Messinambiente: la raccolta riprende regolarmente, iniziate le vaccinazioni dei dipendenti

Messinambiente: la raccolta riprende regolarmente, iniziate le vaccinazioni dei dipendenti

ELENA DE PASQUALE

Messinambiente: la raccolta riprende regolarmente, iniziate le vaccinazioni dei dipendenti

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martedì 28 Febbraio 2012 - 16:25

Scongiurata, almeno per ora l’emergenza, il servizio ripreso con regolarità da ieri. Si recupera per tornare alla normalità. Ma i sindacati precisano: «Da anni presentiamo denunce per mancanza sicurezza, la protesta legati a veri rischi». La situazione rimane però in stand by sui conti

«Non dite che non vi avevamo avvertito ma soprattutto non fate credere che quello dei lavoratori di Messinambiente sia stato un capriccio». Sono decine le note che la segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocè, sventola in mano, mostrandole ai giornalisti, per difendere la decisione portata avanti negli ultimi giorni dal personale, ovvero l’astensione dal lavoro: nei documenti (si parte dal settembre 2009 fino al gennaio 2012), si invitava e si invita la società, ma in alcuni casi anche l’Asp5 e l’ispettorato del lavoro, a verificare lo stato igienico sanitario dell’autoparco di via Salandra e la sicurezza dei mezzi utilizzati dai dipendenti. Dimostrazione evidente, dunque, «che le lamentele dei lavoratori non sono frutto del momento ma sono il risultato di anni di richieste rimaste disattese» afferma la Crocè con il “benestare” del segretario della Uil Trasporti, Silvio Lasagni e della Fit Cisl Enzo Testa.

E lo hanno ribadito a più riprese nel corso della conferenza tenutasi proprio all’autoparco di via Salandra, luogo scelto non a caso: sia perché sede dei mezzi finiti “sott’accusa”, perché considerati poco sicuri, (7 al momento quelli in circolo, 13 non idonei, 19 guasti) e sede del presidio organizzato in questi giorni dai lavoratori, sia perché luogo simbolo del disastrato stato in cui versa l’azienda: basta fare un giro nell’area dove sono parcheggiati gli autocompattatori, per notare come le condizioni igienico-sanitarie siano tutt’altro che da cinque stelle. Impossibile, questo è chiaro, pensare di poter sentire fragranze profumate e pulizia in ogni angolo, ma luoghi di lavoro più dignitosi, quello sì.

I dipendenti, alcuni dei quali presenti all’incontro, hanno ribadito che al momento la questione stipendi, per quanto importante, è secondaria rispetto all’esigenza di lavorare in condizioni di sicurezza. E qualche buona notizia in tal senso è giunta dall’appuntamento di ieri mattina con l’azienda che ha chiamato a raccolta i rappresentanti sindacali delle RSA garantendo l’avvio della vaccinazioni. Vaccinazioni (antitetanica e anti epatite) che, effettivamente, sono partite questa mattina, grazie all’accordo stretto con l’ASP5 e sono momentaneamente programmate fino al 2 marzo. Da qui la decisione di riavviare il servizio di raccolta e scongiurare così l’emergenza sanitaria in città. Rimane comunque in piedi la richiesta ufficialmente inoltrata dai sindacati all’ispettorato del lavoro, di verificare la situazione della struttura di via Salandra: «Ad oggi non si è ancora visto nessuno», afferma la Crocè.

Stavolta, dunque, il rischio è stato evitato, ma la risoluzione potrebbe non essere definitiva, non almeno fin quando il sindaco, come detto dai sindacati, non faccia chiarezza su Messinambiente, sul futuro della società, sulla messa in liquidazione, ma soprattutto fin quando non venga fatta luce sui rapporti tra Comune, Ato3 e Messinambiente che negli anni hanno progressivamente contribuito all’implosione della società. Per i rappresentanti sindacali il nodo da sciogliere non cambia: capire perché la società d’ambito non abbia riconosciuto alla società di via Dogali le somme richieste da quets’ultima per lo svolgimento del servizio: 2 milioni e 400 mila euro (+ IVA 2.600) quelli necessari per il servizio, 1 milioni 850 mila circa quelli corrisposti dall’Ato. Un disallineamento che col tempo ha inevitabilmente fatto crescere i debiti dell’azienda, fino ad arrivare alle somma odierna di 25 milioni di euro, cui si aggiungo gli 8 milioni nati da contenziosi tra le due società per contestazioni sui servizi resi.

«Ad oggi – afferma la Crocè – non è dato conoscere l’effettivo ammontare delle somme mensilmente trasferite dal Comune all’Ato3 (ricordiamo infatti che sia Messinanmbiente che Ato3 sono partecipate di palazzo Zanca) – e se il Comune abbia mensilmente versato tutte le somme anche alla società di cui è socio al 99%. Se così non fosse, l’amministrazione sarebbe debitrice nei confronti dell’Ato e, se fosse avvalorata tale tesi, la legge regionale – continua – prevede che il liquidatore (Antonio Ruggeri) attivi immediatamente le procedure per il recupero delle somme non versate dal Comune di Messina. Nel caso in cui l’amministrazione comunale non dovesse ottemperare, incombe un obbligo in capo al liquidatore, sulla base della l.r. 9/2010, che prevede l’obbligo di richiedere alla Regione l’attivazione delle dei poteri sostituitivi, ovvero commissariamento del Comune. Ciò però aprirebbe un grave scontro istituzionale perché il liquidatore dell’Ato3, Ruggeri, è anche capo di Gabinetto del Comune».

Affermazioni ben precise, quelle sollevate dalla rappresentante sindacale, che pur riguardano questioni che hanno origine tra uffici e stanze dei palazzi, finiscono alla fine per ripercuotersi nella quotidianità, tanto dei lavoratori, a casa senza stipendio, quanto dei cittadini, che rischiano di vedersi privati di un servizio essenziale. Tutto ciò mentre tiene banco l’ipotesi di aumento della Tarsu per far fronte ai buchi delle casse del Comune. In questo caso a chi presentare il conto? (ELENA DE PASQUALE) – (FOTO STURIALE)

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