Il sindaco-deputato come l’autista in sosta vietata: consapevole della propria illegittimità

Il sindaco-deputato come l’autista in sosta vietata: consapevole della propria illegittimità

Il sindaco-deputato come l’autista in sosta vietata: consapevole della propria illegittimità

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giovedì 10 Novembre 2011 - 16:56

Buzzanca è cosciente dell’incostituzionalità della propria posizione. I cavilli sono buoni per gli avvocati, non per chi rispetta i principi di un bene primario quale è la Costituzione

Facciamo un esempio. Il cittadino qualunque “X” parcheggia la propria auto in una strada e lì la lascia per parecchio tempo. Nel frattempo in quella strada viene istituito il divieto di sosta. Il cittadino “X”, sebbene abbia parcheggiato prima che venisse istituito il divieto di sosta, da quel momento viola la legge. E’ in una condizione di illegittimità. E non serve che un vigile glielo faccia notare con una bella multa sul parabrezza. L’illegittimità c’è. E’ sancita. E’ un dato di fatto. E’ proprio questo il punto sull’ormai famoso “caso Buzzanca”. Rimanendo nell’esempio, il nostro sindaco la macchina l’ha parcheggiata quando il divieto di sosta non c’era (ma solo perché era stato tolto dai suoi colleghi deputati, sia chiaro). Ma adesso il divieto di sosta c’è. L’illegittimità del doppio incarico è stata più volte acclarata. Adesso è stata pure sancita per quella discutibile “leggina” paracadute. Non serve che un altro giudice (il vigile del nostro esempio) lo rimetta ancora una volta per iscritto (la multina). Forse sarà così dal punto di vista giuridico, forse esisterà ancora un cavillo che permetterà al buon Buzzanca di prendere tempo. Ma dal punto di vista logico, di opportunità, del buon senso, la vicenda è molto più semplice di quanto la si voglia far sembrare: il sindaco è in una posizione illegittima, lo è da tempo e se deciderà di proseguire in questa posizione deciderà di continuare un percorso nel solco dell’illegittimità. Punto.

Quanto tutto ciò sia saggio, corretto, “etico”, sebbene questa parola poco si addica alla politica, è valutazione postuma. Ma è bene che si sappia che se il massimo organo giuridico del nostro malmesso Paese, la Corte Costituzionale, si pronuncia in un modo, non lo fa per sport o perché non ci sia niente di meglio da fare, ma perché esiste un bene assoluto che appartiene a tutti i cittadini italiani, la Costituzione, ed in virtù di essa ci sono cose che si possono fare e cose che non si possono fare. Quello che sta facendo il sindaco-deputato Buzzanca, appunto, non si può fare. E il perché lo spiega la stessa Corte nella sua recentissima sentenza: «Le incompatibilità tra cariche elettive sono dirette a salvaguardare i principi di buon andamento e di imparzialità dell’amministrazione (art. 97 della Costituzione). Il cumulo tra la carica elettiva regionale e quella locale incide negativamente sia sulla imparzialità, in quanto può determinare una interferenza tra le funzioni legislative e politiche dell’Assemblea regionale e le funzioni amministrative dell’ente locale compreso nel territorio regionale, sia sul buon andamento, per il pregiudizio che il contemporaneo esercizio di tali funzioni arreca al funzionamento degli organi dei quali l’eletto è parte». Non servono cavilli. Serve solo buon senso. E rispetto nei confronti della Costituzione.

2 commenti

  1. se deve scegliere meglio che vada all’ARS …..

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  2. Sono certo e convinto che anche la stragrande maggioranza dei messinesi sono d’accordo con questa tesi.
    Non è una questione di dx o sx, di questo o quel colore politico, ma di etica e moralità.
    A mio modesto parere nessun politico potrebbe ricoprire DUE cariche:un deputato DEVE fare il deputato a tempo pieno (e non solo dal martedì al giovedì pomeriggio come avviene oggi…) ed essere presente a Roma (o a Palermo) almeno cinque giorni su sette, un sindaco DEVE fare il sindaco 24 ore su 24.PUNTO!!!
    Sono altresì convinto che questo suo insistere su questa tesi (mi tengo le due poltrone fino a quando non mi caccerano)sia oltremodo riprovevole e un danno alla sua immagine politica(nella eventualità di una sua prossima candidatura).

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