La politica non sembra rendersi conto del dramma che vive il Paese e di quello che potrebbe essere il suo futuro. Il Governo Monti appare paralizzato dalla tattica ostruzionistica dei partiti e i tassi da pagare alle banche che acquistano i nostri titoli pubblici sono insostenibili
Qualche mese fa abbiamo espresso il nostro scetticismo sulle misure che il Governo Monti e le forze politiche che lo sostenevano intendevano adottare per far uscire il Paese dalla crisi in cui è precipitato.
Purtroppo, da allora, tranne il provvedimento sull’innalzamento dell’età pensionabile, nulla è realmente cambiato. Né per eliminare insopportabili privilegi, né per smantellare l’inefficiente struttura di governance delle risorse pubbliche, né sul fronte delle vere liberalizzazioni, né sul piano di serie riforme basate su principi di meritocrazia.
Sta lì a dimostrarlo il tasso d’interesse al quale vengono emessi i nostri titoli pubblici; un tasso insostenibile, che rischia di vanificare i sacrifici che sono stati (e saranno) imposti alle classi più deboli.
E’ semplicemente patetico consolarsi con la constatazione che la Spagna stia peggio di noi, come gli ineffabili media – soprattutto le televisioni – ci ricordano a ogni TG.
La situazione è sempre drammatica e sembra che tutti volgano il capo da un’altra parte. E, in questi giorni, ne abbiamo avuto esempi illuminanti.
Come dicevamo in marzo, i Paesi a economia di mercato che hanno adottato un’unica valuta sono simili a dei corridori, in competizione tra loro, legati da una robusta e rigida fune (l’euro). Quelli più allenati viaggiano spediti; gli altri zoppicano, scivolano, cadono, si feriscono ma non possono sganciarsi da chi fa l’andatura. Per poter reggere ai ritmi imposti dai più forti, i brocchi dovrebbero alleggerirsi dei pesi che li rallentano (debito pubblico, inefficienza della pubblica amministrazione, lentezza della Giustizia, rigidità del mercato del lavoro e infiniti altri fardelli), invece preferiscono smettere di mangiare sperando così di correre più in fretta. Naturalmente, non è quello il rimedio e questi poveri concorrenti di serie B continuano a cadere e ferirsi, indebolendosi sempre più.
Messe da parte queste amare riflessioni, gettiamo uno sguardo rassegnato su un paio di proposte e provvedimenti annunciati negli ultimi giorni, degne espressioni di questa cialtronesca classe politica che ci rappresenta in Parlamento. Una classe politica che pare ormai avere vinto la sua battaglia mirata a condizionare un Governo nato con le migliori intenzioni e ormai ridotto all’ombra di se stesso.
Iniziamo con i 2 cent al litro di aumento dei carburanti decisi per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto in Emilia.
Pochi spiccioli che si aggiungono a:
- 1 cent per la guerra in Abissinia del 1935
- 5 cent per la crisi di Suez del 1956
- 0,5 cent per il disastro del Vajont del 1963
- 0,5 cent per l’alluvione di Firenze del 1966
- 0,5 cent per il terremoto del Belice del 1968
- 5 cent per il terremoto del Friuli del 1976>/li>
- 4 cent per il terremoto dell’Irpinia del 1980
- 11 cent per la missione in Libano del 1983
- 1 cent per la missione in Bosnia del 1996
- 2 cent per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004
- 1,9 cent per il Fondo Unico per lo Spettacolo
- 0,4 cent per l’Emergenza Umanitaria
Anche su questo fronte, quindi, nulla di nuovo sotto il sole.
Riflettendo poi sulla proposta di IdV, Sel e Lega di annullare la parata del 2 Giugno (Festa della Repubblica) per dedicare la somma risparmiata ai terremotati emiliani, sorgono spontanee delle considerazioni.
Premesso che non ci scandalizza affatto la volontà di eliminarla – ognuno ha il diritto di pensarla come vuole su un’esibizione muscolare che non terrorizza certo i nostri potenziali nemici. -, constatiamo che, dei 2,5 milioni che rappresentano il costo della manifestazione dei Fori Imperiali, ne sono stati già spesi 2. Il che ridurrebbe a 500 mila euro l’effettiva economia.
