Vertice a Palermo, Soprintendenza irremovibile: a Pace nessuna discarica. E intanto l’Amam…

Vertice a Palermo, Soprintendenza irremovibile: a Pace nessuna discarica. E intanto l’Amam…

Francesca Stornante

Vertice a Palermo, Soprintendenza irremovibile: a Pace nessuna discarica. E intanto l’Amam…

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giovedì 09 Luglio 2015 - 23:15

A Palermo conferenza dei servizi che ha riunito allo stesso tavolo tutti gli attori principali della vicenda impianto di Pace, dopo lo stop dei Ministeri Ambiente e Beni Culturali. Irremovibile la Soprintendenza di Messina che ha ribadito il suo parere negativo. A Palazzo Zanca continua a tenere banco l'operazione Amam-Messinambiente-Ato3.

Un parere chiarissimo e inequivocabile fin dal principio, ma che la Regione non si rassegna ad accettare. Ministero all’Ambiente e Ministero ai Beni Culturali lo hanno detto chiaramente con un decreto lo scorso 28 maggio: a Pace non può sorgere nessun biostabilizzatore, nessun impianto, nessuna discarica. In quel luogo, protetto da vincoli paesaggistici ben precisi, non si può né costruire ex novo, né tantomeno pensare di ampliare strutture già esistenti. Eppure a Palermo non è andata giù questa osservazione posta dai due Ministeri tra le condizioni da rispettare per ottenere il via libera alla revisione del Piano regionale dei rifiuti. Così come non è andata già neanche a Messina, dove l’amministrazione Accorinti aveva deciso di vedere in questo impianto un’opportunità da cogliere per arginare il problema rifiuti messinese, anche alla luce della disastrosa situazione siciliana, con discariche che stanno chiudendo una dopo l’altra e senza nessuna alternativa per lo smaltimento dell’immondizia. Il sindaco Accorinti e l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, che in passato aveva lottato contro la realizzazione di una discarica a Pace, si sono trovati dall’altra parte della barricata a difendere un progetto che avevano duramente osteggiato. Faccia a faccia con chi un tempo era al loro fianco e ha continuato a lottare per evitare che questa programmazione regionale sull’impiantisca andasse avanti indisturbata: Wwf, Italia Nostra, Associazione Man, Verdi, Italia dei Valori, così come anche il Movimento 5 Stelle.

Di Pace e di questo impianto tanto contestato si è discusso ieri a Palermo, durante una conferenza dei servizi che ha riunito allo stesso tavolo tutti gli attori principali della vicenda: Soprintendenza ai Beni culturali di Messina, Comune, Messinambiente, Ato3, un rappresentante dell’assessorato regionale Ambiente e Territorio. Un vertice che si è tenuto presso il Dipartimento Acque e Rifiuti retto da Domenico Armenio, alla presenza del Rup del progetto Pace Achille Furioso, e che è servito a chiarire qualsiasi dubbio interpretativo che ancora aleggiava su quel parere espresso nel decreto, parere che arrivava dalle osservazioni precedentemente fatte dalla Soprintendenza di Messina che, di fatto, è la vera artefice dello stop alla discarica di Pace. E’ toccato all’architetto Placido Leotta, ispettore della procedura Vas, rispondere alle critiche sollevate dal Dipartimento regionale che ha provato a evidenziare alcune incongruenze nel lavoro svolto dalla Soprintendenza in questi anni, alla luce del fatto che ci sono due pareri favorevoli, espressi nel febbraio 2009 e poi nel marzo 2010, dunque l’ultimo già a Piano paesaggistico entrato in vigore. La Soprintendenza però non ha intenzione di recedere di un passo e ha ribadito quanto messo nero su bianco dal suo Ministero, cioè che il sito di contrada Pace rientra nel Paesaggio Locale 1- Stretto di Messina, dunque soggetto a specifiche norme tra cui il recupero ambientale delle discariche e soprattutto quella che stabilisce che in quell’area «non è consentito realizzare discariche o qualsiasi altro impianto di smaltimento rifiuti».

