L'ultimo segretario cittadino del Pd va con gli scissionisti. "Il partito si è allontanato dai suoi elettori. Noi guardiamo a quanti non votano più, o votano i 5 stelle, alla sinistra che è stata considerata come un elemento di disturbo"
Si è dimesso dalla carica di segretario cittadino del Pd il 25 marzo 2013 e da quel giorno sono trascorsi 4 anni di commissariamenti. Giuseppe Grioli è stato l’ultimo segretario del Pd di Messina e adesso, ironia della sorte, proprio quando a fine marzo si terrà il primo Congresso dopo 4 anni “sott’acqua”, lui ha deciso di seguire il cuore e la ragione. Ha scelto di far parte degli scissionisti.
“In realtà i veri scissionisti non siamo noi- spiega- Gli scissionisti non sono i parlamentari che vanno via. La scissione c’è già stata e l’hanno fatta gli elettori del Pd che non si riconoscono più in questo partito. Non sono i deputati e i consiglieri comunali che andranno via, sono gli elettori di sinistra che hanno già abbandonato il partito. La mia comunque non è stata un decisione presa a cuor leggero. Sono stati per tutti anni complicati, per Bersani e Speranza la cui presenza nel Pd è stata vista non come partecipazione ma come azione di disturbo”.
Quando Roberto Speranza ha creato l’Area Riformista ed ha iniziato a girare il Paese per spiegare le motivazioni della scelta e porre le basi del movimento, Grioli è stato tra quanti, a Messina, ha condiviso il percorso, sperando, in quel periodo che i vertici del Pd accogliessero quei segnali di malessere che venivano dalla base. Non è andata così e la strade con il passare dei mesi hanno finito con il prendere direzioni opposte.
I segnali erano sempre più forti, come hanno dimostrato le Regionali, le amministrative di Roma, il Referendum, e gli elettori hanno finito con l’allontanarsi sempre più da un Pd che ha perso lo spirito originario.
“Nel 2007, quando è nato il Partito Democratico abbiamo fatto un percorso unitario ma con Renzi le cose sono cambiate- prosegue Grioli- Il confronto interno al partito è venuto meno, ma soprattutto lui ha iniziato a guardare ad un’altra fascia di elettorato, più al centro e verso il centro-destra. Gli elettori di sinistra non hanno condiviso questa decisione. Nel frattempo le politiche del governo non hanno avuto tra le priorità quelle che rappresentano i valori fondanti della sinistra. Non è stata solo l’alleanza con Verdini o con il centro-destra, sono state le politiche sbagliate. Il governo Renzi ha fatto il Job Acts o la riforma della scuola, causando la protesta di quella parte di elettorato di sinistra che invece è sempre stato con il Pd. Hanno assunto 100 mila insegnanti ma si son trovati contro tutti. Penso allo scontro con i sindacati. E’ il Pd che ha subito una metamorfosi non noi”.
Grioli lavorerà quindi al movimento di Bersani e Speranza, Democratici e riformisti, che sta avviando le fasi organizzative in Italia. Non sarà solo chiaramente. Con lui ci sono Maria Flavia Timbro e Domenico Siracusano, molti ex tesserati Pd, simpatizzanti che adesso salutano il “ritorno alle origini”, a quell’anima di sinistra confluita con i Ds nel Pd ma che è finita schiacciata dalla componente della Margherita. Probabile che strada facendo nei DP confluiscano altri movimenti, come quello di Pisapia o una parte di Sinistra Italiana. In Sicilia fanno capo all’area anche la presidente della Commissione Ars ambiente Mariella Maggio e l’ex presidente della Regione Capodicasa. Ma non è ancora tempo di totonomi perché è in corso il tesseramento del Pd, che si concluderà oggi, e sono tanti gli indecisi. L’esito del Congresso poi potrebbe comportare ulteriori addii.
