Al tempo del coronavirus, nel quartiere S. Famiglia come altrove erano motivo di unione. L'intervento del parroco
S. TERESA DI RIVA – Niente più musica dai balconi e stop alla messa amplificata dagli altoparlanti. I decibel, nel quartiere della Sacra Famiglia, si sono spenti sulle note dell’Inno di Mameli e della colonna sonora della Champions league.
Poco dopo l’arrivo dei carabinieri le casse al balcone del secondo piano di un palazzo, sono state spente. Chi ha chiamato i militari dell’Arma non si sa. Ciò che è certo è che al tempo del coronavirus e dei flash-mob dalle finestre di casa, l’accaduto è diventato l’argomento del giorno.
Ed ha coinvolto anche il parroco. “Dati gli ultimi sviluppi nel quartiere – spiega padre Alessandro De Gregorio – ho deciso di non amplificare la Santa Messa delle 18, 30 attraverso gli altoparlanti esterni della chiesa”.
Ad avviso del sacerdote “la musica trasmessa domenica pomeriggio da alcuni giovani per rendere più digeribile il pomeriggio di clausura era cosa gradita. E’ stata interrotta dall’arrivo delle forze dell’ordine presumibilmente su chiamata… In virtù di ciò ho deciso di sospendere l’amplificazione della Messa tramite gli altoparlanti esterni. Ringrazio di cuore quanti, pur non credendo, si sono mostrati tolleranti”.
Padre Alessandro precisa di aver “sospeso il servizio non per l’arrivo dei carabinieri ma perché è giusto condividere come il resto della cittadinanza le direttive date. Invito tutti alla tolleranza reciproca per non cedere alla paura e alla sofferenza”. Le parole del parroco sono state apprezzate dai fedeli. E non solo. “Penso che la Messa e la musica – dice l’assessore Domenico Trimarchi – siano in questi giorni elementi di condivisione vitale nel quartiere. Mi dispiace che a qualcuno dia fastidio, per tanti altri quella musica e la celebrazione eucaristica erano importanti per non sentirsi soli”.
A Cantare l’Inno sono stati tanti di quelli che vivono nella corruzione e che il proprio connazionale, il famoso fratello d’Italia, lo sfruttano e usano ogni giorno, tanto forse da essere i primi meritevoli di questa peste globale.
Ipocriti e psicopatici senza rispetto per la situazione di paura e malattia, nè per il decoro urbano e la volontà altrui di stare o in silenzio, a meditare, dialogare e vivere in santa pace, nemmeno durante una quarantena.