"Senza il rinnovo dei contratti al Policlinico, assistenza a rischio: un dramma per Messina"

“Senza il rinnovo dei contratti al Policlinico, assistenza a rischio: un dramma per Messina”

Redazione

“Senza il rinnovo dei contratti al Policlinico, assistenza a rischio: un dramma per Messina”

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domenica 12 Novembre 2023 - 16:00

Il candidato rettore di Unime Limosani: "L'insufficienza del tetto di spesa, se confermata, richiede un intervento immediato. Mi farò garante delle professionalità"

MESSINA – Policlinico di Messina: interviene il candidato rettore Michele Limosani. Sottolinea l’economista: “Ho appreso, con preoccupazione, da notizie stampa l’esito del Collegio di direzione dell’Aou Policlinico “G. Martino” svoltosi nei giorni scorsi, durante il quale il commissario straordinario Giampiero Bonaccorsi sembrerebbe aver comunicato l’insufficienza del tetto di spesa per il personale assegnato all’Azienda. Nonostante l’incremento di 4 milioni di euro promesso nello scorso mese di marzo dall’assessorato regionale della Salute – accolto con grande soddisfazione anche dall’amministrazione universitaria ora uscente – a quanto pare, sarebbe quindi impossibile mantenere i contratti a tempo determinato attualmente in essere e, men che meno, completare la copertura di tutti i posti vacanti in pianta organica”.

La nota di Limosani

“A fronte di tale quadro, i direttori dei Dipartimenti assistenziali ad Attività Integrata (Dai) avrebbero prospettato uno scenario drammatico per il Policlinico e per la città di Messina: l’impossibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea) per la popolazione. Si tratta di una vicenda che, se confermata, produrrebbe allarme su più fronti e che richiederebbe un immediato intervento del prossimo rettore dell’Università di Messina, ma rispetto alla quale, ancora prima dell’insediamento del nuovo governo d’Ateneo, servirebbero provvedimenti urgenti”.

Continua Limosani: “Per un verso, infatti, l’eventuale tragico mancato rinnovo dei contratti in essere provocherebbe un’assoluta emergenza per tutta l’utenza, ma nello stesso tempo peserebbe rovinosamente sull’immagine del Policlinico. Per altro verso, occorrerebbe interrogarsi su come e perché si possa essere arrivati a questo punto, nonostante le rassicurazioni pubblicamente fornite appena qualche mese fa, ponendo dubbi su una chiara capacità di programmazione e di controllo della spesa del personale, non slegata ad una indispensabile sinergia tra Azienda e Università”.

Scrive il direttore del dipartimento di Economia: “Com’è noto e senza addentrarci nei tecnicismi, il tetto di spesa del personale viene assegnato con riferimento ai dati consolidati della spesa storica determinata dai salari corrisposti al personale che opera nella struttura ospedaliera. Nel Policlinico universitario, a differenza delle altre aziende sanitarie non universitarie, la struttura dei salari corrisposti è di due tipi a seconda se il dipendente è contrattualizzato con l’Azienda o con l’Università. Nel primo caso il salario corrisposto è al 100% a carico del bilancio dell’Azienda. Nel secondo caso, invece, una quota pari a meno di un terzo – corrispondente all’indennità assistenziale – è pagata dall’azienda sanitaria, mentre, la restante parte è coperta da risorse del bilancio dell’Ateneo.
Da tali presupposti discende che, in assenza di sinergie tra Azienda ed Università sul tema della programmazione del piano triennale dei fabbisogni e sulle collegate procedure di reclutamento da parte delle due istituzioni, i pensionamenti del personale universitario, non gestiti da contestuali ma programmati immissioni in servizio da parte dell’Ateneo, determinano scoordinati e straordinari reclutamenti da parte dell’Azienda, con una consequenziale triplicazione dei costi annuali per singolo professionista, incidendo pesantemente sul tetto di spesa del personale e compromettendo, di fatto, nuove immissioni in servizio”.

“Una verosimile assenza di programmazione tra azienda e università”

E ancora: “Non è difficile ipotizzare che l’attuale disallineamento economico possa coincidere, in larga misura, con il costo del personale universitario andato in quiescenza negli ultimi sei anni, sostituito con personale reclutato dall’Azienda, il cui costo ha inciso pesantemente sul tetto di spesa assegnato dall’Assessorato alla stessa Azienda, senza determinare incrementi numerici di personale. Il rilancio del Policlinico nasce, in primis, da una piena consapevolezza del dato economico e le ripetute richieste di incremento del tetto di spesa, accompagnate da una verosimile assenza di programmazione tra Azienda e Università, denotano una “non lucida” capacità gestionale che ha caratterizzato questi ultimi anni. Allo stesso tempo, comprendo appieno le ragioni che hanno indotto il professore Giovanni Tuccari, allora prorettore con delega al Policlinico, coscienziosamente a dimettersi, di fronte allo sfascio annunciato della sanità universitaria messinese che oggi, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti”.

Per Limosani, “il nuovo Rettore dovrà porre rimedio a tale situazione, in armonia con un assessorato e una Regione a cui vanno dati chiari segnali di governo e competenza e ai quali dovrà essere reclamata stabilità di governance sanitaria, nel pieno rispetto della condivisione prevista dai Protocolli d’Intesa Regione – Università”.

“Mi farò garante delle professionalità al Policlinico”

Aggiunge l’economista: “Dal canto mio, se la comunità accademica mi sceglierà come prossimo rettore, farò di tutto per dare al Policlinico quella stabilità che adesso manca e da cui deve partire ogni progetto di rilancio. Mi farò garante di tutte le professionalità che lavorano al Policlinico condividendo con la Regione una governance capace di programmare, in grado di fornire loro certezze e stabilità ed in grado di elevare il clima lavorativo interno ed il benessere dei lavoratori in generale, per un reale rilancio della sanità locale e con un Policlinico Universitario che dovrà tornare ad essere punto di riferimento in uno scenario sia nazionale che internazionale”.

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