All’incirca quanto costano alle casse pubbliche un paio di pensioni d’oro, come quella di Giuliano Amato, super consulente del Governo Monti per la riduzione dei costi della politica.
Si dirà: “meglio che niente”. Giusto, ma la proposta viene da partiti che tra pochi mesi incasseranno 91 milioni (o 182 se, come è possibilissimo, non ridurranno il rimborso al 50%), altri 160 (o 69) nel 2013 e 130 (o 141) negli anni successivi. Una proposta che viene da un Parlamento dove uno stenografo viene pagato 290 mila euro l’anno. Da un Senato e una Camera che pubblicano bandi di gara da 950 mila e 3 milioni di euro rispettivamente per le agende dei parlamentari. Da una classe politica che spende 1,7 miliardi l’anno per mantenere Quirinale, Camera e Senato; a fronte di una media europea di 458 milioni.
Chi dissipa somme di questa entità senza vergogna non dovrebbe azzardarsi a proporre demagogicamente un risparmio di 500 mila euro su una parata che – con la partecipazione di Associazione Partigiani, Croce Rossa, Protezione civile, 10 bande e 98 cavalli – tenta di esprimere l’unità repubblicana più che ruggiti guerreschi.
Per essere chiari fino in fondo, troviamo ridicolo che il popolo del politicamente corretto abbocchi ancora una volta al suono dei pifferai che vedono sprechi solo nelle iniziative che coinvolgono le Forze Armate, ignorando vergogne, ingiustizie e sperperi mille volte più consistenti. A cominciare dalla paghetta del Trota per finire alle centinaia di milioni di deficit della Sanità pugliese.

Bellissimo articolo,condivido totalmente.Sto litigando con il mondo su facebook, perchè contrario all’annullamento della parata del 2 giugno. Nessuno sembra capire o rendersi conto che quei soldi per l’80% sono già stati spesi.
Parole sacrosante, ed i dati inseriti son anche troppo esigui rispetto agli sprechi perpetrati ormai da anni dalla nostra burocrazia.
Aggiungiamo quindi le numerosissime auto blu, abbiamo il record mondiale di auto blu, per non parlare delle “guarentigie” dei nostri burocrati, anche esse indirettamente producono sprechi, continuiamo l’elenco: portaborse(non ce la fanno i politici a portarsi la borsa), autisti(il politico italiano non sa guidare), portavoce(il politico italiano non sa parlare), scorta(il politico italiano rischia la vita, ovvio rubano gli italiani).
Ma la cosa che più fa inorridire è il RIMBORSO SPESE ELETTORALI, diversi anni fa è stato indetto il referendum col quale venivano aboliti i FINANZIAMENTI PUBBLICI AI PARTITI, gli italiani si erano stancati di esser continuamente derubati dai politici italiani, loro, i politici, da ottimi farabutti e delinguenti, con una spettacolare quanto malvagia mossa, qualche settimana dopo, facevano approvare in parlamento, tra lo sgomento e l’indignazione della poca opinione pubblica informata, il RIMBORSO SPESE ELETTORALI, che non solo garantiva quell’entrata di soldi pubblici ai pariti, che in precedenza veniva percepita con la legge di finanziamento, per di più la aumentava vertiginosamente, qui non si parla di una legge che ha ignorato e calpestato l’idea, l’intenzione ed il volere del popolo, ma l’ha effetivamente deriso, reputando il popolo che governa alla stregua di un gregge di pecore…questo è quello che pensano i politici italiani di noi, siam le loro pecore da tosare, le loro vacche da mungere!!
Fino a quando ci saranno tirapiedi, portaborse e lustrascarpe i nostri politicanti penseranno di governare un gregge di capre. E basta andare in uno qualsiasi dei comizi indetti da questi “signori” per rendersi conto che la strada da fare è ancora moltoooooo lunga…