Tra M5S e Pd scoppia la guerra del rinvio del voto sul caso Genovese. I Democratici temono imboscate nel segreto dell'urna, come avvenne con Craxi. Un boomerang mediatico a ridosso della campagna elettorale che il Pd vuole evitare con un rinvio del voto. Immediate le proteste dei 5Stelle. Oggi si ricomincia, ma sembra improbabile che si voti prima del 25 maggio. "Il Pd vuole salvarlo, intervenga la polizia" tuona Grillo

“Non ci fidiamo del M5S”, “No, siamo noi che non ci fidiamo del Pd”.

Sul caso Genovese scoppia la guerra del rinvio del voto tra Pd e M5S.

Ad una settimana dalle elezioni Europee, il voto sull’arresto richiesto dalla Procura di Messina nei confronti di Francantonio Genovese è ormai a pieno titolo uno dei temi della campagna elettorale. Nello scontro tra Grillo e Renzi il caso Genovese, accusato di associazione a delinquere, peculato, truffa, riciclaggio e falso in bilancio è una bomba ad orologeria per il Pd che ha tutto l’interesse a far slittare la decisione della Camera sull’autorizzazione a procedere a dopo il 25 maggio, temendo anche imboscate dal voto segreto. E infatti la votazione rischia di slittare.

"Non so se fidarmi del M5S " ha detto oggi la vicesegretaria Pd Deborah Serrachiani, sintetizzando i timori del partito nei confronti dei 5stelle che potrebbero, nel segreto dell’urna, votare contro l’arresto additando poi i Democratici come i “salvatori” del collega indagato. Accadde così nell’era tangentopoli per Craxi, salvato nel segreto dell’urna dalla Lega che fece così cadere il governo facendo ricadere le responsabilità su Psi e Dc. Adesso il Pd che nella Giunta ha votato per l’arresto, teme che tra franchi tiratori e scherzetti pre-elettorali avvenga qualcosa di simile.Del resto contro l’arresto ci sono già Ncd,Forza Italia e centristi, le distanze tra l’arresto e il no alla richiesta si assottigliano e bastano i franchi tiratori a far saltare il banco e dare un durissimo colpo alla campagna elettorale del Pd che verrebbe indicato come il salva-casta.

Immediata la replica del M5S "Sul caso Genovese – ha detto Danilo Toninelli – il Movimento 5 Stelle chiede il voto palese. Anzi, noi proprio siamo per l'abolizione del voto segreto".

I due partiti si guardano in cagnesco e mentre il Pd tira dritto verso il rinvio il M5S punta ad accelerare il percorso. Già ieri mattina gli esponenti a 5stelle hanno chiesto l’inversione dell’ordine del giorno, proponendo di votare prima sul caso Genovese e poi il dl lavoro. La proposta è stata bocciata, così come quella avanzata in serata, dopo ore ed ore di dibattito sul dl lavoro, di procedere con una seduta fiume, per evitare sospensioni. Niente da fare.

L’Assemblea ha dedicato l’intera giornata di oggi al dl lavoro nonostante le proteste dei grillini anche per la presentazione di una lunga serie di ordini del giorno da parte di Sel, che qualcuno ha definito “soccorso rosso”.

Questa mattina nuova seduta per le dichiarazioni di voto sul dl lavoro, e gli iscritti a parlare sono già 32. Con ogni probabilità il rinvio al dopo elezioni,complice anche la pausa pre-elettorale dei lavori alla Camera, è più di un’ipotesi, anche alla luce di ventilate richieste di inversioni di ordini del giorno che scadono la prossima settimana.

“Il Pd è nudo”, tuonano i grillini ed in campo scende anche, con toni durissimi lo stesso Beppe Grillo: “Intervenga la polizia per evitare di farlo andare il Libano. Il Pd sta facendo di tutto per salvarlo”.

Appare difficile che con questo clima si voti prima del 25 maggio. E’ un rischio che Renzi non ha alcuna intenzione di correre. In entrambi i casi il voto sull’arresto di un deputato Pd è comunque un boomerang. Così, tra il rischio di "scherzetti" dall'urna della Camera e lo scontro con i 5Stelle è probabile che i Pd sceglieranno la seconda strada, rinviando in ogni modo il voto in Aula fino al 25 maggio.

Rosaria Brancato