Elezioni: così lontane, così vicine. La società civile si attiva, i partiti cercano antidoti all’antipolitica

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Elezioni: così lontane, così vicine. La società civile si attiva, i partiti cercano antidoti all’antipolitica

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lunedì 02 Aprile 2012 - 06:55

Dopo Reset è partita sabato l’iniziativa dell’associazione “Formamentis” con un approfondimento sulla mobilità: professionisti a sostegno della città. Gruppi di lavoro ai quali le segreterie guardano con attenzione tra la curiosità e il timore

Il clima diventa frizzante in città con l’avvicinarsi della tornata elettorale in programma nel 2013, ma che potrebbe anche essere anticipata. I congressi si moltiplicano, nelle segreterie inizia il fermento, si affilano le strategie. Alcuni partiti aguzzano la vista sul territorio, altri si insinuano tra associazioni e movimenti, in qualche modo provando a mescolarsi tra la società civile per non venire risucchiati nel vortice della cosiddetta “anti-politica”. In generale c’è la sensazione che alla crescita della disaffezione nei confronti dell’ultima generazione di amministratori stia coincidendo l’aumento della voglia di professionisti, docenti e commercianti, di impegnarsi in prima persona per provare a cambiare le cose. Un mondo al quale gli stessi partiti, tra la preoccupazione e il reale interesse, rivolgono particolare attenzione e in alcuni casi, come detto, prova addirittura ad “insinuarsi”.

Negli ultimi mesi a Messina abbiamo assistito ad esperimenti come quello di Reset, che partendo da alcuni gruppi di lavoro produrrà delle proposte per la città che probabilmente verranno portate su qualche tavolo comune in campagna elettorale. L’ultima iniziativa lanciata è quella dell’associazione culturale “Formamentis”, presentata sabato scorso alla Camera di Commercio con un approfondimento sul tema della mobilità e dei traporti, senza l’obbligo di pensare al Ponte sullo Stretto. Si tratta anche in questo caso di tanti professionisti, molti dei quali giovani, che hanno deciso di mettersi in gioco proponendo idee e piani per lo sviluppo della città. Un gruppo che ha come fine solo il miglioramento dell’attuale quadro cittadino ma che evidentemente si pone in stretta vicinanza all’Udc, seppur non chiude le porte ad altre esperienze politiche. A mediare l’incontro è stato il deputato regionale, Giovanni Ardizzone, mentre sulla poltrona dell’ospite d’onore si è seduto il senatore Gianpiero D’Alia. Dopo i saluti iniziali affidati al presidente dell’associazione Carlo Vermiglio e all’altro rappresentante, Carlo Abbate, sono intervenuti tanti “tecnici”. Tra gli argomenti trattati il nodo dei parcheggi, le isole pedonali, la cultura e il senso di appartenenza. E ancora turismo, modelli di sviluppo, università e tanto altro. Insomma un modo per discutere ed immaginare soluzioni ai problemi, ancora lontano dalle elezioni ma in tempo per programmare e mettere sul piatto le questioni più urgenti.

Proprio D’Alia, in conclusione, ha sollecitato un impegno in prima persona di questi ragazzi che con le loro competenze hanno dimostrato di essere in grado di sostituire chi fino ad oggi ha fallito. Le parole del senatore hanno battezzato la nascita di “Formamentis”: «In assenza di risorse economiche, con problemi di varia natura da affrontare e un Comune che prima o poi dovrà dichiarare il dissesto, l’unica cosa che rimane è la forza delle idee, senza delegare le scelte ad altri come è stato fatto in passato». Il segretario regionale dell’Udc ha inoltre evidenziato l’importanza di recuperare tante zone della città e soprattutto quanto necessario sia un rapporto di “solidarietà amministrativa” tra gli enti per gestire al meglio le tante ricchezze di cui Messina è dotata.

2 commenti

  1. gia’ , prima Reset, composta da profesionisti, molti targati Lions e che da anni lavorano con e per il potere.
    oggi questi altri, Formamentis, che mi sembra chiaro hanno nell’Udc un approdo sicuro.
    E PARLIAMO DI NUOVO?
    Tutti bravi a parlare di nuovo, di cose astratte. ma come mai nessuno pone al primo punto il problema della Collusione e della Corruzione?
    il problema di una procura cieca su quello che avviene in citta’?
    il NUOVO, puo’ trovarsi solo se si riesce a scalfire un muro ormai con crepe evidenti, non certo cercando un posticino insiema a quelli di cui e’ evidente la colpa

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  2. C’è da essere indignati: ho letto sulla Gazzetta del Sud di domenica 1 aprile che il sen D’Alia avrebbe detto: “La nostra generazione ha fallito perchè figlia di un modo di pensare che non va più bene. Voi non dovete fare l’errore dei vostri genitori che hanno delegato ad altri il loro futuro bensì occorre spendersi in prima persona per cambiare le cose. Ecco perchè immagino tanti di voi futuri assessori e amministratori della città.” Incredibile: sembrava parlasse non un uomo di 45 anni da 30 impegnato in politica, ma un anziano di 80 anni. Probabilmente il D’alia ha confuso se stesso, fino ad immedesimarsene, con suo padre, l’ottuagenario onorevole Totò D’Alia.
    Forse gli uomini come lui hanno fallito, perchè hanno consegnato la città alla disperazione ed alla fame, al nepotismo, all’arricchimento di pochi che hanno asservito la città al passaggio di 12 milioni di mezzi all’anno, senza alcun merito imprenditoriale. Non solo sarebbe il caso di ricordare a questi giovani professionisti, che spero per dignità lo abbiano fischiato, quanti “vecchi” quarantenni compagni di scuola o di università del senatore abbiano seguito il gruppo D’Alia nel corso degli ultimi 20 anni allettati dalle parole del nostro sul cambiamento e si sono trovati con un pugno di mosche nelle mani, messi da parte perchè bisognava eliminare i soggetti pensanti, potenzialmente pericolosi per il proprio avvenire politico.
    Se ora ci si rivolge ai trentenni è perchè i quarantenni sono già passati tutti da quella segreteria.
    Vorrei ricordare che il sen D’Alia è al governo di questa città ininterrottamente dal 1998, ne è stato vicesindaco (con Leonardi, definito “candidato inadeguato” alla autorità portuale – ora finalmente Lombardo ha proposto nella terna uno vicino a D’Alia) e si è opposto sempre a tutto non proponendo mai niente per il bene della città, se non politica partitocratica di contrapposizione, secondo l’obiettivo spicciolo che era necessario consegure.
    C’era da fare il ponte con un progetto già definitivo, la TAV non ha per tutto il percorso un progetto definitivo, e ha definito il progetto che avrebbe cambiato questa città ed i suoi cittadini, irrealizabile (tre chilometri di ponte quando nel mondo si fanno ponti e tunnel di 60 chilometri!!!).
    Adesso studia per fare il presidente della regione ed ha bisogno dei voti di Genovese. Una mano lava l’altra.
    Vorrei ricordagli comnunque che c’è una gran parte della sua generazione che non gli è andata di dietro (nè a lui nè a Genovese) e si è realizzata, con profitto, nel lavoro e nelle professioni. Un augurio per Messina e per questi poveri giovani professionisti illusi: che quelli che vivono a Roma durante la settimana continuino a parmanerci anche nei week end.

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