Caso Genovese, il M5S: “Il Pd perde tempo per difendere la casta”

Caso Genovese, il M5S: “Il Pd perde tempo per difendere la casta”

Rosaria Brancato

Caso Genovese, il M5S: “Il Pd perde tempo per difendere la casta”

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martedì 15 Aprile 2014 - 23:45

E’ scontro in sede di Giunta per le autorizzazioni a procedere tra M5S e Pd. I 5stelle annunciano il voto favorevole all’arresto: “Genovese ha impantanato i lavori in attesa di documenti, i partiti perdono tempo per difendere la casta. Aspettiamo il Pd alla prova del voto”.

Il caso Genovese torna all’attenzione della Giunta per le autorizzazioni a procedere e scoppia lo scontro tra il M5S e il Pd sui tempi che vanno dilatandosi (attraverso la richiesta di integrazione di nuovi atti) rispetto alle previsioni.

I grillini annunciano subito di essere favorevoli all’autorizzazione a procedere, accusando i colleghi del Pd di “prender tempo” con motivazioni che nulla hanno a che vedere con il ruolo affidato alla Giunta. Il dibattito si polarizza esclusivamente tra grillini e democratici, e si conclude nell’attesa della nuova documentazione.

Ma andiamo per ordine. Ad apertura di seduta il presidente La Russa comunica che Genovese, così come annunciato, ha trasmesso alla Giunta una terza memoria difensiva e nel corso del pomeriggio allegherà ulteriori documentazioni richieste il 10 aprile.

Il dibattito entra nel vivo con l’intervento della catanese Giulia Grillo, M5S, che nella precedente seduta aveva richiesto una serie di chiarimenti al deputato del Pd. La Grillo sottolinea come la Camera debba evitare di sostituirsi alla magistratura e quindi limitarsi alla decisione sull’eventuale sussistenza del fumus persecutionis poiché non compete alla Giunta accertare i fatti contestati, dare loro una qualificazione giuridica e valutarne l'attribuibilità. Qualora quindi i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari dovessero risultare sufficientemente indicati e supportati la Giunta non potrebbe esimersi dall’autorizzazione a procedere. In caso contrario, sostiene Giulia Grillo, “la Camera eserciterebbe indebitamente un potere che la Costituzione affida alla giurisdizione e farebbe prevalere la politica sulla giurisdizione, alimentando nei cittadini la convinzione che la cosiddetta «casta» sia protesa a trasformare l'immunità in impunità e la prerogativa in privilegio”. L’esponente del M5S ricorda poi come il provvedimento riguardi 25 soggetti per un totale di 54 capi d'imputazione. Quasi tutti i soggetti sono ritenuti responsabili di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati peculato, truffa aggravata, riciclaggio, reati finanziari e contro la pubblica amministrazione. In questo quadro Genovese, secondo i magistrati, avrebbe un ruolo di promotore o comunque di punto di riferimento di un’associazione che avrebbe sfruttato il suo ruolo e la sua influenza politica per distrarre denaro pubblico. Secondo la Grillo emerge un quadro probatorio chiaro ed un “ allarme sociale che dovrebbe orientare i membri della Giunta a concedere l'autorizzazione non solo per la gravità delle accuse, ma ancor più per la mole di documentazione a sostegno, ritenendo senza alcun pregiudizio che Genovese si debba difendere dalle accuse nelle sedi cautelari che l'ordinamento processuale garantisce, così come farebbe qualsiasi cittadino italiano”.

La difesa del deputato Pd inoltre si baserebbe solo su elementi che competono esclusivamente ai magistrati e non alla Giunta, chiamata ad accertare l’esistenza del fumus persecutionis e non altro. “L’ordinanza è improntata al maggior garantismo possibile- prosegue la Grillo- e la Giunta non può trascurare che si tratta di reati gravi che giustificano il provvedimento restrittivo, ampiamente motivato – sotto il profilo delle esigenze cautelari richieste dal codice di procedura penale – dal pericolo di reiterazione del reato. L'indagine non sembra essere viziata da lacune e carenze investigative tali da far emergere il fumus persecutionis che anzi sembra potersi escludere tenuto conto proprio dell'accuratezza e della complessità delle indagini stesse.  Pertanto il M5S ha orientamento favorevole alla concessione dell’autorizzazione della custodia in carcere”.

Alle dichiarazioni della Grillo si unisce il collega del movimento Vincenzo Caso che, tra l’altro, aggiunge che “ l'ordinanza con cui è stata disposta la revoca degli arresti domiciliari nei confronti della moglie di Genovese e della sua segretaria cui ha fatto riferimento il deputato nel corso della sua audizione, è stata annullata dal tribunale di Messina il 3 marzo scorso. Nei confronti dei coimputati il tribunale ha adottato una nuova misura cautelare che consiste nel divieto di dimora. In relazione alla moglie l'adozione di quest'ultima misura cautelare è stata motivata adducendo la sussistenza del pericolo di reiterazione dei reati”.

L’integrazione agli atti della Giunta, da parte dei grillini, dell’ordinanza del 3 marzo, con la quale si annulla la revoca dei domiciliari e si dispone di divieto di dimora, provoca lo scontro con i colleghi del Pd.

