Tanto ormai ci siamo abituati...

Ricordo che guardando il film -Alla luce del sole- in cui si narra la vita di Don Pino Puglisi, ho provato una forte rabbia guardando la scena in cui dei ragazzini scrivono su un muro di fronte la chiesa di Brancaccio la frase -Viva la Mafia-, proprio mentre il prete, che di li a poco sarebbe stato ammazzato dai fratelli Graviano, era sull’uscio della sua chiesa. Ho provato rabbia non tanto per il gesto di quei ragazzini, ma per tutto quello che c’è dietro.

E provo ancora più rabbia nel vedere che da mesi nella mia città, nella -babba- Messina, una scritta identica campeggia ancora, indisturbata, sul muro del palazzo all’incrocio tra il viale Boccetta e il Viale Regina Margherita. Non nelle cosiddette -zone a rischio- della città ma al centro, proprio di fronte ad una scuola che dovrebbe formare chi la frequenta anche a lottare per liberare la nostra terra da questo fenomeno.

Ed invece no, la scritta rimane lì, nell’indifferenza di migliaia di giovani che ogni giorno la guardano, abbassano gli occhi e vanno avanti.

Rimane lì, ben visibile a chi arriva nella nostra città. Rimane lì, come trofeo per chi l’ha scritta e può pensare con orgoglio che se nessuno l’ha cancellata è perchè forse tutti sono d’accordo con lui.

Rimane lì anche vittima di quelle istituzioni che, notandola, non hanno pensato che fosse una priorità cancellarla.

E allora scriviamola anche sul giornale questa frase: -VIVA LA MAFIA!!!-

Ma io non ci sto e andrò a cancellarla. Potrò dire di aver fatto, nel mio piccolo, la mia parte.