Messina: un punto così. Prematuro discutere Catalano, un Leon ancora “in gabbia”

Messina: un punto così. Prematuro discutere Catalano, un Leon ancora “in gabbia”

Messina: un punto così. Prematuro discutere Catalano, un Leon ancora “in gabbia”

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lunedì 08 Ottobre 2012 - 00:15

Analisi in casa Acr dopo il pareggio a Paola contro il Montalto. La classifica sorride e c'è il tempo per crescere sul piano del gioco, ma in trasferta serve più aggressività

“Si può dare di più” per vincere a Sanremo con Tozzi, Bigazzi e Raf. In curva si canta invece, ormai da tempo, “vogliamo andare via da questa …. di categoria”. Mescolando il tutto viene fuori il risultato perfetto: si può dare di più per andare via da questa categoria. Il Messina torna da Paola con un punto in tasca e qualche pensiero in testa. Spolveriamo subito il quadro dalle polemiche: siamo ancora alla sesta giornata e c’è tutto il tempo per migliorare, apportare correttivi, vincere. Che è la cosa che davvero conta. Ma quanto visto ieri al “Tarsitano” contro il Montalto merita qualche riflessione.

Partiamo dalla fine, dall’accenno di contestazione dei tifosi (circa 200 i presenti) al termine della gara. Nulla di particolarmente forte, nessuna spaccatura, ci mancherebbe. Qualche applauso da una parte ed un invito a tornare direttamente negli spogliatoi dall’altra. Certe cose è meglio metterle in chiaro subito. Non è per il risultato, anche perché il punto conquistato in Calabria permette al Messina di rimanere ad un passo dal primo posto (ora occupato al Gelbison). E’ per la prova espressa, lontano dal San Filippo ancora una volta un po’ troppo sottotono. I sostenitori peloritani sono preoccupati per la scarsa incisività, per un gioco poco convincente, per una squadra che ieri, a differenza di quanto fatto vedere nella stracittadina di campionato otto giorni fa, ha mostrato solo ad intermittenza quella voglia di vincere che serve in serie D.

Il primo tempo è stato di fatto regalato agli avversari, con un Leon “ingabbiato” dalla ricerca delle misure e del feeling con i compagni. Evidente il distacco tra i reparti. Manovra confusa e poco fluida, mentre gli avversari, modesti ma concreti e combattivi, provavano a fare la partita mantenendo in mano il pallino del gioco. Fortuna che il Messina, ed è importantissimo in queste categorie, possiede in organico giocatori in grado di risolvere le partite. Bastano degli episodi. Così Chiavaro si spinge come ormai sempre avviene in avanti e realizza la sua terza marcatura stagionale, anche se ingiustamente annullata. Poi nel secondo tempo ci pensa Croce a segnare il gol valido. Messina avanti, il match sembra sotto controllo ma la “solita” espulsione rovina piani e festa. Nonostante l’uomo in meno l’Acr non arretra ma paga cara una disattenzione evitabile, che gli toglie dalle mani il primato.

Niente drammi, lo abbiamo detto e lo ripetiamo: c’è tempo ed il Messina è lì. Riteniamo ingenerose, meglio premature le critiche riservate a Gaetano Catalano. Non difendiamo l’operato dell’allenatore, ma la tempestività dei giudizi. Siamo ancora alla sesta giornata e alcuni meccanismi sono tutti da collaudare. Leon ed Ignoffo, giusto per fare due esempi importanti, è come se fossero dei nuovi acquisti. Perché allenarsi è un conto, muoversi in partita con i compagni è un altro. Certo qualcosa il tecnico dovrà rivedere. Su un piano tecnico-tattico, partendo dalla posizione dello stesso Leon (apparso spaesato) e dall’impiego degli under (specie gli esterni di difesa, che in questo avvio non hanno convinto pienamente). Ma anche sotto un profilo caratteriale: serve più sicurezza ed aggressività in trasferta, perché chiunque affronterà il Messina giocherà la partita della vita e il Messina quella vita la deve (metaforicamente) lasciare sul campo degli avversari.

Adesso bisognerà raccogliere le forze e concentrarsi da subito sul prossimo impegno. Siamo certi che con l’altro Comprensorio, quello Normanno di Paternò, sul terreno di gioco del San Filippo troveremo una squadra agguerrita, determinata a dimostrare il proprio valore. Vincente.

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