La crescita esponenziale della candidatura di Angela Marcianò sta cominciando a preoccupare
“È sempre più evidente, con l’avvicinarsi del giorno delle elezioni, il clima di crescente tensione che si respira all’interno dei due “carrozzoni” – sia del centrodestra che del centrosinistra – inizialmente accreditati come “i più forti”, per il solo fatto di essere formati da un numero più consistente di liste (altrimenti che carrozzoni sarebbero?…) rispetto agli altri ‘competitor’.
Basta, infatti, fare una “navigata” sui social e leggere i post pubblicati da alcuni esponenti dei summenzionati schieramenti, per constatare come questi autorevoli rappresentanti del cdx e del csx, siano paradossalmente accumunati dalla medesima ossessione: IL VOTO DISGIUNTO.
È proprio così, sembrerà strano, ma questa ‘orribile formuletta’ prevista nella legge elettorale maggioritaria, con la quale tutti noi ci apprestiamo ad esprimere la nostra preferenza tra una settimana, sta facendo venire l’orticaria ai due ormai “ex papabili” al ballottaggio. Infatti, se dopo aver raggiunto l’accordo per la candidatura unitaria del centrodestra, a poche ore dalla scadenza per la presentazione delle liste, avevamo assistito ‘alla corsa’ dei candidati che si accalcavano per salire sul carro del candidato della Lega, adesso che la competizione elettorale è iniziata, anzi è giunta ormai al suo ultimo giro di boa, assistiamo invece ad uno scenario del tutto differente e per lorsignori addirittura inquietante…
Sono infatti proprio gli stessi candidati delle due coalizioni “più zeppe” che andando in giro alla ricerca di consenso, si sono – ahiloro! – resi conto che il popolo reggino non guarda affatto con simpatia verso i due ‘ex papabili’. Il primo evidentemente perché ha già dato prova di sé in questi anni e non pare che attraverso la sua azione amministrativa abbia convinto la popolazione a riconfermargli la fiducia, il secondo perché, “armato” con la spada di Alberto da Giussano e quindi “lanciato” dalle plumbee nubi di Pontida e “rimbalzato” fin qui, passando anche dalla Liguria, non sembra proprio essere ben gradito ai reggini, intenzionati, piuttosto, a difendersi con la spada di San Giorgio.
Ed ecco quindi che entrano in scena le candidature dei così detti ‘outsider’.
Prima tra tutti, stando ai sondaggi ufficiali sulle intenzioni di voto (quindi effettuati su basi scientifiche da “Fabbrica politica” per conto di un noto portale d’informazione), quella di Angela Marcianò che già il 3 settembre scorso, con il suo 21,5%, si attestava in seconda posizione dopo il sindaco Falcomatà, dato al 30,6%, e distanziando di ben DUE PUNTI il candidato della Lega (19,2%), l’altra, quella di Klaus Davi che sta conducendo una brillante battaglia “in solitaria” attestandosi – sempre stando al suddetto sondaggio – a poco più di due punti sotto il candidato della Lega.
È evidente, quindi, come quella “fotografia” del corpo elettorale abbia potuto scuotere gli animi di chi, fino a prima del fischio di inizio gara, si sentiva già al ballottaggio. Quindi cosa fare per evitare questa disfatta ormai annunciata? Bisognerà pure inventarsi qualcosa! Ed ecco allora che le ‘truppe cammellate’ dei due schieramenti, si cominciano a muovere,
intonando le solite “litanie” per le vie della città ma soprattutto per quelle dei ‘social’ che sono ormai divenuti lo strumento principale della propaganda politica, per raccontare delle incredibili favole agli elettori meno avveduti.
Tra quelle più gettonate c’è innanzitutto quella secondo cui il voto alla Marcianò sia sprecato “perché, tanto, le sue liste non raggiungeranno il quorum, quindi in caso dovesse vincere lei si rischia l’ingovernabilità”, mentre la litania più gettonata nel “jukeboxe” delle truppe cammellate, è invece quella dal titolo “se vince la Marcianò a Reggio si finisce come a Villa San Giovanni”, sempre sulla “falsariga” dell’ingovernabilità, per via della sentenza di primo grado sulla ‘vicenda Miramare’, sui cui risvolti la stessa Marcianò ha già più volte chiarito che le cose non stanno così…
Qualcuno probabilmente obietterà che Falcomatà, visto il distacco iniziale rispetto agli altri candidati, non avrà problemi ad arrivare al ballottaggio. E questo probabilmente è vero. Ma qui apro una parentesi riallacciandomi alla puntuale analisi fatta qualche giorno fa dal candidato Saverio Pazzano, il quale giustamente lamentava il silenzio del Sindaco metropolitano ‘sui fatti di Riace’, a seguito dei quali Pazzano indica – a mio avviso correttamente – l’inizio dell’ascesa della Lega nella nostra regione.
Ebbene Pazzano, però, nella sua analisi non ha tenuto conto del fatto che la crescita della Lega, particolarmente nella nostra provincia, avrebbe di fatto agevolato la campagna elettorale di Falcomatà il quale, una volta ufficializzata la designazione del candidato di Salvini per il
centrodestra, credo che abbia stappato qualche bottiglia di champagne brindando, insieme ai suoi fedelissimi, al più clamoroso errore politico di questa ‘sottospecie’ di centrodestra a trazione salviniana che si presenta per governare la città.
Ecco perché oggi la crescita esponenziale della candidatura di Angela Marcianò sta facendo venire l’orticaria, non soltanto al candidato della Lega che affanna per recuperare terreno, ma anche, e forse maggiormente, la sta facendo venire al Sindaco uscente, il quale, non avendo dalla sua dei buoni numeri da “rendicontare” all’elettorato circa la sua amministrazione, avrebbe certamente preferito scontrarsi all’ormai certo ballottaggio, con il candidato dal “marchio leghista” piuttosto che con la Marcianò, contro la quale in un eventuale secondo turno, avrebbe davvero pochi argomenti a cui appigliarsi.
Pertanto, miei cari amici delle truppe cammellate, ringraziateli comunque quei reggini che vi daranno il loro voto per una questione di fiducia, per amicizia o anche per legami di parentela, ma non vi amareggiate se potendo godere di un’offerta politica di tutto rispetto sceglieranno di esprimere il loro voto per un altro candidato a Sindaco. Per questa volta, rassegnatevi…”.