Tutte le condanne chieste dall'Accusa al processo per la banda del traffico di stupefacenti anche durante la latitanza e dal carcere
MESSINA – Condannate Claudio Costantino a 20 anni di carcere e infliggete 9 anni e 3 mesi alla compagna Alessandra Patti. Condannate anche tutti i complici nel traffico e spaccio di droga che aveva come base Camaro e si snodava fino alla Calabria, continuando anche durante la latitanza di Costantino e dopo il suo arresto.
La pensa così la Procura di Messina che alla fine del processo in abbreviato per la “banda” smantellata dalla Polizia qualche mese fa. I pubblici ministeri Roberto Conte, Marco Accolla e Antonella Fradà stamane hanno formulato le proprie richieste. E si tratta di richieste di condanna per tutti gli imputati, che vanno dai 3 anni per i semplici pusher ai 17 per i collaboratori più stretti di Costantino, piuttosto severe se si tiene conto del giudizio abbreviato. Il giudice per l’udienza preliminare Salvatore Pogliese ha poi ascoltato i difensori di Costantino e la compagna Alessandra Patti, gli avvocati Filippo Pagano e Carlo Taormina, l’avvocato Salvatore Silvestro che assiste i Genovese (padre e figlio, considerati appunto braccio destro di Costantino) ed ha poi rinviato tutto al prossimo 27 settembre.
Quel giorno il giudice dovrà anche pronunciarsi sulla richiesta avanzata dall’avvocato Filippo Pagano. Il legale chiede che il processo si celebri a Reggio Calabria. In Calabria è avvenuto infatti il traffico di droga durante la latitanza, così come i rifornimenti dello stupefacente da parte dei fedelissimi di Costantino. Pagano ha perciò sollevato questione di competenza territoriale e il Gup si è riservato la decisione.
Il traffico di stupefacente durante la latitanza
Costantino è già sotto processo per il duplice omicidio di Camaro del 2 gennaio 2022. La retata antidroga ha coinvolto anche Ruben Fortunato Prugno, Francesco Ferrante e Francesco Genovese, Giuseppe Genovese, Albino Misiti, Francesco Amante e Giuseppe Saffioti. Impegnati nel processo anche gli avvocati Domenico Andrè, Filippo Pagano, Carlo Taormina, Giuseppe Bonavita, Francesco Collia e Tindaro Celi.
La retata antidroga della Polizia
La retata è scattata il 12 marzo scorso. Gli agenti della Questura di Messina hanno ricostruito l’intenso traffico di droga portato avanti dal nucleo familiare e di fedelissimi di Costantino. Traffico che è andato avanti grazie a loro anche durante la latitanza in Calabria di Costantino, ricercato per l’omicidio di Giuseppe Cannavò e Giovanni Portogallo. Le intercettazioni della Squadra Mobile documentano i rifornimenti di cocaina, crack e marijuana oltre Stretto. L’indagine rivela anche il ruolo della Patti nell’attività di recupero crediti e di smistatrice dei “pizzini” e degli ordini di Costantino, dopo il suo arresto.
