La partigiana Lidia Menapace e il suo no al referendum

La partigiana Lidia Menapace e il suo no al referendum

Pi.Ge

La partigiana Lidia Menapace e il suo no al referendum

Tag:

Pi.Ge |
sabato 12 Novembre 2016 - 07:09

Lidia Menapace, nata nel 1924 a Novara ma abitante di Bolzano, staffetta partigiana, senatrice, pacifista e femminista militante, ha raccontato la sua esperienza nella resistenza. Ancora oggi continua a combattere

Nel corso dell'incontro, organizzato a Palazzo Zanca dall'Anpi di Messina e dal comitato messinese per il no alle riforme costituzionali, la partigiana ha spiegato le ragioni per cui si deve votare no al referendum previsto per il 4 dicembre. Lidia Menapace, nata nel 1924 a Novara ma abitante di Bolzano, staffetta partigiana, senatrice della Repubblica italiana, pacifista e femminista militante, ha raccontato la sua esperienza nella resistenza attraverso i grandi eventi storici e gli episodi di eroismo personale e collettivo.

Ha parlato delle donne piemontesi che salvarono, nascondendoli in casa, migliaia di soldati sbandati dopo l'8 settembre dell 1943, spartendo con loro i pochi viveri presenti in casa. Il contributo dei giovani meridionali e siciliani alla resistenza, dei militari internati in Germania ( 720.000), fra cui suo padre, che rifiutarono di aderire alle forze armate della Repubblica Sociale Italiana di Salò, per cui più di 70.000 militari italiani morirono di stenti e di fame per non chinare la testa.

Ancora oggi, la bolazanina 92enne, continua a combattere e oggi lotta per far sì che si voti no al referendum costituzionale. Non è stata rispettata nessuna procedura costituzionalmente corretta – spiega Lidia Menapace -. I" contenuti di questa riforma sono sgradevoli e al tempo stesso inutili. Quello che si chiede alle urne è la cancellazione totale della costituzione, il patto più importante che tiene unito il popolo all'interno di una nazione. La sovranità citata nell'articolo 2 della costituzione e che appartiene al popolo che la esericta, se vince il sì verrà violata. Un fatto questo, del tutto incostituzionale".

L'integrità morale degli elettori è la premessa indispensabile per un buon funzionamento delle istituzioni, dai Consigli al Parlamento al Governo. i cui rappresentanti sono scelti proprio dal popolo. "Il sì, infatti, non è vero che abolisce il senato ma impedisce di votarlo e per le leggi di iniziativa del cittadini si passa da 50.000 a 150.000 firme".

Nel corso del suo intervento, la Menapece ha parlato anche della crisi della politica che in realtà altro non è che la crisi del sistema capitalistico. "Le ragioni del declino dell’economia capitalista si collocano nell’utilizzo sempre più consistente della tecnologia come strumento di produzione delle merci, con la conseguente decrescita dell’impiego della manodopera salariata. Il problema dell’economia capitalista, nei suoi stadi più evoluti e tecnologicamente avanzati, risiede dunque essenzialmente nel sempre minore impiego di forza-lavoro. L’impiego di macchinari sempre più avanzati e produttivi, e quindi, almeno nel breve periodo, economicamente più convenienti della manodopera umana, porta insomma a una graduale diminuzione della capacità d’acquisto delle merci e della domanda effettiva, il che significa a un tendenziale declino dei profitti di impresa, motore ultimo dell’organizzazione economica capitalista, che non è più in grado di costruire una sua classe dirigente, basta vedere che è stato eletto come presidente negli Stati Uniti".
"Oggi l'Italia – continua la 92enne bolzanina – è un paese spaccato e bisogna ricostruire le maglie attraverso l'aggregazione di sinergie in grado di migliorare il territorio. Organizzare iniziative non concorrenziali tra loro, ma con l'intenzione di mettere assieme quante più risorse possibili. Per far ciò è importante l'atteggiamento culturale, collaborativo. La concorrenza è sinonimo di mercato capitalistico mentre la solidarietà è già l'altrenativa anticipatrice di una vita in cui la società si auto organizza e mette in comune molte cose".
Nel corso del convegno si è anche parlato delle metodologie utili a vincere il refrendum. Maurizio Rella, del comitato messinese per il no al referendum, coordinatore provinciale di Sinistra Italiana e consigliere comunale ha invitato i presenti a partecipare con impegno agli incontri coi cittadini davanti ai mercati e nei luoghi pubblici, facendo avanzare le ragioni del no.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007