Reggio. Vicenda Miramare, Falcomatà: "Due anni duri. Adesso per la città ci dovrà essere un nuovo inizio"

Reggio. Vicenda Miramare, Falcomatà: “Due anni duri. Adesso per la città ci dovrà essere un nuovo inizio”

Dario Rondinella

Reggio. Vicenda Miramare, Falcomatà: “Due anni duri. Adesso per la città ci dovrà essere un nuovo inizio”

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giovedì 26 Ottobre 2023 - 08:35

Dopo l'assoluzione in Cassazione, per Giuseppe Falcomatà si riaprono le porte di Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro. Numerose le reazioni

REGGIO CALABRIA – Dopo la condanna annullata dalla Corte di Cassazione, per Giuseppe Falcomatà si riaprono le porte di Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro. Un esilio durato poco meno di due anni. I giudici della Suprema Corte, hanno accolto la richiesta degli avvocati Marco Panella e Giandomenico Caiazza, i quali nell’udienza di ieri mattina avevano chiesto l’annullamento della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, lo scorso mese di novembre ad un anno e sei mesi, con pena sospesa. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Giuseppe Falcomatà, risale al 2015 e riguarda la procedura di affidamento dell’immobile di proprietà del Comune che un tempo ospitava l’albergo “Miramare. Assolti anche gli altri imputati, l’imprenditore Zagarella, il segretario comunale in carica all’epoca, Giovanna Antonia Acquaviva, l’ex dirigente Maria Luisa Spanò, e 7 ex assessori : Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti. “Due anni duri”. Li ha definiti in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, Giuseppe Falcomatà. “Due anni in cui ho sofferto, ha sofferto la mia famiglia, ha sofferto la città. Questa assoluzione restituisce, in parte, le amarezze di questo periodo. Un periodo in cui non mi è mai, mai, mancato il vostro sostegno, il sostegno dei reggini. Adesso per la città ci dovrà essere un nuovo inizio. Insieme”. Una sentenza accolta in modo diverso dalle varie forze politiche della città.

Irto (Pd): “Una bellissima notizia per la città di Reggio Calabria, per tutta la regione e per la democrazia”

L’assoluzione per innocenza di Giuseppe Falcomatà e degli ex assessori della sua giunta è una bellissima notizia per la città di Reggio Calabria, per tutta la regione e per la democrazia“. Così il senatore Nicola Irto, segretario regionale del Partito Democratico calabrese, commenta, anche a nome di tutto il partito, la sentenza con cui la Cassazione ha scagionato il sindaco di Reggio Calabria e gli ex componenti del suo esecutivo.

“Finalmente –prosegue il segretario Irto– potrà tornare al suo posto e onorare il mandato popolare, senza macchia e ombra alcuna. Il Partito Democratico della Calabria non ha mai nutrito dubbi sulla correttezza dell’operato del sindaco Falcomatà che, con profondo senso delle istituzioni, si è difeso nel processo, attendendo l’ultimo grado di giudizio per vedere riconosciute le proprie ragioni. È nelle difficoltà che si vede il carattere, la personalità e la serietà dell’amministratore pubblico e del politico.

Siamo certi –conclude la nota del senatore Irto– che, insieme alle forze di maggioranza, il sindaco Falcomatà saprà riprendere in mano il percorso di cambiamento radicale che da tempo aveva avviato a Reggio Calabria”.

Ancora Italia: “Ritorno del sindaco … senza vergogna”

