L'idea arriva da Giuseppe Manuli, taorminese innamorato della sua città e fondatore del movimento "Quo Vadis" che, da lungo tempo, prevedeva un declino infausto per la città del centauro

Taormina sta vivendo un momento “particolare”. Mentre a Palazzo dei Giurati si fanno i conti, nella perla dello Jonio un alone di nostalgia avvolge cose e persone. Il corso si svuota ogni giorno di più, ma non sono solo i turisti a svanire. Ci sono sentimenti, orgogli, emozioni positive che cedono il posto alle conseguenze di una crisi, prima economica ma soprattutto morale. E nonostante l’arrivo della primavera, il clima rimane gelido. Adesso l’occhio è puntato sui candidati futuri amministratori. Si avvicina, infatti, il tempo delle elezioni e ci si chiede cosa cambierà a Taormina. Ma cosa si può fare per ritrovare lo spirito di un tempo? Una proposta arriva da Giuseppe Manuli, taorminese innamorato della sua città e fondatore del movimento “Quo Vadis” che, da lungo tempo, prevedeva un declino infausto per la città del centauro. Di seguito la nota integrale.

“In un momento di grave crisi economica, in atto la più grave recessione mai avuta, Taormina soffre, anche, di un deficit etico pubblico che investe la categoria morale e rende più difficile il momento di crisi. A fronte di questa drammatiche situazioni occorre creare un patto di cittadinanza, fondamentale per ricostruire la fiducia nelle istituzioni Comunali e così ricreare le basi di una convivenza Civile. Per questo arduo compito, scevro da ogni condizionamento e senza legami con il passato che ci ha condotto nello stato cui ci troviamo, scelte radicali attendono la città che non possono che essere compiute da AMMINISTRATORI capaci, non compromessi, non contigui, con chi ci ha condotto sull’orlo del dissesto.

– La ricerca di una buona amministrazione passa attraverso una diversa cultura politica che ponga a fondamento del funzionamento della burocrazia comunale i fondamentali principi dello Stato di Diritto, il principio d’autorità, di responsabilità ed efficienza in ognuno dei ruoli ricoperti; negli uomini e nella struttura, e così creare le condizioni che possono e devono rendere concreta la Trasformazione. Pensare a nuovi modelli culturali, a nuovi comportamenti pubblici di amministratori, dirigenti, funzionari, impiegati e operai; d’importanza primaria se non decisivo, il recupero dell’identità “Taormina” con le peculiarità che l’hanno resa unica nel mondo. Senza dimenticare le realtà nate e cresciute intorno a Noi.

Taormina, per Noi, deve preferire e dunque rendere prioritari:

– L’ammodernamento dei servizi collettivi. Attenzione ai costi, a volte troppo onerosi.
– La valorizzazione dei nostri Beni archeologici, storici, ambientali e paesaggistici.
– Grande, grandissima attenzione al comparto Scuola in tutti i gradi con specifico riferimento alle medie superiori oggi, in concreto, assenti in città che soffrono di collegamenti disastrosi con i siti dove ci sono e dove mandiamo i nostri figli.

Taormina deve ridiventare nuovamente una città Ambita, più moderna, più competitiva:

– Rinverdire la memoria di un passato “glorioso”, saper gareggiare in modi sempre più interdipendenti nello scenario del turismo globale, liberarsi dai condizionamenti di clientele corporative; in sintesi ridefinire i nostri interessi e le ragioni del nostro essere Taormina.
– Un nuovo modello amministrativo, un nuovo modulo organizzativo che coinvolga, nell’azione tutta la struttura Comunale, e faccia sempre riferimento alla cittadinanza ai suoi bisogni e dia speranza alle attese; ascoltando tutti”.