Auto per le scorte vecchie e inefficienti. Parlano gli agenti: «Non c’è sicurezza neanche per noi»

Il loro mestiere è quello di proteggere e dare sicurezza, ma le attuali condizioni in cui sono costretti a lavorare non gli permette di tutelare neanche se stessi. Loro sono gli agenti delle scorte, costretti a svolgere servizio con auto usurate e non efficienti, a lanciare l’allarme è il segretario generale del Silp (Sindacato italiano lavoratori Polizia per la Cgil), Giuseppe Micali.

«E’ successo che il cofano dell’auto di servizio, una alfa romeo 166 con 170 mila km – racconta il sindacalista – improvvisamente si è sganciato andando a sbattere violentemente sul parabrezza rompendolo, impedendo all’autista la visuale della strada. La circostanza di viaggiare su una strada provinciale e quindi a velocità moderata e la bravura dell’autista a controllare il mezzo nonostante il sopraggiungere di un Tir hanno evitato tragiche conseguenza. E così come si è rischiato il peggio – continua – mesi addietro quando a seguito dell’asfalto bagnato un’auto in servizio di scorta è sbandata andando a sbattere sul guard rail senza che gli airbags, nonostante il violento urto, si aprissero».

Per Micali tutto ciò altro non è se non l’effetto della politica dei tagli del governo. Del ristretto parco macchine dell’Ufficio scorte di Messina (cinque blindate), ben tre sono perennemente ferme per i guasti causati dall’usura. Si tratta di mezzi che hanno percorso mediamente 160/200 mila km.
«E’ bene sottolineare – afferma Micali – che con la nuova legge finanziaria la morsa dei tagli si restringerà ulteriormente, e nulla potranno fare i singoli Questori con il ristretto badget loro assegnato per mantenere efficienti il parco macchine. Questo significherà meno pattuglie sulle strade e quindi minor sicurezza per i cittadini. Ma anche minor sicurezza per gli stessi agenti costretti ad operare sempre più con mezzi inaffidabili. E’ singolare, poi, che le auto della polizia non siano sottoposte a revisioni come tutte le autovetture, ma solamente a dei generici collaudi».