Per i genitori di Sara non sono scuse sincere. Ecco cosa dicono gli Argentino e l'avvocato Cultrera
Non era stata divulgata la lettera che i genitori di Stefano Argentino avevano indirizzato alla famiglia di Sara Campanella, la 22enne vittima del femminicidio avvenuto a Messina il 31 marzo scorso. Quando la notizia del messaggio della famiglia di Noto ai Campanella è venuta alla luce, però, è stato ritenuto di divulgare i contenuti.
Nessun perdono per Stefano, scuse non sincere quelle dei familiari
Per i genitori di Sara qualunque messaggio di scuse è irricevibile. Quel messaggio di scuse che i genitori del 27enne di Noto hanno inoltrato alla mamma e il papà di Sara è da loro visto come “un mero atto dovuto. Le circostanze ed i comportamenti successivi al grave fatto delittuoso escludono si tratti di scuse sincere”. I familiari della ragazza di Misilmeri sono rimasti a Messina una intera settimana, dopo il delitto, e in più di una occasione avevano mostrato tutta la loro dolorosa rabbia nei confronti di Stefano.
La lettera degli Argentino: “Gesto inspiegabile e ingiustificabile”
“Carissimi genitori di Sara, caro fratello, parenti tutti, quelli trascorsi sono giorni in cui il vostro immenso dolore meritava solo silenzioso rispetto, almeno da parte nostra. Non riusciamo ancora a darci una spiegazione – e probabilmente non riusciremo mai a darcela- ma non possiamo esimerci a porgere, con il cuore a pezzi, le nostre scuse per l’inspiegabile e ingiustificabile gesto compiuto da nostro figlio. Non ci sono parole. Comprendiamo, da genitori a genitori, il vostro dolore. Rispettiamo ogni vostra scelta e ci limitiamo a chiedere scusa, per quanto possa servire a consolare un cuore di genitore, per il gesto compiuto da nostro figlio. Con tutto il cuore, mandiamo un sincero abbraccio alla vostra famiglia”, hanno scritto Antonio e Daniela Argentino lo scorso 15 aprile ai Campanella.
Il difensore: ” Difesa rispettosa, il processo farà giustizia a Sara”
Anche l’avvocato Giuseppe Cultrera, difensore di Stefano, aveva scritto ai Campanella tramite l’avvocata Cettina La Torre, spiegando la sua scelta di difendere il ragazzo e impegnandosi in una difesa leale al processo che assicuri “giustizia a Sara”.
“Gentile famiglia Campanella, come avrete appreso nei giorni scorsi, in modo del tutto inaspettato e senza preavviso, sono stato nominato nuovo difensore, con revoca dei precedenti, da parte di Stefano Argentino. Non senza imbarazzo, ancora una volta mi son trovato a dovermi confrontare con un caso che ha sconvolto l’Italia intera, stavolta, però, dalla parte scomoda dell’uccisore. Dico così perché fino a poco meno di un anno addietro ho difeso nelle aule giudiziarie i familiari di una vittima di femminicidio, chiedendo e ottenendo la condanna dell’omicida”, scrive il legale.
Da piccolo scelsi di fare questo tanto appassionante quanto, a volte, scomodo mestiere che, visto dal versante dell’età matura e da genitore, se non ben interpretato, potrebbe sembrare anche, in alcune circostanze, di prestare il braccio al male. Vorrei che sappiate direttamente dalla mia bocca che così non è: per dovere di toga, per giuramento prestato di fedeltà alla toga stessa, presterò la mia professione, nelle aule di Corte d’Assise, quale difensore di Argentino, pur ricordando di confrontarmi sempre con un uomo che ha spento, al di là di ogni irragionevole motivo, il sorriso alla vostra Sara. Vigilerò sulla corretta applicazione delle norme di legge e sulle dinamiche di un processo giusto all’interno del quale, unitamente all’operato dei vostri difensori che so già sarà encomiabile, nel rispetto del gioco delle parti, verrà fatta giustizia per Sara”, prosegue il professionista che difende il femminicida.
“Per una Sara che, nell’immaginario comune, rappresenta tante donne, più o meno giovani, vittime di soprusi, a volte fatali, spesso e per lo più per mano di chi professa la più elevata forma di amore. Non ci sarà mai una parola che possa consolare il vostro dolore immane ma il rispetto sarà sicuramente la panacea, quantomeno giudiziaria, all’incessante ricerca di un’agognata risposta del perché del gesto fatale”, conclude l’avvocato Cultrera.

Non posso che essere d’accordo con l’ Intera famiglia di Sara Campanella.
Mi pare sia cominciato il Processo Mediatico che non fa bene all’imputato non fa bene alle parti civili e non fa bene neanche ai loro difensori.Fa bene solo alla Stampa!
Non ci sono spiegazioni o giustificazioni da dare a nessuno del perché si sceglie di difendere un imputato o una parte civile e questo vale per tutti.
La difesa deve tutelare solo colui che si difende, lontana da presunte verità che non appartengono ai difensori ma al processo penale.
Se stessero un po zitti, tutti, specie in questi momenti, ancora freschi, farebbero una grazia alla povera Sara.
Avv.Filippo Mangiapane, Presidente della Camera Penale di Messina “Erasmo da Rotterdam”