“Purtroppo in tutti questi mesi, invece di analizzare le sconfitte il dibattito si è soffermato solo sui nomi o sul congresso o le primari- sottolinea Grioli- Questa è una fase delicata per il Pd. Ci sono moltissimi iscritti che hanno deciso di restare nel partito pur non condividendo la linea e sosterranno Emiliano o Orlando. Il malessere c’è. Noi non facciamo campagna acquisti, rispettiamo chi è indeciso, chi resta. E’ una fase particolare, non voglio fare la conta. L’ultimo commissariamento di Messina è durato un anno e mezzo senza alcun dibattito, con decisioni prese a Roma. E mi risulta che sia andata così in tante altre realtà”.
Nessuna campagna acquisti ma il rispetto del momento. Poi, dopo la seconda metà di marzo ci sarà un’assemblea pubblica, aperta a tutti e conclusiva di incontri programmatici in provincia, per tirare le fila. Nel frattempo anche i numeri ed i nomi, sia a livello locale che nazionale saranno più chiari.
Certo il Pd di Messina soffrirà una doppia emorragia rispetto al passato. L’area genovesiana (quella di provenienza Margherita) è andata via verso Forza Italia nel dicembre 2015 e adesso l’anima ex Ds è con gli scissionisti. La “mission” è riportare a casa l’elettorato di sinistra che nel frattempo ha scelto altri lidi, soprattutto i 5stelle o ha smesso di votare.
“Noi guardiamo all’elettorato deluso che si è allontanato in questi anni, anche di fronte a provvedimenti come la riforma della scuola o il Job acts o a mancate politiche verso le fasce più fragili. Non so quanti abbiano scelto il M5S o meno. Certo è che i delusi fanno parte di quella percentuale di astensionisti che dobbiamo recuperare. Dobbiamo tornare a parlare di cose di sinistra”.
Rosaria Brancato
Ma che dovete riformare le patate. Fin quando vi ostinerete a difendere il sistema neoliberista europeo e a rispettare le regole (che nessuna nazione rispetta, in primis la Germania) antidemocratiche scritte nei Trattati Europei, non farete altro che portare questo paese al tracollo, con tutti i cittadini che ci vivono dentro. Voi non siete la soluzione, siete il problema principale di questo paese, insieme agli amichetti vostri del centro destra.
Ma che dovete riformare le patate. Fin quando vi ostinerete a difendere il sistema neoliberista europeo e a rispettare le regole (che nessuna nazione rispetta, in primis la Germania) antidemocratiche scritte nei Trattati Europei, non farete altro che portare questo paese al tracollo, con tutti i cittadini che ci vivono dentro. Voi non siete la soluzione, siete il problema principale di questo paese, insieme agli amichetti vostri del centro destra.
Non si è capito nulla! A parte il fatto che dare spazio e voce ad un componente del consiglio comunale famoso solo per lo scandalo gettonopoli più vergogonoso d’Italia, non è proprio..decente, indipendentemente dall’iscrizione o meno nel registro degli indagati.
Non si è capito nulla! A parte il fatto che dare spazio e voce ad un componente del consiglio comunale famoso solo per lo scandalo gettonopoli più vergogonoso d’Italia, non è proprio..decente, indipendentemente dall’iscrizione o meno nel registro degli indagati.
ciao bello,ciao………….
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forse è meglio cambiare totalmente simbolo e partito, e lasciare a chi veramente si sente in grado di affrontare il presente per un domani fatto di onestà e chiarezza di iniziare un discorso nuovo,con alle spalle un bagaglio delle esperienze fatte da analizzare e per non rifare gli stessi errori.
forse è meglio cambiare totalmente simbolo e partito, e lasciare a chi veramente si sente in grado di affrontare il presente per un domani fatto di onestà e chiarezza di iniziare un discorso nuovo,con alle spalle un bagaglio delle esperienze fatte da analizzare e per non rifare gli stessi errori.