Centorrino e Dugo vanno in pensione e Tomasello “ne approfitta” per decantare i meriti del suo rettorato, dimenticando che…

Centorrino e Dugo vanno in pensione e Tomasello “ne approfitta” per decantare i meriti del suo rettorato, dimenticando che…

Danila La Torre

Centorrino e Dugo vanno in pensione e Tomasello “ne approfitta” per decantare i meriti del suo rettorato, dimenticando che…

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lunedì 06 Febbraio 2012 - 16:23

L’immagine dell’ Ateneo peloritano è sempre più compromessa dalle inchieste giudiziarie in cui il rettore è coinvolto personalmente

I terremoti giudiziari, che continuano a colpire l’ateneo peloritano ed il suo massimo vertice in particolare, sembrano non scuotere affatto il rettore. Il Magnifico Francesco Tomasello resta ancorato alla sua poltrona – nonostante le numerose inchieste giudiziarie in cui è coinvolto personalmente ed i rinvii a giudizio “collezionati” negli ultimi giorni – e sicuramente vi rimarrà sino al 2013, grazie o per colpa della riforma Gelmini e di un escamotage sapientemente messo a punto (anticipazione della data di inizio dell’anno accademico). Ma come se tutto questo non fosse già abbastanza, Tomasello esalta, ad ogni occasione utile, il suo rettorato e l’attività svolta dal 2004, anno della sua prima elezione, ad oggi. L’ultima, in ordine di tempo, la cerimonia di commiato che si è svolta questa mattina nell’Aula Magna dell’Università in onore dei professori Mario Centorrino e Giovanni Dugo collocati in quiescenza.
Dopo avere invitato i due docenti a non interrompere la loro attività di ricerca nell’Ateneo e il loro impegno nella vita pubblica – ricordando come entrambi abbiano collaborato durante il suo primo mandato alla Governance dell’Ateneo rispettivamente come prorettore vicario il prof. Dugo e come Prorettore delegato alla Comunicazione il prof. Centorrino – Tomasello ha lasciato intendere, non troppo velatamente, che il suo rettorato si è contraddistinto per il forte (e naturalmente positivo) cambiamento impresso al sistema universitario rispetto al passato .
« La parte più difficile di questi cambiamenti- ha detto – è stato l’abbattimento della mentalità che abbiamo riscontrato tanto nel personale docente quanto in quello tecnico-amministrativo e la battaglia che abbiamo dovuto portare avanti per eliminare le rendite di posizione. Sono numerosi – ha continuato orgoglioso -gli obiettivi raggiunti da noi alla guida dell’Università di Messina anche se saranno coloro che verranno dopo di noi a giudicarli e a giudicarci. E’ stato possibile raggiungere questi traguardi grazie alla Governance attuata a partire dal 2004. Oggi possiamo affermare che l’Università deve essere indipendente dal territorio ed agire secondo le sue logiche».
Già, ma proprio a questo proposito vorremmo chiedere a Tomasello : quali logiche? (Danila La Torre)

3 commenti

  1. berluska ,insegna e fa scuola.Vuoi mettere?

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  2. Tomasello dimettiti per il buon nome dell’università… non riesco a credere che questo signore abbia ancora il coraggio di rimanere al proprio posto… Messina è una città senza futuro… siamo in mano a Buzzanca, Tomasello e Ricevuto… ma dove dobbiamo andare…?

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  3. Mi chiedo, chiedo e ri-chiedo:
    MA GLI STUDENTI, I VARI RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI NON HANNO NULLA DA DIRE???
    SONO ESSI IL MOTIVO,LA RAGIONE PER LA QUALE ESISTE L’ITITUZIONE “UNIVERSITA'”, se ne rendono conto o no?
    Pertanto una presa di posizione “FORTE E DECISA” non è necessaria, E’ DOVEROSA!!!

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