Il sindaco ha scritto prima alla presidente del Consiglio e poi ha consegnato una relazione alla Commissione Periferie in visita lunedì scorso a Messina
MESSINA – La richiesta è stata già formalizzata alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ma il sindaco Federico Basile la ripropone anche nella relazione consegnata alla Commissione Periferie, in visita lunedì scorso a Messina, perché – scrive – “siete personalmente stati qui a verificare quanto effettivamente è accaduto in termini sociali, urbanistici, e soprattutto umani, per una vicenda che rappresenta come l’Italia ha la capacità di rialzarsi e cambiare pagina anche su piaghe che sembrano inguaribili”.
La piaga delle baracche
Il tema è “la proroga della legge che dichiarò nel 2021 l’emergenza sul risanamento e dei poteri commissariali alla stessa collegata.
“Fino al 2018 – scrive Basile – si contavano 2500 famiglie in baracca per un totale di circa 8000 persone. Solo grazie ad una forte volontà politica territoriale, regionale e, successivamente nazionale, ed alle relative norme e provvedimenti tra loro combinate e correttamente programmate ed attuate, è stato possibile avviare un percorso che ha già visto la totale demolizione delle aree di risanamento più estese, l’individuazione e l’acquisto di case per chi ancora pochi anni fa vi abitava, avviando progetti ed appalti di rigenerazione urbana volti alla cucitura architettonica e sociale di quelle vere e proprie vergogne.”
In particolare, “un fortissimo impulso è arrivato dalla Legge 76/2021 con l’articolo 11-ter della stesse legge, “Misure urgenti per le baraccopoli di Messina”, che oltre a riconoscere che trattasi di una vera e propria emergenza per la città di Messina, ha individuato un commissario straordinario (oggi nella persona del presidente della Regione Siciliana) con poteri speciali per le gestione di tutti quelli interventi che oggi stanno realizzando un vero e proprio miracolo.”
650 case consegnate
Infatti, “a partire dal 2018, ad oggi sono state demolite 13 aree baraccate su un totale iniziale di 80, ed altre 11 sono in corso di demolizione, con una superficie liberata pari a 280 mila metri quadrati su 680 mila iniziali; sono state consegnati 650 alloggi”.
Dunque “mediante queste procedure emergenziali straordinarie è stato possibile quindi cambiare la vita e decine e decine di nuclei familiari grazie al lavoro sinergico tra il commissario, prima nella persona della prefetta di Messina e poi del presidente della Regione Siciliana, ed il Comune di Messina e sua azienda A.Ris.Me soggetto attuatore del commissario. Tanto è stato fatto, tanto è in corso e non ci arrenderemo fin quando tutte le aree baraccate non stanno liberate e tutti i 2500 nuclei familiari non troveranno una casa dignitosa dove far crescere i propri figli o accudire i propri nonni”.
L’urgenza della proroga
“Purtroppo la durata del periodo emergenziale di cui alla citata legge sta per scadere al prossimo 31 dicembre; con esso la vigenza del commissario e dei relativi poteri” – conclude Basile. “Per quanto sopra descritto, e per completare ciò che è in corso, si è chiesto alla presidente del Consiglio, di poter procedere ad una proroga, almeno biennale, degli effetti di cui all’articolo 11-ter della Legge 76/2021, come già questo governo ha prodotto nelle ultime annualità, stante che proprio questi ultimi provvedimenti hanno determinato un’accelerazione importante a quanto descritto, accelerazione che non dobbiamo permettere sia arrestata”.

Neanche un terzo delle baracche esistenti è stato abbattuto in più di sette anni. E ancora in nessuna area sbaraccata è stato realizzato alcunché.
Di questo passo occorreranno almeno più di vent’anni per un vero e completo risanamento (sic).