L’Ars approva la riforma sanitaria. Ecco i principali cambiamenti

L’Ars approva la riforma sanitaria. Ecco i principali cambiamenti

L’Ars approva la riforma sanitaria. Ecco i principali cambiamenti

mercoledì 25 Marzo 2009 - 20:22

Nella notte di ieri si sono determinate le notizie più rilevanti per Messina, che avrà il suo -centro di riferimento regionale-, comprendente gli ospedali Papardo e Piemonte. Taormina invece rimane autonoma. Salvi i distretti sanitari di Mistretta, Sant’Agata di Militello e Patti

Nel tardo pomeriggio di ieri l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato il disegno di legge che riforma la sanità nell’Isola. Dopo la lunga ‘maratona’ di ieri, con i lavori a Palazzo dei Normanni terminati praticamente all’alba, oggi è arrivato il verdetto: sugli 80 votanti, 51 si sono espressi favorevolmente, 29 no (maggioranza compatta, il Pd ha votato contrario). Il riordino del sistema sanitario giunge a conclusione di mesi tribolati all’Ars, nel corso dei quali non sono mancati, come è ben noto, scontri interni al centrodestra, tentativi di accordo, e scenari politici in continua evoluzione, fino all’accordo raggiunto nella notte di ieri.

Ma cosa cambierà? Le modifiche più importanti riguarderanno il passaggio a 17 aziende sanitarie complessive rispetto alle attuali 29; il previsto potenziamento dei servizi territoriali; l’istituzione di nuovi distretti ospedalieri caratterizzati da una più oculata scelta dei manager; il controllo pubblico del 118; la nascita di nove aziende sanitarie provinciali, 3 aziende ospedaliere di riferimento regionale, 2 aziende Arnas (di alta specializzazione) e tre aziende ospedaliero-universitarie.

Anche per Messina le novità più rilevanti si sono determinate nella tribolata notte di ieri, durante la quale si è provveduto all’esame in Aula dei vari emendamenti. “L’impegno portato avanti da mesi per garantire un livello regionale ‘all’ospedalità messinese’ si è tradotto finalmente in realtà”. E’ il commento del vicepresidente vicario dell’Ars Santi Formica (Pdl), dopo l’approvazione del suo emendamento che accorpa gli ospedali Papardo e Piemonte con le definizione di -centro di riferimento regionale-. Una qualificazione che significa maggiori risorse rispetto alle altre realtà del settore Sanità e un’importante considerazione di Messina, parificata a Palermo e Catania, che hanno i loro punti di riferimento siciliano negli ospedali Cannizzaro e Ingrassia. Rimane inserito nell’Asp (azienda sanitaria provinciale) invece quello di Taormina, che nell’ipotesi originaria era ricompreso.

Particolare importanza ha, per la zona dei Nebrodi, l’emendamento a firma del deputato Giuseppe Laccoto (Pd), che da una parte toglie il limite di 45 distretti sanitari in Sicilia e dall’altra afferma che i distretti sanitari dovranno coincidere, in ogni caso, con i distretti socio-sanitari esistenti. Con l’emendamento Laccoto si salvano così, fra gli altri, i distretti sanitari di Mistretta, Sant’Agata di Militello e Patti preservandone la integrità.

Durante il lungo e complesso dibattito per l’esame dei singoli articoli e degli emendamenti presentati dai parlamentari di tutti i gruppi, si sono addirittura ripetute anche le votazioni a scrutinio segreto. Pesante è stato il clima e forte la tensione che si era venuta a creare, tanto da spingere il presidente della Regione a rivolgere un accorato appello a tutti i deputati.

Tra le altre modifiche rilevanti la riforma prevede che i requisiti per la nomina dei direttori e il loro operato devono essere pubblicati e consultabili su internet (articolo 26 del ddl di riforma della sanità). Inoltre, per la nomina dei direttori generali, l’assessore regionale alla sanità opererà fra gli aspiranti aventi titolo una ricognizione dei requisiti posseduti, da pubblicare sul sito web della Regione e non più in forma ‘privata’. E’ anche previsto che la carica di direttore generale di un’azienda sia incompatibile con qualsiasi altro ruolo esercitato in strutture pubbliche del servizio sanitario regionale soggette alla competenza dell’azienda stessa.

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