L'assemblea pubblica promossa dal Comitato per il sostegno al popolo palestinese della Riviera jonica messinese
S. TERESA – Il Palazzo della Cultura è ospitato l’assemblea pubblica dal titolo “La scuola non si vende. La scuola non si arma”, promossa dal Comitato per il sostegno al popolo palestinese della Riviera jonica messinese. L’iniziativa si inserisce nel quadro della mobilitazione nazionale lanciata dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, che ha coinvolto 38 città italiane in contemporanea.
L’assemblea ha visto una partecipazione attiva e trasversale di docenti, studenti, famiglie e cittadini, uniti dalla volontà di difendere la scuola pubblica come organo di democrazia e laboratorio di pace, contro ogni deriva bellicista e contro la crescente militarizzazione degli spazi educativi.
Durante l’incontro, i partecipanti hanno elaborato una lettera aperta “La scuola non si vende, la scuola non si arma – Contro la militarizzazione della cultura, contro il riarmo e le politiche di guerra, per sostenere la Palestina e tutti i popoli oppressi nel mondo, costruiamo l’alternativa a partire dalla scuola”, rivolta all’intera comunità educante che esprime una ferma opposizione alla trasformazione della scuola in strumento di consenso e militarizzazione.
“La lettera – sostiene il Comitato – denuncia la deriva neoliberista che ha svuotato la scuola della sua funzione democratica, riducendola a un’istituzione valutativa e competitiva e critica la legge n. 27/2024 che promuove la celebrazione del 4 novembre come giornata di esaltazione delle forze armate, oscurando la memoria delle guerre e la cultura della pace. Denuncia, inoltre, la repressione da parte del Ministero dell’Istruzione del Merito nei confronti di iniziative pacifiste come il convegno “La scuola non si arruola” e segnala il rischio di una scuola occupata simbolicamente e fisicamente da forze armate e industrie belliche, in linea con progetti europei come ReArm Europe”.
La lettera richiama anche i drammi globali in corso, come il genocidio in Palestina e i conflitti in Sudan e Congo, sottolineando la responsabilità della scuola nel promuovere giustizia, pace e solidarietà.
L’assemblea si è conclusa con un appello all’unità tra insegnanti, studenti, famiglie e movimenti per difendere la scuola come bene comune e presidio di umanità.
