Il tram della discordia: i motivi di chi lo difende, il referendum, l'Atm

Il tram della discordia: i motivi di chi lo difende, il referendum, l’Atm

Il tram della discordia: i motivi di chi lo difende, il referendum, l’Atm

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lunedì 16 Luglio 2018 - 13:02

L'ex presidente del consiglio comunale Barrile dice il suo no all'abolizione del tram ma chiede a De Luca di rivedere le sue scelte su Atm e assunzioni. Da CapitaleMessina l'analisi su perché sarebbe uno sbaglio. Dal III quartiere Cacciotto lancia l'idea del referendum. E c'è chi spiega che il tram è l'unica soluzione per i disabili

«Non è la soppressione la soluzione del problema, anzi una mossa del genere aggraverebbe la condizione di marginalità delle fasce sociali più deboli, alle quali verrebbe a mancare un servizio importante che di certo deve essere migliorato e rivisto, ma che mantiene la sua strategicità nel contesto della mobilità cittadina. Per alleviare l'impatto sulla città, nell'ottica di una rivisitazione generale del sistema trasporti, si potrebbe pensare in primo luogo alla rimozione di barriere e cordoli nelle zone più cruciali, penso ad esempio alla cortina del porto, come avevo proposto in campagna elettorale: una soluzione rapida e low cost che consentirebbe alla città di recuperare una zona essenziale». A dirlo è l’ex presidente del consiglio comunale e candidata sindaco alle ultime amministrative Emilia Barrile che dice no all’ipotesi del sindaco De Luca di smantellare la grande infrastruttura e il servizio pubblico che offre.

La Barrile però non si limita al tram, ma guarda alle conseguenze che le recenti scelte del primo cittadino avranno a breve termine sull’Atm. Scelte che, secondo l’ex presidente del consiglio comunale, sembrano contraddire quello spirito di collaborazione che il sindaco ha manifestato verso le parti sociali della città ed il Consiglio Comunale al momento del suo insediamento.

«Se venissero portati avanti i tagli proposti al trasporto pubblico, verrebbero penalizzati in maniera pesante proprio villaggi e periferie: cavalli di battaglia in campagna elettorale per tutti i candidati ma che, puntualmente, risulterebbero penalizzati sin dai primi atti di questa sindacatura. Già in questi giorni i cittadini ci segnalano disagi nei collegamenti, per numerose soppressioni di corse bus specialmente nei villaggi della zona sud, da Pezzolo a Villa Lina e San Filippo inferiore, senza dimenticare Camaro e le Masse. Con queste premesse, potremmo trovarci all'inizio di un'emergenza che potrebbe determinare l'isolamento di interi villaggi».

Un passaggio anche sulle assunzioni degli autisti: «Bloccare le assunzioni di autisti in Atm, che servono a garantire il servizio ai cittadini, e l'utilizzo di lavoro somministrato tramite agenzia interinale, avviato nel 2016 ai tempi dell'amministrazione Accorinti, penalizzerebbe pesantemente lavoratori e utenza. Tutti auspichiamo e reclamiamo trasparenza, e un bando pubblico di concorso, ma se le decisioni del sindaco De Luca sono legate a questioni di bilancio comunale, è chiaro che in questo frangente non è possibile fare il salto di qualità che tutti auspichiamo verso la stabilizzazione immediata a tempo indeterminato, obiettivo che occorre comunque perseguire per uscire dal precariato e sanare la carenza cronica di quasi 100 autisti dalle piante organiche di Atm».

La Barrile chiede a De Luca di rivedere le sue posizioni sulle procedure di assunzione e riconferma degli autisti, fondamentali se si vuol garantire un servizio dignitoso. E che risultano, dati alla mano, economicamente sostenibili per Comune ed Azienda.

IL DIBATTITO SUSCITATO DALL'IDEA DEL NEO SINDACO DI SOPPRIMERE IL TRAM.

«Sbagliato sopprimere il Tram nell’attesa del “Tram dei desideri”». E’ la posizione di CapitaleMessina che considera un diritto dell’Amministrazione eletta proseguire su questa strada, visto che era uno dei punti del programma elettorale. Ma nel documento firmato da Gianfranco Salmeri, l’associazione dice chiaramente è abolire il tram è uno sbaglio.

«Il rapporto MobilitAria 2018 dimostra che Messina è fra le città italiane con il peggior stato di mobilità urbana, a causa del trasporto pubblico che viene considerato insufficiente e inadeguato dai cittadini che preferiscono prendere l’automobile per spostarsi, piuttosto che avventurarsi con autobus e tram.

La soppressione del tram “attuale”, nella prospettiva del tram “sospeso” che è poco più che un’ipotesi, rischia di peggiorare drammaticamente la già critica mobilità cittadina.

Ha ragione, il Sindaco De Luca, quando denuncia la crisi economica dell’ATM, e noi siamo stati tra i primi a lanciare l’allarme sui problemi finanziari di una azienda che veniva considerata intoccabile; ma la risposta deve essere ridurre i costi razionalizzando il servizio, eliminare le diseconomie, riequilibrare domanda ed offerta, implementare la share mobility, non sopprimere il tram, che costituisce in atto il sistema di mobilità a nostra disposizione più ecologico e più compatibile con una città che dev’essere sempre più pedonale e con meno automobili.

