Alla base della protesta indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa Cisal, c’è il “ mancato rinnovo del contratto scaduto nel 2007".

Martedì nero per il trasporto pubblico. In tutte le città italiane bus, tram e metropolitane resteranno in deposito a causa dello sciopero nazionale organizzato dalle organizzazioni sindacali. Alla base della protesta, indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa Cisal, c’è il “ mancato rinnovo del contratto scaduto nel 2007".

L’astensione dai turni lavorativi per le otto contrattuali ore raddoppia quella del 20 luglio scorso, quando lo sciopero si era fermato alla mezza giornata lavorativa, ma si svolgerà comunque nel nel rispetto della garanzia dei servizi minimi e delle fasce orarie. Dall’ Atm fanno sapere che saranno garantite le seguenti fasce orarie: 6-9 e 18 -21. L’azienda non esclude disagi per quanti usufruiscono del mezzo pubblico per i loro spostamenti, anche se – aggiungiamo noi – i nostri concittadini saranno “avvantaggiati” rispetto al resto degli italiani, in quanto abituati più di altri ad un servizio di trasporto pubblico locale insufficiente e inefficiente, che proprio in queste ultime settimane sta vivendo una delle sue fasi più critiche.

La protesta indetta dai sindacati coinvolgerà anche il personale delle ferrovie, che incrocerà le braccia dalle 21 di lunedì 1 ottobre sino alle 21 di martedì 2 ottobre. Lo sciopero nazionale indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Fast ferrovie, interesserà tutti gli addetti ai servizi ferroviari di accompagnamento notte, ristorazione a bordo treno, pulizie e attività accessorie e complementari e nasce dall’ "inaccettabile posizione assunta dalle associazioni di impresa e dalle aziende che operano nel settore di non sottoscrivere ed applicare il contratto collettivo nazionale mobilità/area contrattuale attività ferroviarie".

Secondo i sindacati, inoltre "permangono nel settore degli appalti ferroviari numerose criticità come la situazione occupazionale, il ricorso costante agli ammortizzatori sociali, il progressivo ridursi delle attività, dei servizi e conseguentemente dei posti di lavoro oltre alle mancate, ritardate o parziali erogazioni delle retribuzioni".