«La politica non è fatta di aggiustamenti a scopi elettorali»

«La politica non è fatta di aggiustamenti a scopi elettorali»

Pippo Trimarchi

«La politica non è fatta di aggiustamenti a scopi elettorali»

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martedì 31 Maggio 2011 - 14:03

La conferenza stampa “d’addio” dell’ex assessore al Risanamento: «Ho lavorato con passione e impegno. Le ultime elezioni hanno dimostrato che la politica degli annunci e della “violenza” non paga. E Messina non è un’isola a sé…»

C’è modo e modo di dire le cose. Quello che utilizza Pippo Rao nel suo ultimo giorno da assessore al Risanamento è elegante ma non per questo meno incisivo. La sua conferenza stampa d’addio è al tempo stesso un bilancio sulle cose fatte, una lezione sul significato di politica liberale, uno sfogo amaro ma al tempo stesso soft per una decisione che, senza girarci attorno, non digerirà mai e lo ha segnato profondamente. Facendo vacillare la sua passione verso una politica che forse non c’è più.

I suoi quasi tre anni al timone della complicata nave del risanamento hanno fatto registrare luci e ombre, importanti passi in avanti e brusche frenate dovute, soprattutto, alla cronica carenza di fondi. Ma il suo scatolone delle cose da portare via dagli uffici di via Trento si è riempito anche degli attestati di stima arrivatigli negli ultimi giorni da consiglieri comunali e di quartiere, dalla gente comune e da chi con lui quegli uffici li ha condivisi ogni giorno.

E se oggi attorno alla scrivania oltre ai giornalisti c’erano tutti gli impiegati del dipartimento, un motivo ci sarà. «Forse in un partito che si è mostrato “incapace di includere”, io rappresento un’eccezione», ha esordito Rao. Che invece che partire dalle polemiche ha avviato il suo discorso coi ringraziamenti: al sindaco, a quello che almeno fino ad oggi è il suo parlamentare di riferimento, Nino Beninati, «a chi lavora in questo dipartimento, pochi ma bravi», ai dirigenti che lo hanno accompagnato, l’arch. Canale prima e l’ing. Cardia poi.

Quindi i ringraziamenti che non t’aspetti: ai suoi predecessori, Pietro Currò e Angela Bottari. E a proposito di quest’ultima tira fuori l’aneddoto sconosciuto: «Io dovevo essere l’assessore all’Edilizia scolastica. Fu proprio Angela Bottari a sollecitarmi, giocando un ruolo importante nella mia destinazione finale del Risanamento. Un settore che avevo lasciato a metà degli anni ’90 con l’introduzione dei piani d’ambito». E dire che Rao avrebbe dovuto fare l’assessore alla Provincia: «Lì l’elezione era certa, ma mi volli spendere al Comune, perché così era giusto per il commissario cittadino di Forza Italia».

Rao rivendica lo spirito che lo ha guidato in questi tre anni: «Al di là di tutto ho sempre lavorato con passione, impegno e trasparenza amministrativa». Ci sono i progetti portati avanti, tra cui ama ricordare l’asilo nido di Camaro S. Paolo, la Badiazza, il centro di Villa Lina che diventerà sede del quinto Quartiere, senza trascurare i 74 alloggi di San Filippo, dove l’iter si è sbloccato grazie ad un suo “colpo di genio” notturno, o la ripresa dello sbaraccamento a Fondo De Pasquale. Fino agli ultimi, importantissimi progetti, presentati a pochi metri dalla linea del traguardo anticipato: la riqualificazione del torrente Bordonaro-Catarratti e la realizzazione di alloggi sociali in contrada Faraone.

«Un grazie va anche all’Iacp – sottolinea Rao – col quale abbiamo avuto momenti di incontro-scontro, ma sempre con grande spirito di collaborazione». L’ormai ex assessore pensa al futuro: «Bisognerà distinguere sempre le casette dalle baracche. Di quest’ultime ne sono rimaste un migliaio e se pensiamo che in cantiere ci sono non meno di 500 alloggi, capiamo bene come il problema potrà essere dimezzato a breve. Il futuro è fatto anche del partenariato pubblico-privato, sul quale abbiamo trovato un’intesa con l’Iacp. Mentre per il problema dell’emergenza abitativa il vero ostacolo è rappresentato dalla carenza di fondi».

L’ultima parte del suo saluto Rao la dedica a quello che fatichiamo a definire sfogo per la pacatezza col quale è stato pronunciato. «Io sono sempre stato un liberale – ha esordito – perché credo in una società libera e una società è libera se c’è capacità di giudizio. Le elezioni di questi giorni hanno dimostrato che la politica degli annunci e delle “violenze” non paga e Messina non è un’isola a sé. La vera politica non è quella degli aggiustamenti per motivi elettorali. C’è chi pensa anche che si possa fare a meno dell’opinione pubblica, senza rendersi conto che è più facile che sia l’opinione pubblica a voler fare a meno di lui».

Rao confessa di lasciare con amarezza e di aver bisogno di «un periodo di riposo», utile anche a riflettere sul proprio futuro politico. Una cosa ha voluto chiarire ancora una volta: «Il mio cambio in corsa non era affatto previsto fin dall’inizio. Alla mia età non avrei mai accettato un incarico a tempo. Chi dice questo dice una bugia». A dirlo è proprio Beninati e con lui il suo successore, Roberto Sparso. Che quando usciamo dagli uffici incrociamo mentre sale le scale per raggiungere il suo nuovo posto. Mentre davanti alle porte ci sono abitanti di Fondo Saccà in cerca di una casa. Così riprende la quotidianità.

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