Sicurezza sul lavoro, l'anno nero a Messina: troppi morti e incidenti nell'edilizia

Sicurezza sul lavoro, l’anno nero a Messina: troppi morti e incidenti nell’edilizia

Alessandra Serio

Sicurezza sul lavoro, l’anno nero a Messina: troppi morti e incidenti nell’edilizia

sabato 25 Novembre 2023 - 09:39

Il tavolo permanente in Prefettura analizza i dati e corre ai ripari: ecco le misure

MESSINA – A Messina e provincia si muore ancora di lavoro e lavorare nell’edilizia privata è pericoloso. E lo è sempre di più. Se nel 2023 infatti i cantieri “non in regola” sono stati meno di quelli scoperti nel 2022 dai controlli delle Forze dell’Ordine, ci sono stati ancora troppi morti, più che nell’anno prima.

Il dato emerge dall’ultimo tavolo di coordinamento permanente per la sicurezza sui luoghi di lavoro, promosso dalla Prefettura di Messina e riunito ieri a Palazzo del Governo.

11 morti bianche sono una strage

11 i morti sul lavoro, più dell’anno prima appunto, mentre gli incidenti meno gravi nel 2023 sono calati, rispetto al 2022. Ancora una volta il settore più delicato è quello dell’edilizia privata: operai a lavoro su alti ponteggi senza adeguate protezioni e la mancanza di altri requisiti minimi di salvataggio le irregolarità scoperte nella maggior parte dei controlli effettuati nei cantieri delle imprese a lavoro per conto di privati.

Ecco perché la rete che partecipa al tavolo, sotto le direttive della Prefetta Cosima Di Stani, ha deciso una ulteriore spinta ai controlli e all’attività di prevenzione sui luoghi di lavoro, oltre che la promozione di tutte quelle azioni che, attraverso protocolli, formazione e buone prassi condivise, spinga a collaborare i vari soggetti che operano nel mondo del lavoro, perché i lavoratori siano sempre più sicuri.

I dati: dove il lavoro è nero la sicurezza non c’è

Il tavolo è partito dall’analisi dei dati, snocciolati dalle varie forze dell’Ordine. Il Comando Provinciale dei Carabinieri ha raccontato che mentre nell’anno 2022 è stata riscontrata una percentuale del 55% di cantieri con varie irregolarità, nell’anno in corso vi è stata una leggera diminuzione (48%). Preoccupa però il fatto che si tratti di circostanze delicate: la mancanza di fornitura o di utilizzo da parte dei lavoratori di dispositivi di protezione, con specifico riguardo, peraltro, agli operatori su ponteggi o, comunque, ad alta quota appunto. Mentre le ispezioni condotte dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro hanno individuato un basso numero di impiegati irregolari, trattandosi per lo più di accertamenti in sede di appalti pubblici, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nell’intensificare i controlli principalmente nel settore privato, ha riscontrato una diretta e proporzionale correlazione tra il lavoro nero e gli infortuni occorsi agli operai. L’INAIL ha dato lettura del dato choc: aumentano gli infortuni mortali, mentre quelli con lesioni meno gravi sono diminuiti. Le 11 morti bianche dell’ultimo anno sono avvenute quasi tutte in ambito privato e nel settore edile. Anche i controlli dell’Asp hanno prodotto dati preoccupanti: le maggiori contestazioni alle imprese sanzionate riguardano, nel 50% dei casi, carenze nell’adozione di misure di protezione collettive e individuali o al non corretto uso delle attrezzature da parte dei lavoratori pur regolarmente forniti.

Arruolare la polizia municipale

Dal tavolo è quindi emersa la necessità di dialogare con i comuni, verificando la possibilità che nei controlli possano essere impiegate anche le forze di polizia locali per effettuare dei controlli estemporanei all’atto di presentazione di un titolo abilitativo edilizio presso gli uffici comunali. Il tavolo ha poi organizzato un incontro specifico per i lavoratori “d’alta quota” con 150 imprese partecipanti, alle quali è stata fornita una guida contenente indicazioni per buone prassi e soluzioni tecniche per i lavori in quota, nonché una scheda di autovalutazione, da restituire debitamente compilata, ai fini di una valutazione concreta.

Gli allarmi di Inps e sindacati

L’Inps ha evidenziato la stretta correlazione tra lavoro sommerso, rapporti fittizi, irregolarità contributive ed errati inquadramenti dei dipendenti e ditte interessate da sinistri, mentre i sindacati hanno sottolineato la necessità di una maggiore tutela e formazione dei lavoratori.

Il protocollo

Il “Protocollo d’intesa per la promozione della regolarità e della sicurezza del lavoro nel settore edile”, cui nel corso della riunione odierna ha chiesto di aderire anche l’Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione di Messina, è stato elaborato dalla Prefettura con le organizzazioni sindacali generali Cgil, Cisl, Uil e quelle provinciali Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil, ed è sottoscritto, oltre che dalla Prefettura di Messina e dalle citate sigle sindacali, da altri Enti e attori istituzionali della provincia quali la Città Metropolitana e il Comune di Messina, la Questura, i Comandi Provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, la Camera di Commercio, l’Azienda Sanitaria Provinciale, l’Inps, l’Inail, l’Ispettorato del Lavoro, gli Ordini degli Ingegneri, degli Architetti – Pianificatori – Paesaggisti e Conservatori, dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Messina, il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati, i Periti Industriali e i Consulenti del Lavoro, la Cassa Edile, l’Organismo Paritetico Territoriale, le Associazioni di categoria Ance, Sicindustria, C.n.a. – Confederazione Nazionale Artigiani, Confartigianato, C.l.a.a.i. – Confederazione Libere Ass.ni Artigiane Italiane, S.a.d.a.

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Un commento

  1. Io constato in tutti i cantieri un totale disinteresse dei lavoratori per le misure di sicurezza, anche minime.
    Sulla via Garibaldi qualche giorno fa stavano portando una carriola sul tetto senza mettere in sicurezza l’area interdicendo il passaggio ai pedoni. Gli operai –
    – senza casco e con le scarpe da tennis – si indignavano della stupidità delle persone che, per recarsi al bar, non si accorgevano della carriola sospesa in aria e passavano sotto.
    Mi pare che, come sempre, il problema a Messina non siano i controlli ma il disprezzo di ogni più elementare regola di convivenza tra i cittadini.

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