Adesso la Regione chiederà al Dipartimento regionale Beni Culturali e poi probabilmente anche al Ministero stesso un nuovo approfondimento su parere e procedure, per capire se c’è ancora margine per operare in questa direzione. Un’ostinazione dettata anche dal fatto che la gara d’appalto per i lavori a Pace è già stata aggiudicata e in ballo ci sono 12 milioni di euro.

L’assessore Ialacqua al termine dell’incontro ha dichiarato di aver semplicemente preso atto di quanto asserito dalla Soprintendenza, ma durante il tavolo ha evidenziato le incongruenze messe in luce anche dalla Regione, ha fatto presenti le immani criticità a cui andrà incontro Messina senza la realizzazione di questo impianto, ha chiesto collaborazione per individuare eventuali nuovi siti da destinare ad una nuova struttura perché comunque l’obiettivo finale non può essere modificato. “Con la Soprintendenza abbiamo deciso di incontrarci e discutere per valutare soluzioni alternative. Il parere sembra ormai inequivocabile e dunque, come abbiamo sempre detto, adesso cambiamo rotta pur sapendo bene che si tratta di perdere quella che fin dall’inizio abbiamo visto come un’opportunità per la città” ha spiegato Ialacqua.

In attesa di un nuovo vertice la questione Pace resta dunque in stand-by. Una questione importante anche per il dibattito che in questi giorni infiamma Palazzo Zanca: il futuro della gestione rifiuti. Anche ieri l’operazione Amam-Ato3-Messinambiente è stata al centro di una lunghissima seduta straordinaria della I Commissione Bilancio presieduta da Carlo Abbate. In aula, a confronto con i consiglieri comunali, il vicesindaco Guido Signorino, l’assessore Sergio De Cola, il direttore generale Antonio Le Donne, il nuovo Cda dell’Amam con in testa il presidente Leonardo Termini, i revisori dei conti del Comune. Un parterre delle grandi occasioni, riunito per rispondere a dubbi e interrogativi dei consiglieri che hanno voluto approfondire per oltre tre ore aspetti tecnici e finanziari dell’operazione che dovrà portare all’Amam la gestione rifiuti e il personale di Ato3 e Messinambiente che così andranno davvero in liquidazione.

L’assessore Signorino ha chiarito per esempio che una volta effettuato il passaggio si manterrà una contabilità separata per i tre diversi rami che si andranno a creare all’interno dell’Amam, ma tutti avranno benefici reciproci, soprattutto l’Amam che così avrà personale a disposizione da impiegare in quei settori in cui è carente e che potrà ridurre l’esternalizzazione dei servizi con conseguenti risparmi sulle sue casse. E’ spuntata anche l’ipotesi alternativa di costituzione di una New Co ma non ci sono i tempi tecnici necessari e, come fa notare lo stesso presidente Abbate, questo andrebbe in contrasto con il fondamento che sta alla base di questa operazione, cioè l’obbligo di razionalizzazione delle partecipate imposto dalla Legge di Stabilità 2015. Gli aspetti discussi, e anche contestati, sono stati tanti, i tempi però sono sempre più stretti, visto che il 14 luglio scadrà la proroga per gli Ato3. Entro quella data il Consiglio dovrebbe approvare almeno il cambio di statuto Amam che in questo momento è all’esame della commissione Bilancio insieme alla delibera sul controllo analogo della società. Restano pochissimi giorni e oggi i capigruppo decideranno quando fissare il Consiglio, vista anche la richiesta di convocazione urgente da parte del sindaco Accorinti. Con molta probabilità sarà tutto rinviato a lunedì sera. Sarà un altro fine settimana di passione per i lavoratori che continuano a presidiare Palazzo Zanca. Sarà (si spera) un fine settimana di studio per i consiglieri comunali che dovranno votare una serie di provvedimenti che ridisegnano totalmente la gestione dei rifiuti in città. I messinesi invece sperano soprattutto un’altra cosa: uscire da un’emergenza che si trascina ormai da una decina di giorni e che in molte zone sta mettendo a rischio la salute pubblica e le generali condizioni di vivibilità dei villaggi.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Alla sovrintendenza sanno solo mettere veti. Che indichino loro un luogo dove fare una discarica o mettere un inceneritore.

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  2. Alla sovrintendenza sanno solo mettere veti. Che indichino loro un luogo dove fare una discarica o mettere un inceneritore.

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