Certo il sistema tranviario va ripensato, e le ipotesi sono tante, a partire dallo spostamento del tragitto a monte, lungo l’asse corso Cavour – via Garibaldi. Se ne discuta, si cerchino le risorse, ma già adesso qualcosa si può fare, in tempi brevi e con costi limitati.

Il primo passo è la realizzazione di un sistema di priorità semaforica per la tranvia integrato con un sistema intelligente di interscambio con i semafori urbani. In questo modo si otterrebbe una significativa velocizzazione del tragitto.

È di rapida realizzazione anche l’abbattimento della barriera costituita dal tram, tra la città ed il fronte mare: con la riduzione fino ad un massimo di 30 km/h, dalla Dogana fino all’imbocco della Rada S. Francesco, della velocità di esercizio del tram, non vi sarebbe più la necessità di avere la sede protetta da barriere, per cui si potranno sin da subito eliminare cordoli e ringhiere. Il tram così perderebbe la caratterizzazione di metropolitana di superficie, circolando in questa porzione di città in sede promiscua, in sicurezza, così come avveniva fino agli anni cinquanta.

Sono azioni facilmente realizzabili che darebbero da subito risultati positivi per la qualità della vita dei messinesi». Sul tram arriva anche la proposta del consigliere della III Circoscrizione Alessandro Cacciotto: interpellare direttamente la città. «Quale migliore occasione allora per tenere a battesimo il Comitato per i referendum cittadini, presentato alcuni giorni fa nella sala ovale di Palazzo Zanza e che havisto sottoscrittori, lo stesso Sindaco, componenti della Giunta, consiglieri Comunali e di Circoscrizione?». Per Cacciotto sarebbe il modo migliore per decidere su un tema che sta monopolizzando le discussioni quotidiane.

Cacciotto si dichiara concorde con De Luca su molte delle considerazioni fatte sul tram. «L’economia di molti commercianti, soprattutto di Provinciale è ormai al collasso e molti operatori hanno dovuto abbassare la saracinesca; non tenere conto che i commercianti di una zona come Provinciale, ma non solo, sono letteralmente “prigionieri” all’interno delle proprie botteghe significa non avere rispetto per chi la mattina si alza per guadagnarsi il “pane”.

La città è letteralmente imbruttita per la linea del tram; squarciata in alcuni punti e mortificato l’affaccio al mare, uccidendo la c.d. e tanto decantata vocazione turistica della città dello stretto.

L’attuale linea del tram è troppo breve. La maggior parte della città è priva di tram, con la conseguenza che non ne beneficiano tutti ma soprattutto allo stato attuale il c.d. gioco non vale la candela».

Un no secco all’abolizione del tram arriva invece dal Movimento Peloritano Democrazia Disabile presieduta da Mario Midolo. «Da parte del Sindaco si vuole solo portare la città indietro nel tempo smantellando tutto ciò che non corrisponde alla sua visione di amministrazione, visione che più si adatta ad un piccolo centro di provincia non certo a Messina e ai suoi circa 240.000 abitanti.
Il sindaco De Luca non deve dimenticare che il tram attuale, seppur pieno di difetti e migliorabile in tutto, è l’unica sezione dell’Atm che in qualche modo funziona e che è usufruibile da tutti». L’associazione punta a difendere il diritto a usufruire dei mezzi pubblici di “tutti coloro che per i motivi più vari non sono in condizioni di utilizzare altri mezzi pubblici se non il tram in quanto risulta essere l’unico ad avere quei requisiti tecnici che permettono ad un anziano malamente deambulante o ad un disabile su carrozzina di potersi spostare in città sebbene con molte limitazioni dovute al percorso che non copre Messina in tutta la sua lunghezza.
Per questo motivo anche il Movimento Perloritano Democrazia Disabile chiede al sindaco De Luca di rivedere le sue decisioni e chiede a tutti i partiti presenti in Consiglio Comunale di difendere l’opera pubblica già presente e anzi di renderla sempre migliore in difesa dei meno fortunati.

3 commenti

  1. L’obiettivo, peraltro dichiarato, di De Luca è di arrivare alla presidenza della Regione. Vuole dimostrare di essere capace a sanare i conti pubblici, quindi se ne sbatte se i villaggi resteranno isolati o se i disabili non potranno più usufruire del trasporto pubblico. A lui importa solo che a livello regionale passi come colui che ha sanato i conti di una città sull’orlo del default e perseguirà questo obiettivo annientando il tessuto socioeconomico della città. Tra 5 anni Messina non sarà più una città in fallimento, semplicemente perché non sarà più una città.

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  2. Attraversare sulle rotaia del tram è una sofferenza per le vetture, lavoro fatto male sin dall’inizio con evidente aggravio nel tempo,ammortizzatori e sospensione vengono messe a dura prova ovviamente anche le buche fanno la loro porca parte.Invece di abolire il tram il caro sindaco dovrebbe migliorare i fatti su detti ed allora farebbe felici sia chi usai l tram sia chi usa l’auto per spostarsi in città

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  3. Ormai c’è anche se l’incompetenza e il malaffare clientelistico hanno dato alla città un carrozzone, cmq c’è ed è utilizzato invece di abolirlo visto che anche se solo per un breve tratto miglioratene le condizioni e progettate un prolungamento cosi è un servizio a metà, penso ad un allungamento del percorso da Giampilieri sino a Ganzirri/mortelle, già così farebbe un servizio migliore alla comunità.

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