Tirrenoambiente batte cassa ma al Consiglio serve altro tempo per la delibera

Tirrenoambiente batte cassa ma al Consiglio serve altro tempo per la delibera

Francesca Stornante

Tirrenoambiente batte cassa ma al Consiglio serve altro tempo per la delibera

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mercoledì 21 Agosto 2013 - 23:22

La delibera è quella sui debiti Comune-Ato3 che oggi torna in aula ma che non è ancora stata modificata anche se la soluzione c'è. La discarica di Mazzarrà però non può più aspettare. Intanto si profila l'avvio di un confronto positivo anche per il contenzioso tra Messinambiente e Ato3.

Dalla seduta del Consiglio Comunale fissata per oggi alle 12 non dovrebbero saltar fuori grosse novità. All’ordine del giorno torna la stessa delibera che ha portato in aula il Civico Consesso alla vigilia di ferragosto, in barba al caldo e alle vacanze. La delibera è la numero 74 del 9 agosto 2013, è stata proposta dagli assessori al Bilancio e all’Ambiente, Guido Signorino e Daniele Ialacqua, serve per accertare i debiti fuori bilancio che il Comune ha accumulato nei confronti dell’Ato3 dal 2007 al 2011 e serve soprattutto per accedere al fondo di rotazione che la Regione ha messo a disposizione degli Enti Locali per chiudere le partite debitorie con le Ato in liquidazione. Ma rispetto alla seduta del 14 agosto il documento, di fatto, non ha subito quelle modifiche richieste. Non ancora, ma la soluzione è dietro l’angolo, dunque sarà solo questione di pochi giorni. Fatto sta che oggi i consiglieri non voteranno l’atto, anche l’amministrazione è d’accordo affinchè possa essere eliminata la voce che riguarda 2.800.000 euro relativi al 2007 e oggetto di un contenzioso tra Ato3 e Comune. Già questa mattina i legali dovrebbero accordarsi per ritirare il ricorso e procedere ad una transazione, servono solo i tempi tecnici per mettere a punto gli atti. Ieri in Commissione Bilancio si è tornati a discutere della delibera, la terza seduta in tre giorni in previsione del Consiglio di oggi.

Era stato invitato anche il Presidente di Tirrenoambiente, società che gestisce la discarica di Mazzarrà, Antonello Crisafulli che è arrivato all’incontro “armato” di tutti i documenti necessari per snocciolare dati e numeri. La discussione con Tirrenoambiente proseguirà già lunedì mattina, sempre in Commissione Bilancio, ciò che però è nuovamente emerso è che a Mazzarrà non sono più disposti ad aspettare. “Abbiamo compreso le difficoltà che avrebbe creato la chiusura della discarica a ridosso del ferragosto e abbiamo dato tempo all’amministrazione di portare questa delibera in Consiglio Comunale. Ma ad oggi apprendiamo che il documento non è ancora pronto per essere votato, avevamo un accordo che a quanto pare non può ancora essere rispettato e non sappiamo quanto ancora potremo aspettare” ha spiegato Crisafulli. Il problema è che la discarica è quasi arrivata al limite della capienza e se non verranno al più presto completati i muovi impianti nel giro di due mesi sarà costretta a chiudere definitivamente i cancelli. Tra l’altro, ha spiegato Crisafulli, ci era stato garantito il trasferimento immediato di 1.100.000 euro, subito sono stati versati 750mila euro, poi non sono più giunte notizie. In queste ore Tirrenoambiente deciderà come muoversi, consapevole del fatto che ci vorranno ancora dei giorni affinchè quella delibera, che farebbe arrivare a Messina parte dei soldi necessari per colmare il debito con la discarica, sia approvata.

Intanto la città affoga nei rifiuti nonostante gli immani sforzi di Messinambiente. E a proposito dell’altro contenzioso, quello tra Ato3 e Messinambiente, pare ci sia qualche segno di apertura da entrambe le parti. Questa mattina i commissari Michele Trimboli e Armando Di Maria si incontreranno con il vicesindaco Guido Signorino per discutere una ipotesi di transazione relativa agli interessi maturati nel tempo, la cifra dovrebbe aggirarsi sui 270mila euro. Potrebbe essere il primo passo per porre fine ad una lunga querelle che si trascina da anni.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. Date tempo ai Consiglieri

    Date tempo, tempo ,tempo

    Come dire, Dammi tempu ca ti perrciu!!!

    Sono massacrati dalle ferie il tempo di rientrare e troveranno un modo x far fallire qualcosa di nuovo

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  2. Posso capire le perplessità della Commissione, devono assumersi una grande responsabilità, anche personale, perché la nuova formulazione del decreto legislativo 77/1995, comporta una novità sostanziale. Si è recepita quella che è stata l’elaborazione giurisprudenziale, in particolare della Corte dei Conti, ma anche del giudice ordinario, stabilendo che sono permanentemente sanabili i debiti derivanti da acquisizioni di beni e servizi, relativi a spese assunte in violazione delle norme giuscontabili, per la parte di cui sia accertata e dimostrata l’utilità e l’arricchimento che ne ha tratto il Comune. CI SIAMO ARRICCHITI, anche dal punto di vista ambientale?

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  3. L’indebitamento incontrollato sia del Comune che delle partecipate e dell’azienda speciale (Atm) si fa risalire al 20o2 quando ebbe inizio la gestione dei citati enti, al fine di accelerarne le procedura di spesa, adottando i “principi contabili” propri delle aziende e/o società private in sostituzione di quelli pubblicistici che fanno riferimento e, conseguentemente, si basavano sulla normativa di cui al “Testo unico dell’ordinamento contabile degli enti locali” approvato col decreto legislativo 267/2000. Ciò ha determinato che parallelamente ai debiti “giuridicamente perfezionati (ordinazioni di spesa poggiate su atti amministrativi dotati di attestazione di copertura finanziaria, previsione oculata degli impegni automatici – spese per il personale, pagamento mutui, spese legislative, contrattuali e giudiziari, e debiti fuori bilancio già riconosciuti e, quindi, regolarmente finanziati -, si è verificato l’l’accrescersi smisurato di debiti privi di copertura finanziaria, come se detti enti fossero aziende private, con la prospettiva che, prima o dopo, l’ente (il Comune) avrebbe dovuto onorarli utilizzando “l’indebitamento parallelo” mediante contrazione di ulteriori debiti con il relativo ricorso alla “transazione” . Se si avesse il coraggio di dire “!basta” a questa impropria gestione degli enti pubblici, forse la corretta attività amministrativa potrebbe riapparire riportando alla normalità lo svolgimento delle funzioni primarie che detti enti sono chiamati a svolgere nell’interesse della collettività amministrata.
    Ci sono 22 milioni di euro di debiti dell’ATO3, altrettanti, o forse di più, di Messina Ambiente da aggiungere ai quasi 40 milioni dell’Atm. Sono tutti debiti privi di copertura finanziaria che emergono da una contabilità non “allineata” la cui paternità, allo stato, non può attribuirsi al Comune e quindi ai cittadini. Utilizzando l’istituto della “transazione” non si fa altro che altro che occultare una irregolarità contabile per anni utilizzata per creare debiti da porre, illegalmente, a carico del Comune e che oggi rappresentano il frutto di malefatte operate da coloro i quali tali costi hanno reso possibile che venissero effettuati.

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  4. Caro SAJA è istruttivo leggere le tue pillole di finanza locale, farebbero bene i nuovi Consiglieri Comunali a navigare su TempoStretto, avrebbero molto da imparare.

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