Sanità, la Consulta: 10 commissari sono illegittimi. A Messina Sirna e Vullo

Sanità, la Consulta: 10 commissari sono illegittimi. A Messina Sirna e Vullo

Rosaria Brancato

Sanità, la Consulta: 10 commissari sono illegittimi. A Messina Sirna e Vullo

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giovedì 19 Luglio 2018 - 07:42

Crocetta aveva prorogato gli incarichi alla guida delle aziende sanitarie, senza accedere agli elenchi come prevede la legge. La Corte Costituzionale ha dato ragione al Consiglio dei ministri che aveva impugnato la norma.

Le nomina dei commissari della sanità nominati a suo tempo da Crocetta (sul finire del mandato quindi nella sorta di “semestre bianco”) sono illegittime. La sentenza della Corte Costituzionale azzera 10 nomine di commissari e causa un vero e proprio terremoto.

La Corte Costituzionale ha emesso sentenza in merito al ricorso presentato dal Consiglio dei ministri contro la legge regionale targata Crocetta che prorogava i direttori generali di Aziende sanitarie ed ospedaliere nonché aziende ospedaliere universitarie (i Policlinici) fino alla naturale scadenza, disponendo il divieto quindi di fare nuove nomine. Crocetta aveva di fatto “blindato” le sue nomine sostenendo che, in attesa della costituzione dell’albo nazionale dal quale accedere obbligatoriamente per legge per scegliere i DG della sanità, sarebbe stato più opportuno lasciare come commissari quelli in carica.

Il Consiglio dei ministri ha impugnato la norma perché “blindava i direttori generali in scadenza ed eccedeva le competenze attribuite alla Regione dallo Statuto speciale prevedendo commissariamenti non consentiti dalla normativa statale”.

Il ricorso del Consiglio dei ministri richiama la norma nazionale secondo la quale fino alla costituzione dell’elenco nazionale le Regioni da cui attingere per la nomina dei manager, si doveva obbligatoriamente attingere a quello regionale di idonei e se questo non c’è, si deve utilizzare l’elenco di altre Regioni. Al momento solo la Regione Piemonte ha concluso le procedure relative all’elenco e figurano 6 siciliani (due dei quali sono gli attuali dg dell’Irccs Piemonte Angelo Aliquò e del Policlinico Michele Vullo)

La Consulta ha dato ragione al governo ricordando che la nomina dei manager deve avvenire, per legge, solo ricorso ad elenchi di idonei, quali appunto quelli Regionali. Lo spirito della legge è quello di evitare lottizzazioni politiche dei manager della sanità e garantire “un alto livello di professionalità dei candidati, i quali debbono possedere requisiti curriculari unitari”. Secondo la sentenza della Consulta in sostanza la decisione di Crocetta che non ha definito né le procedure, né i requisiti, né i termini di decadenza dei commissari “consente alla Regione di conferire gli incarichi apicali della dirigenza sanitaria in maniera ampiamente discrezionale, al di fuori del sistema delineato dal legislatore statale, mettendo quindi a rischio le finalità perseguite da quest’ultimo”. Da qui la dichiarazione di incostituzionalità da parte dei giudici costituzionali.

Si crea un vulnus ma nel frattempo la prossima settimana si insedierà la commissione esaminatrice per la nomina dei nuovi manager anche se il problema resta quello dei tempi.
Sono dieci commissari dichiarati illegittimi: Antonio Candela (Asp Palermo), Gervasio Venuti (Asp Agrigento), Maurizio Aricò (Villa Sofia-Cervello), Anselmo Madeddu (Asp Siracusa), Gaetano Sirna (Asp Messina), Giovanni Bavetta (Asp Trapani), Giovanni Migliore (Arnas Civico di Palermo), Fabrizio De Nicola (Policlinico di Palermo), Giorgio Santonocito (Arnas Garibaldi di Catania), e Michele Vullo (Policlinico di Messina).

L’assessore Razza ha annunciato che attenderà l’esito del lavoro della commissione esaminatrice in merito alle nuove nomine.

A Messina i commissari messi in discussione dalla sentenza sono due: Sirna (dg Asp) e Vullo (dg Policlinico). Stando alla sentenza della Consulta il governo regionale avrebbe obbligatoriamente dovuto attingere dall’elenco della Regione Piemonte, dal momento che la Sicilia non si è ancora adeguata (e lo farà adesso). In quell’elenco sono due i manager che operano a Messina, come detto, Aliquò e Vullo.

Al di là comunque degli aspetti giuridici della vicenda c’è un aspetto politico. Crocetta ha voluto blindare i manager da lui nominati lasciandoli in eredità a Musumeci, una decisione che è opinabile sotto il profilo dell’opportunità politica, a maggior ragione se si tratta di sanità.

Rosaria Brancato

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