Corsi d'oro, intercettato anche Albert. La "svendita" dell'Ial Cisl

Corsi d’oro, intercettato anche Albert. La “svendita” dell’Ial Cisl

Alessandra Serio

Corsi d’oro, intercettato anche Albert. La “svendita” dell’Ial Cisl

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venerdì 21 Marzo 2014 - 00:27

Il direttore dell'assessorato Formazione ha svelato alla Procura di Messina i meccanismi perversi del sistema formazione. Mentre Cappadonna e Arturo Alonci discutevano della bomba Ial.

Ma quei rendiconti…tu lo sai che sono fasulli…tu non sei convinto che ci siano troppe ore nel sistema formativo siciliano e ci siano molti che gli allievi non li hanno?". Era il 20 gennaio 2013 e così Ludovico Albert, direttore del Dipartimento Formazione della Regione da febbraio 2011 ad ottobre 2012, commentava il sistema che Crocetta ha definito "la manciugghia". L'interlocutore di Albert, intercettato dalla Polizia messinese, era Salvatore Miroddi dell'Ecap, uno dei più attivi enti messinesi.

Le parole di Albert, ascoltato, hanno permesso agli investigatori di capire, grazie al racconto di chi era in "cabina di regìa", perché il sistema formazione in Sicilia non "finiva per" ma era costruito ad arte per gli sprechi. Dalle ore di formazione a pioggia ai meccanismi di rendicontazione debole, passando per i controlli quasi inesistenti. La stessa relazione della Commissione Regionale di indagine nel 2012 aveva certificato la propensione a far lievitare la spesa pubblica, senza nessun ancoraggio alla verifica sulla effettiva qualità formativa offerta ai corsisti. Finiva così che in Sicilia un corsista costava alla Regione da un minimo di 71 a oltre 200 euro ad ora.

Lo stesso Albert ha poi ammesso di aver subito pressioni politiche pesanti per blindare i bandi e di aver trovato forti ostacoli quando ha provato a fissare a 130 euro circa il costo massimo di un'ora formativa. Il piemontese Albert era arrivato in Sicilia per "mettere ordine", sostiene. Qualcuno però la vedeva diversamente.

Nel maggio 2012 Michele Cappadona, presidente dell' Associazione Generale Cooperative, ha la macchina imbottita di cimici, ma non lo sa. In viaggio con l'Architetto Arturo Alonci, uomo di Genovese ed ex assessore comunale, commenta il vero grande "colpaccio"genovesiano, l' Ial Cisl.

"Questa cosa ora scoppia in questo caso. Raffaele Bonanni che cosa aveva combinato. Aveva il discorso dello Ial chevera indebitato fino al collo, non poteva avere Durc non poteva avere più niente. Quindi hanno mandato Albert dal Piemonte per sanare questa situazione. E l'Ial se la sono comprata. E chi se l'è comprata? Ora è privata non è più Ial e Cisl, l'hanno modificata si chiama IAL. Lì c'è Genovese che ha comprato, Genovese e D'Antoni…Nino Papania della stessa corrente Innovazione di Genovese, e l'altro Luigi Cocilovo. Lì secondo me non so quanto lo hanno comprato quell'Ente e quanto lo hanno valutato. Però in questo caso penso che esplode questo coso, l'Ial, perché ora sono in cassa integrazione a zero ore…(…) se la magistratura mette mano a come hanno ceduto questo ente, questi che fanno politica, che hanno messo gente, ma i dirigenti e funzionari… Una sera siamo stati a mangiare con una dirigente, quella che prepara i mandati…(…) questo me l'ha detto una che prepara i mandati che quando hanno nominato a questi (i prestanomi utilizzati per acquisire gli enti ndr) non voleva firmare i mandati."

L'Ial è poi esploso a livello nazionale. Lavoratori senza stipendio da mesi, stop alle attività formative in diverse province dal settembre scorso, dopo la revoca dell'accreditamento. Gli ultimi dipendenti a scendere sul piede di guerra sono stati i trapanesi, che a febbraio scorso, al tredicesimo mese senza stipendio, hanno occupato la sede. Proprio a settembre scorso la direzione regionale dell'Ente con una nota ufficiale aveva respinto l'ennesima accusa sull'uso illegittimo dei fondi della cassa integrazione. E a gennaio scorso il Cga ha dato ragione all'ente, revocando la sospensione dell'accreditamento. I dipendenti, peró, non sanno ancora che fine hanno fatto i loro soldi, per molti mesi accreditati dalla Regione all'Ial ma non dall'Ial ai dipendenti.

Alessandra Serio

3 commenti

  1. E l’assessore Centorrino era sordo, cieco e muto? Si stenta a credere che un affare così grosso, con un’attività illecita che ha coinvolto decine di persone, fosse sconosciuta all’unica persona che avrebbe dovuto avere il controllo della spesa che, ovviamente, avrà dovuto autorizzare. O tutto veniva gestito dai dirigenti?… Mah!…. Mi sembra strano che Centorrino non ne sapesse nulla…

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  2. Ma se ‘sti soldi si davano direttamente ai poveri corsisti non era meglio?

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  3. per i corsisti sicuramente si ma per chi manovrava il denaro sicuramente no .Signori un famosissimo e influente uomo politico ormai morto, che appariva poco in TV morto a proposito della polita diceva : “A PENSAR MALE SI FA PECCATO MA SPESSO SI INDOVINA” . Se noi tutti poveri cittadini pensassimo a questa frase quando giudichiamo l’operato di un politico forse al momento di votare non dico faremmo molto meno errori nella scelta della persona .

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