“Abbiamo appreso senza tanto stupore, ma con rammarico, della decisione della corte di cassazione in merito all´annosa vicenda Miramare (2015 – la velocitá della Giustizia). Senza scendere nei tecnicismi, che non sono di nostra competenza, da cittadini della strada, prendiamo atto dell´effetto di questa decisione del potere giudiziario: un amministratore per il quale un giudice si è espresso nella sentenza di condanna di primo grado, nei seguenti termini: “regista di un disegno criminoso” ritorna ad amministrare una cittá di 200.000 abitanti. Al di lá degli aspetti tecnici cavillosi e burocratici, resta il fatto sostanziale, documentato e testimoniato, che Falcomatá diede ad un amico l´utilizzo di un prestigioso albergo a titolo gratuito, e nonostante tale fatto moralmente e socialmente grave, gli organi di controllo lo
rendono idoneo ad amministrare la nostra cittá. Un tempo esisteva il sentimento della vergogna,
un sentimento che poneva l´individuo al cospetto della morale e della percezione altrui, oggi per
una minoranza non esiste il rispetto del sentimento altrui, né il rapporto con la realtá, uno dei
drammi della politica attuale è il totale distacco dalla vita reale. Gli effetti nocivi di 9 anni di mala gestio sono visibili a tutti, e sia pure con la scarsa trasparenza amministrativa, l´evidente condotta immorale nella gestione Miramare, le cosiddette Istituzioni di controllo lo riabilitano per l´opera demolitoria della bella Reggio. Il provvedimento della cassazione di oggi non va certo in quella direzione di restituire un minimo di fiducia alle Istituzioni o a quel complesso di organi chiamato Stato, una fiducia nella nostra martoriata cittá ormai da tempo ai minimi termini, a ragion veduta. Molti cittadini onesti, al di lá degli schieramenti politici ormai superati, confidavano nel riavvio di un confronto politico nella cittá, per poter dar vita ad una nuova classe dirigente che avviasse un processo di ricostruzione culturale, sociale, economica, politica, una cittá da nove anni in ostaggio di una minoranza trasversale che si è manifestata incapace a dare quelle risposte necessarie a garantire condizioni di vita civili secondo standard occidentali. Da parte nostra continueremo l´attivitá di opposizione/controllo extra palazzo, invitiamo le tante forze sane della cittá ad attivarsi per ridare vita ad una sana e costruttiva partecipazione politica in grado di costruire valide alternative ai comitati affaristici e mercantili che oggi infestano i palazzi istituzionali urbani e non. Reggio è piena di persone oneste, capaci, che potrebbero dare un fattivo contributo al recupero, bisona favorire la partecipazione di queste persone e costruire un riferimento politico che raccolga le tante anime di dissenso presenti nei vari territori urbani che oggi sono private di rappresentanza politica. Noi DSP siamo disponibili a qualsiasi confronto politico teso a costruire alternative serie oneste capaci e credibili”.

Minnella (Msi): “La politica romana ha ancora una volta deciso per Reggio

“Qualche giorno di speranza per i cittadini onesti, le voci che iniziavano a circolare già dalla scorsa settimana, il pessimismo dei falcomatiani che vagava sulla città dello Stretto e si faceva sempre più strada negli ambienti della putrida politica reggina tanto che molti equilibri e passaggi di sponda erano già pronti per essere messi nero su bianco“. Dichiara Giuseppe Minnella, Portavoce Provinciale MSI-FT, in seguito alla sentenza di assoluzione di Falcomatà. “Nulla di tutto ciò, almeno per il momento. Certi fin dall’inizio di quello che sarebbe stato l’esito in Cassazione, che non donerà certo fede nella giustizia alle giovani generazioni, anche noi ci eravamo fatti suggestionare da quello che appare ormai come un sogno: una Reggio libera da amministratori incapaci e disonesti moralmente.

Ed invece la politica romana ha ancora una volta deciso per Reggio: Falcomatà deve rimanere in sella a qualunque costo a costo di inventarsi una interpretazione del diritto e dei fatti surreale! Sono evidentemente risolti quindi i dissapori che nelle ultime settimane avevano fatto vacillare la posizione del sindaco sospeso e lo avevano costretto a diverse interlocuzioni romane. Si va avanti dunque con il sindaco Falcomatà che a giorni ritornerà a pontificare da Palazzo San Giorgio in sella alle macerie di una città che lui e le sue varie squadre avvicendatisi negli ultimi nove anni hanno annientato e ne hanno gravemente danneggiato l’immagine nell’Italia e nel mondo.

In un simile scenario non è escluso che nei prossimi giorni con i cittadini e con le forze politiche che vorranno condividere un percorso comune saremo presenti e partecipi a manifestazioni di piazza al rientro a palazzo dei sospesi. Con che coraggio si possono lasciare soggetti simili a governare una città? ” E’ l’interrogativo che poniamo a governo, prefettura e magistratura. Il silenzio di fronte ad un diritto violentato ed agli scempi di questi nove anni potrebbe essere la solita muta risposta. Dunque: “niente di nuovo sul fronte occidentale”

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