La Procura vuole ancora tempo per valutare le eventuali responsabilità degli undici indagati per le 5 morti sospette
Messina – Va avanti l’indagine sui decessi sospetti al Papardo, sfociata nel sequestro delle due sale operatorie di Chirurgia, poi tornate nella disponibilità dell’ospedale dopo le operazioni di decontaminazione. La Procura di Messina ha infatti chiesto la proroga degli accertamenti sugli undici indagati. Le magistrate che si occupano del caso hanno in particolare chiesto altro tempo per valutare i risultati delle complesse indagini scientifiche che riguardano almeno cinque decessi. L’avviso di proroga delle indagini è stato notificato oggi agli undici indagati.
Sigilli alle sale operatorie
I sigilli alle sale operatorie erano scattati a fine novembre scorso (leggi qui Perché il sequestro). A gennaio il nastro rosso è stato rimosso e le due sale sono tornate operative. Nel reparto erano state effettuate pulizia e sanificazione aero idraulica, pulizia e sanificazione generale e una biodecontaminazione completa, operazioni che sono andate avanti per una settimana.
Undici indagati
Il caso resta aperto quindi per gli undici gli indagati: Catena Di Blasi, direttrice generale del Papardo, Paolo Cardia, direttore sanitario, Vincenzo Manzi, direttore amministrativo, Francesco Patanè, primario di Cardiochirurgia, Maria Chiara Zucchetti, direttrice della Rianimazione, Silvio Tommasini, responsabile della Terapia intensiva post operatoria. L’avviso di garanzia è poi scattato anche per Mario Paino, Salvatore Munafò, Giuseppe Ranieri Trimarchi, Alberto Firenze e Giancarlo Niutta.
Cinque morti sospette
Alcuni di loro sono già stati interrogati dalle PM Anna Maria Arena e Alice Parialò, titolari del caso insieme all’aggiunto Vito Di Giorgio. I reati ipotizzati, e contestati a vario titolo, son omicidio colposo, omicidio colposo in ambito sanitario e medico e cooperazione in delitto colposo. Sono cinque ad oggi i casi sui quali si sta indagando la correlazione tra le condizioni delle sale operatorie e il decesso.
