quindi è stato ascoltato assistito da un difensore, come previsto per gli indagati di procedimenti connessi.

Il manager pubblico ha ricostruito le vicende che sono al centro dell’inchiesta: il suo arrivo all’assessorato guidato da Centorrino, i rapporti all’interno dell’ufficio, le tensioni generate dalle nuove regole varate insieme all’assessore, i complicati equilibri politici, poi le contestate norme che hanno di fatto permesso a Genovese di fare “incetta” degli enti di formazione professionale. Albert è stato interrogato dalla Pubblica Accusa – formata da un pool di sostituti coordinati dall’aggiunto Sebastiano Ardita, poi nel pomeriggio è iniziato il contro interrogatorio dei difensori degli imputati, che proseguirà alle prossime udienze.

In particolare il piemontese ha offerto due indicazioni importanti, delineando la posizione di Salvatore La Macchia, genovesiano collocato nel Gabinetto dell’Assessore Centorrino, poi confermando gli interessi di Genovese nella definizione degli indirizzi politici dell’assessorato. Albert ha richiamato un episodio, ossia l’incontro avuto con l’assessore e l’onorevole. Genovese era interessato ad una questione in particolare, a che si realizzassero determinate politiche. Albert avrebbe risposto secco che non era affatto possibile. E l’onorevole si sarebbe allontanato, piuttosto contrariato.

Il piemontese ha invece ridimensionato, almeno rispetto al quadro offerto dalle accuse contestate, il ruolo di La Macchia, dipingendolo come sostanzialmente operante in una certa autonomia rispetto alle richieste del suo leader politico.

Riferimento politico che tra qualche giorno non avrà più sulle spalle i divieti posti dagli arresti domiciliari. I termini della misura cautelare, infatti, scadono tra qualche giorno e il Collegio che lo sta processando ha rigettato la richiesta dell’Accusa di sospendere i termini, lasciandolo ai domiciliari fino alla fine della prima fase del processo. In ragione della complessità, e quindi della più che scontata lungaggine del processo stesso, la richiesta secondo i giudici non poteva essere accolta.

(Alessandra Serio)

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