Ricovero invernale feluche, "interrogati" sindaco e assessore alla Pesca

Ricovero invernale feluche, “interrogati” sindaco e assessore alla Pesca

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Ricovero invernale feluche, “interrogati” sindaco e assessore alla Pesca

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martedì 20 Agosto 2019 - 08:00

I consiglieri Scavello e Caruso chiedono chiarimenti in seguito al divieto di tirare a secco le imbarcazioni sulle aree demaniali tra S. Agata e Ganzirri, nelle more di nuove soluzioni

MESSINA – Il ricovero invernale delle feluche (le imbarcazioni da pesca e da diporto, nonché l’installazione di arnesi e lo stazionamento di carrelli), è oggetto di una interrogazione indirizzata al sindaco, Cateno De Luca e all’assessore alla Pesca, Dafne Musolino.

A presentarla i gruppi consiliari Lega Salvini premier e Brmanti sindaco, attraverso Giovanni Scavello e Giovanni Caruso.

I due consiglieri chiedono di conoscere a che punto si trova l’iter di individuazione, lungo il litorale, di luoghi ove il Comune di Messina consenta il rimessaggio delle imbarcazioni. Inoltre, quali interventi si ritiene di eseguire in via di urgenza per la tutela delle Feluche, nelle more della realizzazione dell’ approdo ricovero alla foce del Torrente Papardo. E se il Comune di Messina ritiene di valutare favorevolmente la possibilità di consentire l’alaggio e varo delle feluche nel tratto di litorale tra Sant’Agata e Ganzirri in cui, storicamente le imbarcazioni vengono ricoverate.

Scavello e Caruso ricordano che il Dipartimento Ambiente e sanità, nell’aprile scorso, ha vietato “di tirare a secco sulle aree demaniali marittime le imbarcazioni da pesca e da diporto, nonché l’installazione di arnesi vari e lo stazionamento di carrelli”.

L’INTIMAZIONE DELLA CAPITANERIA

La Capitaneria di porto di Messina, ha “intimato a tutti i proprietari di feluche, di non tirare a secco sulle aree demaniali le imbarcazioni al termine del periodo di pesca, tradizionalmente stabilito nella fine di agosto. Questa Amministrazione, invero – proseguono i due consiglieri – ha già dimostrato la propria attenzione riguardo a questa tradizionale attività, che caratterizza il nostro Stretto nel mondo, attraverso la presentazione di un progetto per la realizzazione di un approdo – ricovero per queste imbarcazioni, alla foce del Torrente Papardo.

Tuttavia, sebbene l’auspicio di tutti è che questa infrastruttura venga realizzata in ‘tempi europei’, nelle more – sostengono Scavello e Caruso – i proprietari della barche si troveranno in grave difficoltà. In quanto, a pochi giorni dal disarmo, saranno costretti a dovere individuare nuove soluzioni per il ricovero delle barche. La disposizione del Dipartimento Sanità, nonché il successivo provvedimento della Capitaneria di porto infatti, fanno sì che le tradizionali zone del litorale tra Sant’Agata e Ganzirri, dove i pescatori hanno da sempre tirato in secco le imbarcazioni tra una stagione di pesca e l’altra, non potranno essere utilizzati.

Parimenti, sino ad oggi, non paiono ancora essere stati individuati i punti di ricovero che il Comune, tramite dell’assessore al ramo, aveva più volte annunciato di individuare, segnatamente nel numero di 2 nella zona jonica e 1 uno nel litorale tirrenico.

“RISCHIO AUMENTO COSTI PER I PESCATORI”

Ciò comporterà che i proprietari delle imbarcazioni, per non esporsi al rischio di ricevere pesanti verbali – si legge nell’interrogazione – dovranno in gran fretta individuare dei cantieri navali dove tirare in secco le imbarcazioni. Tuttavia questa opzione graverà di ingenti costi di gestione i proprietari delle imbarcazioni, costretti a dover affrontare le spese relative all’attività di alaggio e varo, di stazionamento e custodia, nonché di cura e manutenzione, che dovranno essere affidate a ditte specializzate. Mentre ad oggi sono state compiute dagli stessi equipaggi nel periodo di fermo dell’attività.

Se ne ricava, quindi – conclude l’interrogazione – che questo aumento dei costi, protratto nel tempo metterà sicuramente a repentaglio la prosecuzione dell’attività, mettendo così a rischio il patrimonio di storia e tradizioni culturali che affascina i messinesi ed il mondo intero”.

C.C.

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