M5S: “Solo malcelati appetiti politici. Messina più importante di Catania e Augusta”

M5S: “Solo malcelati appetiti politici. Messina più importante di Catania e Augusta”

M5S: “Solo malcelati appetiti politici. Messina più importante di Catania e Augusta”

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mercoledì 09 Aprile 2014 - 16:29

Il Movimento attacca il ministro Lupi chiedendogli di pensare seriamente alla riforma, smettendola di fare proclami sulla stampa. Il deputato alla Camera Francesco D’Uva teme che Messina resti penalizzata e pensa piuttosto ad un’Autorità Portuale dello Stretto. Per la deputata regionale Valentina Zafarana, finora solo dichiarazioni prive di concretezza

Dalle attuali 24 Autorità Portuali all’istituzione di alcuni porti “core”, sotto la gestione di un unico ente. In Sicilia potrebbero essere accorpate Messina, Catania e Augusta e il Movimento 5 Stelle teme che le funzioni organizzative non siano gestite da Messina, considerata, nel contesto dell’area dello Stretto, uno dei più ricchi centri portuali italiani.

“Se da tempo auspichiamo una riforma nella disciplina che regola le attività dei porti italiani e la loro relativa gestione – afferma il deputato messinese Francesco D’Uva –, non potevamo aspettarci una prospettiva peggiore per la gestione dell’area portuale del distretto di Messina e, più in generale, di tutta l’Area dello Stretto. È infatti iniziata la corsa a chi riuscirà a portare per primo, nella propria città, la diretta gestione dei porti. Se davvero il ministro vuole creare un distretto unico per la Sicilia Orientale è bene ricordargli che quello di Messina risulta essere oggi il primo porto italiano per numero di passeggeri, una delle principali aree crocieristiche d’Europa, nonché una ricca area commerciale, se si considera che l’Autorità Portuale di Messina gestisce direttamente anche le operazioni portuali, e le attività industriali ad esse connesse, della città di Milazzo. Crediamo inverosimile – continua D’Uva – che il ministro abbia una reale intenzione di trasferire alle Autorità Portuali di Catania oppure di Augusta le competenze della diretta gestione delle attività del porto di Messina. In quel caso non si tratterebbe, infatti, di una riforma normativa della disciplina portuale italiana, quanto di un’operazione politica, della quale sia il ministro, sia gli esponenti del suo partito, dovranno eventualmente rispondere dinnanzi ai cittadini dello Stretto. Ritengo – conclude il deputato messinese – che una riforma delle Autorità Portuali italiane non può essere fatta limitandosi a dislocare centri di potere da una città ad un'altra, senza stabilire criteri oggettivi e funzionali, che tengano conto della diversa natura delle attività esercitate nelle aree soggette ad accorpamento. Se realmente il Ministro Lupi volesse creare aree cosiddette “core ports” anche in Sicilia, suggerisco, piuttosto, di affidare la gestione delle attività dei porti compresi all’interno dell’Area metropolitana dello Stretto, ad un’unica Autorità Portuale. Tale operazione risulterebbe sicuramente più funzionale all’organizzazione dei porti che si affacciano sullo Stretto e dei relativi traffici, i quali la rendono oggi una delle aree più importanti d’Europa”.

La deputata regionale Valentina Zafarana aggiunge, inoltre, che “Lo stato di confusione e le scarse capacità di governo di questa Giunta regionale prospettano, anche su questo tema, momenti bui per Messina e per la Sicilia, per l’assenza di una seria programmazione gestionale delle attività economiche e portuali; non siamo disposti a sottostare ancora al valzer di dichiarazioni prive di concretezza che potrebbero essere soltanto scenario di malcelati appetiti politici. Il Governo regionale non può più, infatti, proseguire sulla strada delle rinunce in favore dello Stato. D’altronde, lo stesso Ministero dei Trasporti e della Navigazione con la circolare 85 del 1999 ha dichiarato che, in base al D.P.R. n. 684/77, è demandato alla Regione Siciliana l’esercizio materiale delle funzioni esecutive ed amministrative su quelle parti di demanio marittimo non trasferitole, con la sola eccezione dei beni interessanti la difesa. Le Autorità Portuali in Sicilia dovrebbero, dunque, essere enti regionali che, in regime di potestà pubblica derivata, svolgono esclusivamente quelle funzioni attribuitegli dalla legge 84/94. Già oggi – conclude la Zafarana, insieme a D’Uva – viviamo profondi disagi causati dalla progressiva riduzione dei servizi relativi al trasporto per migliaia di pendolari, che hanno lasciato così campo libero alle società private che continuano a lucrare sul progressivo allontanamento dello Stato da quest’area”.

2 commenti

  1. non è affatto vero che sia il primo porto per passeggeri, ,mentre per i cro-ci-eristi che per messina non valgono nulla, visti i fatti e le statistiche, è in netto calo ormai alla fine, e dietro molti porto importanti che applicano politiche di incoming serie, altro che canterini.
    Chiudiamo questi enti inutili e basta, messina non conta nulla perchè è amministrata e popolata dal 90% di incapaci buoni a nulla

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  2. non è affatto vero che sia il primo porto per passeggeri, ,mentre per i cro-ci-eristi che per messina non valgono nulla, visti i fatti e le statistiche, è in netto calo ormai alla fine, e dietro molti porto importanti che applicano politiche di incoming serie, altro che canterini.
    Chiudiamo questi enti inutili e basta, messina non conta nulla perchè è amministrata e popolata dal 90% di incapaci buoni a nulla

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