Reggio Calabria, protesta dipendenti avr, per l'azienda agli operatori la mascherina non serve

Reggio Calabria, protesta dipendenti avr, per l’azienda agli operatori la mascherina non serve

marco mare

Reggio Calabria, protesta dipendenti avr, per l’azienda agli operatori la mascherina non serve

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lunedì 16 Marzo 2020 - 01:41

Reggio Calabria, dopo la protesta dei dipendenti avr, arriva la nota della società AVR, secondo la quale non sono necessarie le mascherine

Reggio Calabria, 15 marzo – Ieri notte, durante la presa di servizio, i lavoratori del’avr hanno accennato una protesta lamentando la mancanza di mascherine e di altri dispositivi di protezione individuali durante la raccolta. Ieri poi, gli operatori avevano comunque effettuato regolarmente il loro turno di lavoro uscendo con i mezzi per effettuare la raccolta porta a porta. Oggi è arrivata la nota dell’azienda – Secondo una lettura normativamente orientata, l’utilizzo della mascherina può considerarsi obbligatorio solo nelle ipotesi tassativamente ivi previste e, qualora, non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza prevista per evitare il contagio. Soltanto ove non sia possibile evitare la succitata promiscuità, si raccomanda l’utilizzo della mascherina, quale alternativa esimente rispetto alla generale regola della distanza di contagio. Analoghe considerazioni in caso di assembramento.

In tal senso, prosegue la nota, Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e componente del comitato esecutivo dell’Oms, ha spiegato: ““Le mascherine chirurgiche, quelle di garza, per intenderci, servono al personale sanitario e ai chirurghi per evitare che le goccioline di saliva cadano sul campo operatorio. Servono a proteggere i pazienti e a proteggere gli altri dai pazienti. Quindi non servono a proteggere i sani”. “Ai sani – ha rimarcato il consulente del Governo – non servono assolutamente a niente. Non hanno nessuna protezione nei confronti del virus che penetra attraverso quei fogli di garza e quindi non proteggono”. Un’opinione simile è stata fornita da Roberto Burioni, medico e professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano che ha affermato: “Il virus si trasmette tramite goccioline che viaggiano per circa un metro. Le mascherine disponibili le bloccano ma devono essere usate dagli operatori sanitari. Chi sta bene non ha bisogno di mettere la mascherina. Chi deve mettere tassativamente la mascherina, anche quella chirurgica, è invece chi sta male”. Riepilogando, le circolari Ministeriali, in relazione alle mascherine FFP2 o FFP3, prevedono che: personale addetto alle operazioni di pulizia di ambienti dove abbiano soggiornato casi confermati di COVID-19 prima di essere stati ospedalizzati ed il personale sanitario in contatto con un caso sospetto o confermato di COVID-19, deve indossare DPI adeguati, consistenti in filtranti respiratori FFP2 (utilizzare sempre FFP3 per le procedure che generano aerosol). Al di fuori di questi casi, non è previsto l’utilizzo di tali DPI, a meno che i rischi specifici legati all’attività svolta, non lo prevedano già (necessità di protezione da polveri, fumo e aerosol solidi e liquidi tossici e dannosi per la salute). La mascherina del tipo “chirurgico” può invece essere utilizzata da soggetti che presentino sintomi quali tosse o starnuti, per prevenire la diffusione di goccioline di saliva. Tutto quanto sopra premesso, segnaliamo che l’Ufficio Sicurezza è a vostra disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento e/o approfondimento sul tema. Chiediamo a tutti i colleghi di adoperarsi per vigilare sul rispetto della presente istruzione, curandone la massima diffusione.

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