Reggio, viale Calabria off-limits. Ma portare a spasso il cane non può significare inciviltà FOTO

Reggio, viale Calabria off-limits. Ma portare a spasso il cane non può significare inciviltà FOTO

mario meliado

Reggio, viale Calabria off-limits. Ma portare a spasso il cane non può significare inciviltà FOTO

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mercoledì 13 Luglio 2022 - 16:00

Lungo varie strade della zona Sud ciclisti, pedoni, disabili in sedia a rotelle costretti alla gimcana per evitare lo sterco e non inalare l'odore d'urina

REGGIO CALABRIA – Un lettore, Pasquale Cicciù, ci ha segnalato – inoltrandoci pure alcune eloquenti fotografie – che ampie zone della zona Sud di Reggio Calabria sono in uno stato micidiale di degrado. La cosa riguarda in particolare il tratto finale di viale Calabria, che ‘include’ la pista ciclabile, e parecchie tra le strade che intersecano l’arteria.

In particolare, quella “lato Sud” – nel tratto compreso tra le vie San Giuseppe e Gebbione soprattutto – «è tutto tranne che una pista ciclabile». Soprattutto perché, espone indignato il nostro lettore residente proprio nell’area interessata, «è diventata passeggio di possessori di cane che fanno i loro bisogni (dalla mattina alla sera) a terra e sui dissuasori gialli».
Una segnalazione corredata pure da un elenco di alcune vie “affluenti” interessate al fenomeno insieme a viale Calabria: da via Suraci a via Cassino, dal parco 13 giugno 1999 a via San Giuseppe.

Bisognini nei posti sbagliati. Ma non solo…

Tempostretto, in realtà, più volte s’era occupato della questione delle deiezioni canine e dell’insopportabile degrado nell’area.
Al quale, va detto, nei paraggi s’aggiungono parecchie altre questioni: i balconi superlesionati apparentemente pronti al crollo nell’indifferenza generale, per esempio. O le numerosissime mattonelle “saltate” nelle strade circostanti, anche per il pessimo incrocio tra sottoservizi non esistenti e opinabili essenze arboree piantumate a suo tempo. Fino a un discutibile stato generale delle manutenzioni in strade e aiuole grandi e piccole…

Basti guardare ad alberi con frasche “altezza uomo” o alla parte di recinzione sfondata, e rimasta tale da tempo immemorabile – con notevole pericolo per chi non conosca già lo stato dei luoghi -, peraltro giusto a un passo da un centro commerciale particolarmente frequentato.

«Ho più volte detto amichevolmente ai possessori di cani che questa cosa non è giusta, fanno orecchie da mercante e sono pure infastiditi. Urgono controlli e multe», scrive Cicciù.
Abbiamo voluto riscontrare già in queste ore la situazione effettiva: come potete notare dalle nostre fotogallery, la situazione è davvero disperante.

Oltretutto, come più volte evidenziato nel passato anche recente, ci sono mini-tratti di strada, del marciapiede e dei cortili adiacenti che per qualche oscuro motivo risultano “depositi eletti” per una quantità impressionante di feci canine, ma pure per laterizi e materiali di risulta e – a Reggio non può mancare – ovviamente di rifiuti rigorosamente abbandonati in ordine sparso, fuori da ogni possibile raccolta differenziata (ma anche indifferenziata, se è per questo).

Soluzioni? Basterebbe un’area “dedicata”

L’escamotage più semplice per risolvere la criticità, coniugando le più che legittime esigenze dei cani con quelle indiscutibili dei residenti a condizioni di vita civili, potrebbe essere ripulire e attrezzare un po’ meglio uno degli spazi verdi – oggi alquanto trascurati – di questa parte di zona Sud di Reggio. Come peraltro già s’è fatto in altre microaree di città, da via Pio XI al vicino quartiere di San Luca, passando per viale Europa.

Nello specifico, un’area vocata già esiste: una minuscola pineta nei pressi, di fatto già utilizzata per le sgambature degli “amici a quattro zampe”. Che, siamo sicuri, impallidiscono per lo scarsissimo senso civico dimostrato dai loro proprietari.

In troppi sono riluttanti a fare cose che abbiano senso

Lo dimostrano vari elementi.
Per esempio, la riluttanza a fare cose che abbiano senso (ma sono spesso propensi a far cose che “fanno senso”, invece). Inutile uscire muniti di guanti e sacchetti per le deiezioni dei propri animali, per dire, se poi “ci si scoraggia” per la distanza – non certo chilometrica; comunque migliorabile, come in molte altre parti della città – degli appositi cestini e quindi si gettano ovunque sacchetti multicolor e relativo disgustoso contenuto.

Che dire poi di chi effettivamente percorre, magari abitualmente, quel pezzo di strada ciclabile? Per ciclisti, pedoni in transito e soprattutto diversamente abili in sedia a rotelle non è il massimo della vita doversi dedicare all’arte del dribbling, per scansare le feci lasciate lì per inciviltà, e neppure respirare a pieni polmoni quantità industriali di urina depositata sui “panettoni” (alcuni dei quali pericolosamente disallineati: un vero attentato all’incolumità, specie per i soggetti non normodotati e le “due ruote”).

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