Dal Convegno Snami un grido d’allarme: “Il Medico di Famiglia resti accanto ai suoi assistiti”

Dal Convegno Snami un grido d’allarme: “Il Medico di Famiglia resti accanto ai suoi assistiti”

Dal Convegno Snami un grido d’allarme: “Il Medico di Famiglia resti accanto ai suoi assistiti”

lunedì 23 Febbraio 2009 - 10:24

La preoccupazione del Sindacato sulle Utap: “Comprometterebbero la capillarità dell’assistenza dei Medici di base, facendo venir meno il rapporto personale e diretto tra medici di famiglia ed assistiti”

“Il medico di famiglia vuole restare accanto agli assistiti” questo il grido di allarme lanciato dallo SNAMI sabato 21 febbraio scorso a Furci Siculo presso l’Auditorium dell’Oasi S. Antonio e che ha visto la partecipazione di Medici di Famiglia, di Guardia Medica ed Emergenza Territoriale (118), iscritti e non allo SNAMI di tutta la provincia di Messina, riunitisi per dire no al nuovo Accordo Nazionale di categoria, firmato da alcuni sindacati ma non accettato dallo SNAMI sulla linea secondo la quale, come dichiarano gli stessi responsabili del Sindacato suddetto, ”Il Servizio Sanitario Nazionale è una struttura creata per prevenire e curare la popolazione. Purtroppo con il passare degli anni è diventato una macchina per fare soldi.

“La Principale preoccupazione del Sindacato” – afferma in particolare il Segretario provinciale Snami, Nino Grillo – “è che le forme di aggregazione obbligatoria tra medici di famiglia, le cosiddette UTAP – sorta di grande ambulatorio territoriale – compromettano la capillarità della presenza dei medici di famiglia, facendo venire meno il suo rapporto personale e diretto con l’assistito. Inoltre” – prosegue Grillo – “le esperienze britanniche hanno mostrato che spesso esasperare le forme di associazione tra i medici di medicina generale ha provocato la sparizione degli ambulatori da alcune aree disagiate e geograficamente sfavorite comportando un onere economico oggi difficilmente sopportabile ed in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, quando molte famiglie italiane non fanno fronte alle spese quotidiane” – spiega il Segretario Provinciale SNAMI e Membro del Comitato Nazionale – “questo accordo per la medicina generale porterebbe ad un’esplosione della spesa sanitaria . Nell’accordo si dice che saranno le Regioni italiane a sobbarcarsi i costi delle trasformazioni ‘strutturali’: ma con quali soldi? I quattrini” – continua Grillo – “verrebbero quindi stornati da altri capitoli di spesa e abbiamo il fondato timore che ne possa conseguire una diminuzione delle risorse per l’assistenza sanitaria ai cittadini (inasprimento ticket o quant’altro). I medici Snami vogliono curare i loro pazienti attraverso le forme associative che sono già presenti e che funzionano. Basta ricordare gli altissimi indici di gradimento che la medicina di famiglia riscuote in tutti i sondaggi”. Il Sindacato, pur rimanendo consapevole che occorre ridisegnare l’assistenza di primo livello, ritiene quindi possibile un’altra via.

“La nostra proposta l’abbiamo preparata da tempo e con attenzione sia alle ragioni economiche sia alle reali esigenze degli assistiti” commenta Grillo. “Il progetto Me.Di.Co. (Medicina distrettuale di Continuità) dove davvero garantiamo un’assistenza 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 con costi economici risibili e con un contributo all’assunzione di medici, che potranno lavorare nella Continuità Assistenziale con un contratto degno di questo nome”.

“Ho un ricordo molto bello dei medici condotti” – racconta Grillo – “che un po’ erano amici di famiglia, confessori e psicologi. Ricordo mio padre (anche lui Medico Condotto). Conservavano una ‘allure’ di saggezza e pragmaticità che li rendeva unici, interpreti di un sentimento popolare aperto e laico. Conosco ovviamente anche il medico di famiglia attuale, il dottor Tizio” – insiste il Segretario provinciale Snami – “grande competenza e grande pazienza, specie con gli anziani, spesso non autosufficienti, a volte, incredibilmente bizzosi. Il medico di famiglia è un mediatore” -conclude Grillo – “cura anche quella sottile malattia che sconfina nelle grandi città con la depressione e la perdita di fiducia nel futuro. Ecco perché è ancora più prezioso.”

Per il dott. La Manna, Responsabile Nazionale di Guardia Medica dello Snami, presente alla manifestazione, “riqualificare e rimotivare i ‘camici bianchi’ italiani della medicina generale e della Guardia Medica per migliorare così il Servizio Sanitario Nazionale e l’assistenza ai cittadini” è l’ambizioso obiettivo che si sta cercando di raggiungere, da parte del Sindacato, in questi giorni nelle trattative nazionali per il rinnovo del contratto di Medicina Generale, valorizzando il rapporto tra medico e paziente e l’etica della professione. “E tutto questo é ben tracciato sul nostro progetto Me.Di.Co.”, dichiara il Responsabile Provinciale dei Medici di Famiglia Snami, dott. Francesco Fisichella, il quale inoltresi mostra veramente preoccupato, del “pericolo che si sta abbattendo sia sui Medici che sui Cittadini in special modo nella Provincia di Messina che vanta 108 comuni che messi insieme contano 150.000 abitanti e che vedrebbero sorgere queste Mega strutture, due nella riviera Tirrenica e una nella Jonica ed Alcantara. Il nuovo ACN” – spiega Fisichella – “prevede una struttura ogni 30.000 abitanti: il povero vecchietto di Moio Alcantara o di Roccafiorita dove deve andare?-. Per il dott. Giuseppe Arrigo, Presidente Provinciale SNAMI risulta imprescindibile “come abbiamo fatto oggi qui a Furci in presenza di numerosi colleghi, iniziare una campagna d’informazione rivolta ai Medici ed ai Cittadini, con mezzi di Stampa e Tv locali per Informarli di questi carrozzoni burocratici mal funzionanti che di sicuro vanno a discapito dei Cittadini delle comunità montane ma anche dei piccoli paesi rivieraschi della provincia di Messina, snaturando il nostro Sistema Sanitario Territoriale, cosa ormai risaputa essere il migliore al mondo, tant’è vero che nazioni come la Svizzera recentemente lo hanno copiato”.

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