Ombra, tutti i nomi dell'operazione di lobbing per il parco commerciale

Ombra, tutti i nomi dell’operazione di lobbing per il parco commerciale

Alessandra Serio

Ombra, tutti i nomi dell’operazione di lobbing per il parco commerciale

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giovedì 04 Maggio 2017 - 11:41

Domani gli interrogati di garanzia del sindaco Aliprandi e il vice Recupero, ai domiciliari per la presunta tangente intascata dalla società Area nel 2011. Le conversazioni telefoniche svelano i protagonisti della ragnatela affaristica e massonica che ha gestito l'affair.

Sono attesi per domani al palazzo di giustizia di Barcellona Pasquale Aliprandi e Giuseppe Recupero, rispettivamente sindaco dimissionario vice sindaco di San Filippo del Mela. I due si presenteranno per gli interrogatori di garanzia davanti al GIP Fabio Gugliotta, che li ha posti ai domiciliari su richiesta della Procura di Barcellona.

I due amministratori vanno al confronto col giudice insieme ai difensori, gli avvocati Marcello Scurria, Carmelo Vinci, Tommaso Calderone e Gianni Pino, e potranno decidere se rispondere o tacere, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Al confronto prenderanno parte anche il sostituto procuratore Alessandro Liprino ed il capo della Procura del Longano, Emanuele Crescenti.

Sono stati i due magistrati ad approfondire gli spunti investigativi forniti dai Carabinieri nel 2014, compendiati nell’informativa del ROS dove vengono tratteggiati i rapporti di interesse di molti personaggi di spicco del messinese, sia sotto il punto di vista professionale che, soprattutto, sotto i legami poco chiari con gli ambienti criminali.

Nello specifico in questo caso gli uomini del Reparto Operativo Speciale avevano captato nel 2011 diverse conversazioni di Rosario Pio Cattafi, poi arrestato – nel luglio del 2012- in una delle prime tranche del maxi antimafia Gotha, scoprendo i suoi legami con un mediatore messinese, oggi scomparso, che gli investigatori tratteggiamo come uomo di rilievo della massoneria siciliana ma anche vicino al elementi di indubbia caratura criminale. “Anche io sono giusto e perfetto”, conferma in una conversazione intercettata il mediatore, al suo referente imprenditoriale che si lamentava dell’andamento dell’affare, ed in particolare della “voracità” degli amministratori locali i quali avrebbero preteso un “extra” per fare il loro lavoro, ovvero la tangente oggi contestata dalla Procura di Barcellona.

Il mediatore, alla fine del decennio scorso avrebbe trattato con il barese Didonna l’affare, poi non andato in porto, del parco commerciale della moda di San Filippo del Mela, su cui sono “scivolati” oggi i due amministratori e nel quale, secondo le conversazioni intercettate dai militari, avrebbe avuto un ruolo di rilevo anche l’allora prima cittadino Giuseppe Cocuzza, anche lui indagato.

Il barese nel 2011 era socio in Area col messinese Santi Vargiu, con sede in via Natoli, attivo nel settore del refrigeramento tra la città dello Stretto e l’area di Milazzo. Dietro la società Area, però, secondo gli investigatori c’era l’ombra del barcellonese Cattafi – da qui il nome con cui è stata battezzata l’inchiesta. A testimoniarlo sarebbero i frequentissimi rapporti tra il mediatore, consulente di Area, e Cattafi, sia telefonici che de visu, nel periodo in cui l’immobiliarista messinese è impegnato a sbloccare l’iter del parco commerciale a San Filippo.

Secondo gli investigatori i due trattano proprio l’affair San Filippo, malgrado Cattafi non compaia ufficialmente ed è uno solo l’incontro documentato tra lui e Didonna. In più di una occasione i due nominano i referenti politici di San Filippo, in una conversazione il mediatore chiede esplicitamente a Cattafi di intervenire, in un’altra domanda esplicitamente di chiamare Cocuzza. Ancora, Cattafi gli “passa” diverse bozze di documenti.

Puntualmente subito dopo le conversazioni con Cattafi, il mediatore messinese chiama Didonna o gli altri professionisti interessati al progetto. Uno per tutti è l’ingegnere Giuseppe Raffa della Project Engeneering, contattato personalmente da Cattafi nel 2011 e che progressivamente viene coinvolto nel progetto parco della moda, subentrando al precedente progettista Giuseppe Pernice. Subentro caldeggiato, sono ancora una volta le conversazioni telefoniche ad indicarlo, proprio da Cattafi.

Dopo il pagamento della ormai nota tangente da 3 mila euro a testa, l’iter in consiglio comunale sembra sbloccarsi e le conversazioni successive tra Didonna, il consulente e gli altri protagonisti svelano alle cimici dei carabinieri gli altri retroscena dell’affare.

All’immobiliarista messinese, oltre al compenso regolarmente intascato quale attività di consulenza, sarebbe andato un altro 10% da dividere con un altro soggetto. Un compenso per la vera e propria attività di lobbing, spiegano gli investigatori. Inoltre in una conversazione con Raffa del 2012 i protagonisti chiamano in causa anche la decima per l’istituzione e i templari, parlando di come l’affare è stato gestito e delle persone coinvolte.

Alessandra Serio

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