Angelo Libetti, Pd: "Sul nuovo Prg è calato il più assoluto silenzio. Manca anche la concertazione"

Angelo Libetti, Pd: “Sul nuovo Prg è calato il più assoluto silenzio. Manca anche la concertazione”

Angelo Libetti, Pd: “Sul nuovo Prg è calato il più assoluto silenzio. Manca anche la concertazione”

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lunedì 02 Novembre 2015 - 23:01

Da Angelo Libetti, Uni Coop riceviamo questa riflessione in merito al dibattito in Consiglio comunale sul Prg e che è stato anche illustrato in Aula nel corso della recente seduta aperta dedicata alla tematica.

Il precedente Consiglio Comunale avviò la fase di redazione del nuovo P.R.G con l’ approvazione delle “linee guida” che avrebbero dovuto informare, come previsto dalla vigente legislazione, la redazione del nuovo P.R.G. e stabilì con la delibera 74 del 2012, che gli Uffici predisponessero, fin da subito, una “variante di salvaguardia” relativa alle aree a rischio idrogeologico, già individuate con la delibera n. 15 del 2012, la così detta “salva colline”.

Considerato che è il Consiglio Comunale a dettare la politica urbanistica, oggi, appare del tutto evidente come l’assessore De Cola si stia muovendo in tutt’altra direzione, senza aver sentito la necessità di rimodulare le “linee guida” e stravolgendo il mandato sulla “variante di salvaguardia”.

Ad oggi il risultato è che sul nuovo PRG, che doveva essere, pronto. entro la metà del prossimo mese, dopo la fase del PICO e la scelta del consulente, è calato il più assoluto silenzio , mentre fino ad oggi non è stata avviata alcuna azione di concertazione con le categorie e le associazioni che pur avrebbero titolo ad esplicitare il loro pensiero.

Ma oggi e qui, la cosa che più ci interessa chiederci è se una nuova impostazione, manifestata dallo stesso Consulente, risponde ad dettato delle linee guida approvate o se invece sia necessario rimodularle e presentarle al Consiglio Comunale, perché la città abbia la necessaria contezza di quanto si sta o si intende fare.

Allo stesso tempo, vogliamo evidenziare come la Variante , che è stata ridefinita “variante di tutela ambientale” ci sembra vada in direzione opposta a quella che la città per bocca di varie associazioni, che mettono insieme imprenditori, sindacati, ordini e collegi professionali, associazioni ambientaliste e movimento cooperativo, hanno avuto modo di chiedere e comunque molto al di là del dettato delle delibere 15 e 74, di fatto prendendole a pretesto e stravolgendole

Con il documento dello scorso mese di settembre abbiamo avuto modo di denunciare, l’oramai quasi irreversibile, crisi del settore edilizio, da sempre traino economico della società in genere e della nostra città, come peraltro ribadito anche da recenti prese di posizione delle organizzazioni sindacali, e il perdurare di una assoluta inerzia amministrativa nella politica di recupero delle periferie degradate e di rivitalizzazione del centro urbano consolidato; basta pensare all’inerzia sulle politiche di risanamento sul quale peraltro si registra il recente flop dell’acquisto di alloggi da privati

La cosiddetta “variante di salvaguardia”, così come più volte denunciato, si limita alla mera sovrapposizione di vincoli e studi, quali il Piano per l’Assetto Idrogeologico, il Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale, con tutti i suoi verificati strafalcioni localizzativi, e lo Studio Geologico redatto dall’ENEA acriticamente calato nella variate.

Nei fatti si ingessa la gran parte del territorio comunale retrocedendolo a verde agricolo e/o ambientale, senza offrire alcuna valida alternativa in termini di politiche di riqualificazione urbana, azzerando di fatto il settore produttivo dell’edilizia, privata e pubblica, e di conseguenza qualsiasi reale possibilità di rilancio dell’economia cittadina.

Al contrario sarebbe necessario che l’Amministrazione comunale, attraverso una più completa conoscenza del territorio da tutelare, la messa in atto del principio “consumo di nuovo suolo zero”, avvii una parallela e complementare politica di riqualificazione urbana. che rappresenti un ‘occasione di sviluppo che, partendo si dalla necessità di tutelare tutte le porzioni del territorio più fragili, si fondi su un principio economico fondamentale oramai unanimemente condiviso dello “sviluppo sostenibile inteso come capacità di generare reddito e lavoro.

In sostanza le criticità (crisi dell’edilizia e degrado delle periferie), denunciate, se integrate e messe a sistema, potrebbero trasformarsi in una grande opportunità che consenta di rigenerare le nostre periferie degradate e dare lavoro a migliaia di operai e tecnici. Un programma straordinario di recupero della periferia degradata, utilizzando gli strumenti urbanistici di dettaglio del vigente PRG, quelli già esistenti (piani di risanamento) e quelli eventualmente da redigere nelle zone destinate al recupero.

Temiamo fortemente che un errato procedimento, unito ad una strumentale interpretazione della normativa europea sull’ ambiente, possa portare all’ immediato congelamento del territorio e al blocco generalizzato di tutte le attività edilizie, cosa che si sta profilando in queste settimane all’Assessorato Regionale all’Ambiente e al Territorio che, comunque guarda con preoccupazione a questa possibilità.

Si è avviato un procedimento su quello che, allo stato attuale, è solo uno studio di variante che non ha alcun valore politico e amministrativo e per esso è stata inoltrata alla regione la Valutazione di incidenza e la relazione preliminare della VAS, esautorando il Consiglio Comunale e sostituendosi ad esso, unico titolare del progetto di variante, avendone esso la esclusiva competenza, quale autorità proponente e procedente.

La procedura di VAS, che assorbe la Valutazione di Incidenza, va pertanto avviata solo dopo l’adozione da parte del C.C. della Variante di salvaguardia (art. 11 del DPR 152/06)

La eventuale approvazione della Valutazione di Incidenza inoltrata insieme alla procedura di non assoggettabilità a VAS della Variante, renderebbe di fatto non approvabile alcun progetto, perché in difformità ad una variante “inesistente”. E’ certamente un modo efficace per rendere ininfluente il ruolo del Consiglio Comunale.

Il Consiglio Comunale deve riappropriarsi delle proprie competenze, pertanto riteniamo

*- che debba chiedere all’Assessore di portare in Consiglio Comunale per l’approvazione nuove direttive generali del Piano eventualmente riconfermando, se le ritenesse ancora conformi al lavoro preventivato quelle già approvate dal precedente consiglio;

– Chiedere all’Assessore De Cola che venga immediatamente ritirato lo studio di Variante, compresa la Valutazione di Incidenza e la relazione preliminare della VAS, eventualmente, in caso di risposta negativa o di silenzio, diffidando la Regione a procedere a qualsiasi esame;

– Chiedere all’Assessore che predisponga per il Consiglio una delibera integrativa della 15 e della 74, per definire i nuovi obiettivi, i contenuti e le procedure che debbono portare alla adozione di una variante di salvaguardia e sviluppo sostenibile che giovi alla città e al suo territorio

Tutto questo Perché nel rispetto dell’ambiente sia possibile offrire, in tempi rapidissimi, alla città, alle forze imprenditoriali, a quelle professionali e di categoria l’opportunità di avere a disposizione uno strumento urbanistico vigente che guardi realmente alla rinascita sostenibile della città

Angelo Libetti Uni.Coop

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