Docenti di tutta Italia hanno intrapreso una battaglia per difendere il diritto di partecipazione democratica all’interno degli Atenei, a loro avviso calpestato da un’ interpretazione piuttosto “generosa” del dettato della riforma Gelmini
Ci sono anche venti messinesi (i nomi in basso) nel gruppo di 150 docenti provenienti da 20 diverse Università italiane che hanno deciso di portare avanti, compatti, la battaglia contro la proroga dei rettori. Una battaglia di principio per difendere il diritto di partecipazione democratica all’interno degli Atenei, a loro avviso calpestato da un’ interpretazione piuttosto “generosa” del dettato della riforma Gelmini .
Molti degli attuali rettori delle Università italiane stanno infatti usufruendo della proroga di un anno concessa dalla legge 240/2010, nel frattempo raddoppiata grazie all’interpretazione del Ministero circa il momento dell’adozione del nuovo Statuto d’ Ateneo, da cui cominciano a scattare i 12 mesi di prolungamento del mandato istituzionale. Il nuovo atto statutario, infatti, viene considerato adottato non dal momento in cui è stato approvato dal Senato accademico e dal Consiglio d’amministrazione per essere trasmesso a Roma ma dal momento in cui, recepiti i rilievi del Ministero, viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. E così anche i Magnifici delle le Università che hanno adottato lo statuto dell’era Gelmini entro il 29 ottobre 2011 resteranno in carica sino al 2013, perché il recepimento dei rilievi e la consequenziale modica al testo approvato ha fatto inevitabilmente slittare l’adozione, così come interpretata dal Dicastero – oggi guidato dal ministro Francesco Profumo, lui stesso ex rettore del Politecnico di Torino – di un altro anno. La scadenza non sarà più nel 2012 ma nel 2013.
Circostanza che riguarda anche il nostro Ateneo, con il rettore Francesco Tomasello che, eletto per la prima volta nel 2004, avrebbe dovuto concludere il suo secondo mandato nel 2011, ma che di fatto- grazie a questa doppia proroga – resterà in carico sino al 2013, per un totale di 9 anni incollato alla stessa poltrona. Tuttavia, il suo non solo non è un caso isolato ma non è neanche il più eclatante se si considera – come svela Antonio Castaldo su Corriere.it – che Giovanni Cannata è rettore dell'università del Molise dal 1995; Marco Mancini rettore dell'università della Tuscia dal 1999; Marco Pacetti, rettore del Politecnico delle Marche dal 1997, Giovanni Latorre rettore a Cosenza dal 1999.
Problema nazionale battaglia nazionale, che i 150 docenti hanno avviato attraverso la diffusione in rete di un documento, nel quale spiegano le ragioni del proprio dissenso riguardo alle politiche del MIUR. «Il diritto che rivendichiamo- si legge nel testo – è il diritto al rinnovo mediante legittime elezioni delle cariche scadute, ma più in generale è una richiesta di autentica partecipazione del basso, per una piena condivisione dei percorsi di riforma che condizioneranno il destino dei nostri atenei».
Questo stesso concetto sarà ribadito giovedì prossimo in occasione dell’incontro che si terrà nella Sala Conferenze Stampa della Camera dei Deputati «per discutere di governance e democrazia rivendicando il ruolo centrale della comunità accademica nelle scelte strategiche del sistema universitario e per illustrare la situazione dei contenziosi aperti nei TAR sulla questione “proroga rettori” e le iniziative promosse in diverse sedi onde garantire la piena attuazione del dettato di legge». (Danila La Torre)
I docenti messinesi che hanno sottoscritto il documento
Antonio Saitta (Messina)
Mario Gattuso (Messina)
Guido Signorino (Messina)
Luigi Giuseppe Angio’ (Messina)
Antonella Arena ( Messina)
Graziella Scandurra (Messina)
Carmine Ciofi (Messina)
Giovanni Galli (Messina)
Giovanni Tuccari (Messina)
Maria Gioffrè Florio (Messina)
Mario Manganaro (Messina)
Antonio Puliafito (Messina)
Lucia Risicato (Messina)
Giovanni Cupaiuolo (Messina)
Salvatore Camaioni (Messina)
Dino Costa (Messina)
Alice Baradello (Messina)
Vincenza Sofo (Messina)
Beniamino Ginatempo (Messina)
Carlo Donà (Messina)
