Riforma ISEE: i contributi per invalidità potrebbero essere calcolati ai fini dell'indicatore

Riforma ISEE: i contributi per invalidità potrebbero essere calcolati ai fini dell’indicatore

Sara Faraci

Riforma ISEE: i contributi per invalidità potrebbero essere calcolati ai fini dell’indicatore

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mercoledì 24 Luglio 2013 - 12:02

La schema di decreto proposto dal Consiglio dei Ministri passerà a giorni al vaglio delle Commissioni di Camera e Senato. Il presidente nazionale dell'ANMIL si oppone con forza alla riforma

Il contributo risarcitorio per gli incidenti sul lavoro rischia di essere tassato. Alla stregua di un reddito. La denuncia della proposta di decreto che rischia di diventare una delle leggi più scandalose del paese, arriva direttamente da Franco Bettoni, presidente nazionale dell’ANMIL, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro.

Sembra assurdo che la lotta all’evasione fiscale possa essere fatta gravare su una categoria già in ginocchio e che rappresenta la principale forza motrice della nazione – spiega Bettoni – eppure pare che nelle intenzioni governative ci sia proprio questo.

Per fare chiarezza in merito, ad allarmare i vertici dell’organizzazione – che rappresenta circa 800mila titolari di rendita percepita a titolo indennitario, di cui oltre la metà sono iscritti effettivi – è il testo dello schema di decreto in cui sarebbe contenuta la riforma dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), di recente proposto dal Consiglio dei Ministri. Una proposta improvvida che a breve dovrebbe passare al vaglio delle competenti Commissioni Parlamentari di Camera e Senato, eventualmente ottenendone l’approvazione.

Il dettato normativo vorrebbe includere nel calcolo del reddito rilevante ai fini ISEE, anche tutti quei trattamenti indennitari, previdenziali e assistenziali erogati ai lavoratori, comprese le prestazioni economiche fornite dall’INAIL agli invalidi del lavoro e ai soggetti afflitti da malattie contratte sul posto di lavoro.

Nonostante le svariate rassicurazioni che – a dire del presidente dell’ANMIL – sarebbero state profuse nel senso di non intaccare i fondi sociali con selvaggi tagli alla spesa pur di riequilibrare i conti, si profilerebbe – qualora la proposta ricevesse il plauso delle Commissioni Parlamentari – la beffa per tutti coloro costretti a vivere quotidianamente realtà difficili causate da una precaria garanzia all’incolumità durante lo svolgimento delle proprie mansioni.

L’appello accorato viene, quindi, indirizzato da Bettoni, in primis ai ministri del Lavoro e dell’Economia e Finanze, Giovannini e Saccomanni, affinché impediscano il perpetrarsi di politiche che “offendono la dignità di quei lavoratori rimasti invalidi nei luoghi di lavoro”, sfatando quel mito che pone questa categoria sotto la luce dei riflettori solo in occasione di quelle notizie scandalistiche riferite ai “falsi invalidi”.

Una realtà certamente deprecabile ma che – chiarisce sempre Bettoni – sui 5 milioni di persone affette da disabilità costituisce solo una ben scarna percentuale dello 0,02% e che pure distortamente imprime nell’immaginario dell’opinione pubblica la traviante convinzione che queste sacche di comportamenti patologici e fraudolenti nei confronti dello Stato possano essere “additati come corresponsabili del disastro economico nazionale, laddove non vengono invece richiesti reali sacrifici a coloro che realmente sono benestanti”. (Sara Faraci)

Un commento

  1. Ma nelle loro tasche non metteranno mai mano questi xxxxxxx politici o pseudo tali loro hanno diritto a 2 3 o 4 pensioni reclamando un diritto acquisito che solo chi lavora onestamente non ha diritto…del resto lo abbiamo voluto noi questo andazzo votando l’amico o il compare di turno…altro che rivoluzione ci vorrebbero le forche in piazza…questo e calpestare la dignità degli italiani…

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