Secondo Anna Rossomando, Pd, ad esempio, “è utile fare chiarezza sulla posizione processuale degli altri soggetti coinvolti nella vicenda giudiziaria, dal momento che il reato contestato al collega Genovese è quello di associazione a delinquere e che la motivazione posta a base della richiesta si appunta sulla esistenza di una rete di vincoli e di rapporti personali, di cui Genovese sarebbe il promotore, tale da far emergere il pericolo della reiterazione dei reati”.   

Anche il Pd Franco Vazio richiede ulteriori approfondimenti, ricordando che lo stesso Genovese nella memoria difensiva della scorsa settimana aveva annunciato di voler integrare le pronunce giurisdizionali che riguardano i coimputati nell’operazione Corsi d’oro.

Tra l’attesa delle diverse integrazioni e le proteste del M5S la seduta è stata aggiornata a domani. In sintesi, solo i 5Stelle sono intervenuti in modo chiaro sulla questione, dichiarando di essere favorevoli all’autorizzazione a procedere e dandone le motivazioni. I grillini contestano il comportamento del Pd che “compie ogni tentativo possibile per far emergere una carenza nella documentazione in possesso della Giunta”.

A fine seduta il M5S ha messo a disposizione l’ordinanza del Tribunale del 3 marzo ed ha diramato un comunicato: "Pur non condividendo la procedura che si sta attuandonon siamo chiamati a un giudizio nel merito ma solo sul 'fumus persecutionis' e non stiamo trattando il caso dei 'Corsi d'oro' ma solo la posizione del deputato Genovese. Abbiamo voluto evitare di perdere altro tempo. La giunta è, infatti, chiamata a pronunciarsi entro il 18 aprile.Genovese ha impantanato i
lavori della giunta rimasta in attesa di documenti
in merito a una pronuncia del tribunale di Messina del 22 gennaio scorso che revocava le misure cautelari. Verdetto superato da quello da noi prodotto in giunta, datato 3 marzo 2014. In ogni caso solo noi abbiamo fatto una relazione con cui abbiamo chiesto di procedere all'arresto di Genovese, come avviene per ogni cittadino comune. I partiti, come sempre, si sono stretti attorno alla difesa della casta e le pacche sulle spalle si sono sprecate. Come sempre, aspettiamo il Pd alla prova del voto".

Voto che, a quanto pare, viste le premesse, slitterà.

Rosaria Brancato

10 commenti

  1. ha ragione M5S.

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  2. ha ragione M5S.

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  3. puzza di bruciato 16 Aprile 2014 11:09

    Visto che il PD sta tentando di bruciare “l’ingombrante” Genovese, penso che tra poco ci sarà l’annuncio di un passaggio di casacca.. La desta sarà ben lieta di difendere l’imputato e così tirarlo dalla loro parte….

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  4. puzza di bruciato 16 Aprile 2014 11:09

    Visto che il PD sta tentando di bruciare “l’ingombrante” Genovese, penso che tra poco ci sarà l’annuncio di un passaggio di casacca.. La desta sarà ben lieta di difendere l’imputato e così tirarlo dalla loro parte….

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  5. C’è sia la casta che la persecuzione ma non possiamo restare fermi. Se potessi scegliere da che parte stare io ora come ora starei dalla parte di coloro che sembrano essere i perdenti.

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  6. C’è sia la casta che la persecuzione ma non possiamo restare fermi. Se potessi scegliere da che parte stare io ora come ora starei dalla parte di coloro che sembrano essere i perdenti.

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  7. letterio.colloca 16 Aprile 2014 15:03

    Un momento di tristissima riflessione sui “CORSI D’ORO”:
    Operaio edile si toglie la vita, non lavorava da mesi.
    Perché questa “patetica” Giunta possa valutare, anche nelle ripercussioni, la IMMORALITA’ della GANG “corsi d’oro”.
    E’ brutto ammettere che:
    c’é molto più DIGNITA’ in un suicidio
    che trincerarsi in un assurdo e becero tentativo di sottrarsi al GIUSTO CASTIGO (per adesso, SOLO degli uomini ONESTI).
    Tanto vale anche per i “probabili” complici Pd.

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  8. letterio.colloca 16 Aprile 2014 15:03

    Un momento di tristissima riflessione sui “CORSI D’ORO”:
    Operaio edile si toglie la vita, non lavorava da mesi.
    Perché questa “patetica” Giunta possa valutare, anche nelle ripercussioni, la IMMORALITA’ della GANG “corsi d’oro”.
    E’ brutto ammettere che:
    c’é molto più DIGNITA’ in un suicidio
    che trincerarsi in un assurdo e becero tentativo di sottrarsi al GIUSTO CASTIGO (per adesso, SOLO degli uomini ONESTI).
    Tanto vale anche per i “probabili” complici Pd.

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  9. …sempre quelli del MoVimento5 Stelle a dire sempre NO…
    E’ a tutti ovvio che i magistrati ce l’hanno con i politici: una volta con Berlusconi, poi con previti, poi con dell’utri, poi con cosentino, poi con penati, poi con cuffaro, poi con lombardo, adesso con genovese..si riformi a giustizia e si eliminino i giudici una volta per tutte…

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  10. …sempre quelli del MoVimento5 Stelle a dire sempre NO…
    E’ a tutti ovvio che i magistrati ce l’hanno con i politici: una volta con Berlusconi, poi con previti, poi con dell’utri, poi con cosentino, poi con penati, poi con cuffaro, poi con lombardo, adesso con genovese..si riformi a giustizia e si eliminino i giudici una volta per tutte…

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