Storie di vita, “Il valore di ciò che possiedi”

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martedì 11 Dicembre 2012 - 10:11

Armando Arcovito, il noto gemmologo messinese racconta una storia di vita vissuta attraverso un incontro con Carla Ovoneri, che incastona le pietre nei gioielli, e un’analisi gemmologica che ha cambiato di senso l'esperienza di una donna

Carla Ovoneri, cosi si chiama questa mia amica. Fa un lavoro artigianale, antico, pieno di fascino. Le tecniche sono rimaste pressoché immutate nei secoli, i mezzi sono solo un po’ cambiati. Unisce il metallo con una pietra e tutto diventa armonia. Incastona le pietre. Io le riconosco.

Quella mattina di tardo autunno l’andai a trovare nella sua piccola e ordinata bottega per scambiare due chiacchiere su un lotto di brillanti da lei comprato e prendere un caffè in sua compagnia. La signora che entrò sospese la nostra discussione. L’incastonatrice la riconobbe e cordialmente ci presentò. Restai leggermente in disparte dando un poco di intimità a questo momento tra cliente e artigiano.

La donna era visibilmente preoccupata, reggeva tra pollice e indice un anello che mostrò anche a me indicando come la pietra si muovesse tra le griffe. Era emotivamente coinvolta.

Carla controllò la struttura del castone mentre lei raccontava la storia dell’oggetto, del suo viaggio a Firenze, della passeggiata sul Ponte Vecchio e di come il marito con un facile inganno le fece trovare l’acquisto già precedentemente fatto presso uno dei gioiellieri. Ci trasmise la sua felicità nel ricevere il regalo, la sua gioia nel ricordo di quel momento. Era il 1975. Quell’oggetto era costato 15.000.000 milioni. Un anello con una pietra centrale contornato da 8 brillanti più piccoli.

La pietra era grande e la donna, lasciando a Carla in consegna l’oggetto, raccomandò affinché il lavoro venisse eseguito con estrema accuratezza. Ribadì, congedandosi, la fiducia nella serietà dell’artigiana.

Vidi quell’oggetto, lo guardai dalle mani della mia amica sotto la sua luce al cromo. Per un attimo notai una inusuale dispersione di luce. Mi permisi di suggerire a Carla di non prendere l’oggetto in consegna e invitai anche la cliente a eseguire un’analisi più approfondita. La donna, un po’ dubbiosa, acconsentì.

Mi recai a prendere quell’attrezzatura per le analisi in miniera e in poco tempo riuscii ad allestire un basilare laboratorio gemmologico dentro la bottega. Spettroscopio, polariscopio e microscopio confermarono l’ipotesi e non ebbi dubbi sul risultato: zaffiro bianco incolore.

La donna rimase attonita. Chiese con speranza se esistesse una possibilità di errore, ma era poco discutibile quel risultato frutto di un’analisi scientifica.

Mentre le parlavo non poté trattenere qualche lacrima di delusione. Quel momento di quaranta anni prima aveva, per certi versi, perso la sua magia. Comprendemmo il dispiacere. Carla mi ringraziò per aver evitato possibili equivoci sulla sua professionalità.

“Oggi la gente conosce il prezzo di tutto e non conosce il valore di nulla” (O.Wilde – Il Ritratto di Dorian Grey).

Armando Arcovito, gemmologo, www.armandoarcovito.com

Un commento

  1. Ma come nessun commento? eppure ne abbiamo mandati tanti!
    Allora voi predicate bene e razzolate male!

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